Sin dall’alba dei tempi delle case smart, uno dei problemi principali innanzi a cui ci si può trovare l’utente è la frammentazione. Troppi protocolli, troppe applicazioni, troppo disordine. Ed è qui che entra in gioco Homey Pro, un piccolo hub che abbiamo visto per la prima volta al CES 2023, e che promette di riuscire a “riunire” in un’unica applicazione tutti i dispositivi domotici che si ha in casa.
Una cosa che in un certo senso fa già Google Home e Alexa, vero, ma una differenza sostanziale: Homey Pro gestisce le comunicazioni con di dispositivi in locale, o quantomeno prova a farlo nella maggior parte dei casi. Questo vuol dire ad esempio, che anche qualora andasse via la corrente potreste riuscire a gestire i dispositivi smart e, soprattutto, un lag inferiore rispetto ai servizi basati sul cloud.
Ora, lo so, i più nerd di voi penseranno subito ad Home Assistant ed al fatto che, a differenza di Homey Pro, si tratta di una soluzione totalmente gratuita. Ma il punto è un altro, la stragrande maggioranza degli utenti finali non ha idea neppure di come installare il server di rete. Quindi ben venga un prodotto come Homey Pro, con cui si semplificano le cose profondamente.
Ma lo farà davvero? Lo stiamo provando da un po’ e possiamo finalmente dirvi i suoi pro ed i suoi contro.
Indice
ToggleRecensione Homey Pro: un hub (domotico) per domarli tutti
Videorecensione Homey Pro
Cos’è e a cosa serve
Immaginate Homey Pro come una sorta di cervello per la casa smart. Fisicamente è un dispositivo nero circolare di dimensioni piuttosto ridotte, con un anello LED che gli gira intorno e che si illumina durante il funzionamento. Fortunatamente il LED si può disattivare, oppure si può personalizzarne il colore quando succedono cose: ad esempio, io l’ho impostato in modo tale che cambi lo stato quando esternamente cambiano le condizioni meteorologiche rilevate dalla mia stazione meteo Netatmo.
Posteriormente l’hub ha un ingresso USB-C con cui si alimenterà e al quale si potrà connettere anche un adattatore ethernet, che però dovrà essere acquistato a parte su Amazon: non è essenziale, perché Homey Pro integra anche il WiFi, ma per ridurre al minimo eventuali latenze io vi consiglio di tenerlo in considerazione.
Ora, probabilmente vi starete chiedendo come possa fare Homey Pro a mantenere le promesse che fa. È una sorta di Raspberri Pi, ma con più muscoli nel settore demotico, che supporta praticamente tutti i principali protocolli per la casa smart: Matter, Zigbee, Z-Wave, Thread, Bluetooth, e tutti gli altri, qualunque protocollo attualmente in utilizzo Homey Pro lo ha. E questo gli consente di connettersi (o alcune volta sostituire completamente) gli eventuali hub per la casa intelligente che vengono utilizzati in casa (vedi ad esempio quelli di Aqara e Switchbot), e di controllare praticamente qualsiasi dispositivo senza la necessità di utilizzare altri hub, sia localmente che tramite il cloud.
App
È chiaro che tentare di avere tutti i propri dispositivi domestici in un unico hub, è una promessa molto allettante per chi è appassionato del settore, ma è altrettanto inutile se il software non è all’altezza. Per fortuna però, è proprio nel software che Homey Pro da il massimo: l’app funziona sia su Android che su iOS che tramite interfaccia web e, ve lo dico, anche se sul web sono disponibili più funzionalità, probabilmente è l’applicazione meglio realizzata che ho mai avuto modo di provare in un dispositivo smart.
Anche se non è uguale, l’interfaccia principale mi ricorda quella di Google Home e, per impostazione predefinita, la casa smart è organizzata in stanze ma è totalmente personalizzabile. Ogni stanza, poi, ha un piccolo tasto quadrato con cui si potranno controllare i dispositivi ed è possibile anche crearne di altri per far eseguire ai dispositivi stessi particolari routine: ad esempio io ne ho creato uno con cui spengo in un solo tocco tutte le luci del salotto.
E poi di sono i cosiddetti “flow”, i flussi, ossia le automazioni. Ed il concetto è semplice: pensate alle routine di Google Home o di Alexa ed unitele alle potenzialità di IFTTT, con in plus di una gestione perlopiù in locale e non sul cloud. Si tratta di un semplice “SE..E..ESEGUI”, ad esempio “Quando rientro a casa, se la luminosità ambientale è bassa, allora accendi le luci in soggiorno”.
E poiché Homey Pro si connette con la stragrande maggioranza dei dispositivi domatici che si ha in casa, si può davvero entrare nel dettaglio quando di crea un Flow. Ad esempio, a casa mia ho un giardino e l’ingresso del salotto affaccia proprio lì, capirete quindi che quando piove il pavimento si sporca tantissimo. Ebbene, per ovviare il problema ho creato un Flow grazie al quale “Se fuori piove o ha piovuto da poco, ed il sensore di movimento non rileva nessuna presenza al piano terra e la TV è spenta, allora avvia la pulizia ed il lavaggio con il robot aspirapolvere passando per due volte nella zona all’ingresso”.
E se si vuole essere ancora più completi si può utilizzare la funzione Advanced Flows nella versione web del centro di controllo di Homey Pro. Infine, l’app ha una sezione nella quale si potrà tenere sotto controllo il consumo energetico dei dispositivi in casa, non l’ho trovato molto preciso ma è comunque un buon punto di partenza per farsi un’idea dei consumi relativi proprio ai dispositivi smart installati in casa.
Ma funziona davvero così bene?
Non è tutto oro quel che luccica, poco ma sicuro. E voler produrre “un hub per domarli tutti” non è di certo una cosa semplice. Homey Pro funziona molto bene con i dispositivi Z-Wave e Zigbee, almeno in termini di frequenza, ed ha un’interfaccia per l’aggiunta dei dispositivi piuttosto buona ma ancora migliorabile in alcuni particolari.
Se si hanno molti dispositivi smart in casa, poi, si perderà molto tempo ad aggiungerli tutti perché appena installata l’app ed entrati in modalità di “aggiunta dispositivo”, la compatibilità con i dispositivi WiFi e Bluetooth è mista. Ad esempio, appena avviata la modalità, l’applicazione subito ha trovato i dispositivi Philips Hue, Chromecast e Sonos che ho installato in casa, e si è reso conto che utilizzo anche Spotify. Tutti gli altri dispositivi li ho dovuti cercare manualmente ed ho dovuto collegare le applicazioni ufficiali, come quelle di SwitchBot e quella di Ring.
Ho avuto qualche problemino anche con delle prese smart TP-Link HomeKit, che nascono però limitate in partenza. La fortuna però è che c’è un’intera comunità su cui fare affidamento nell’aggiunta dei dispositivi, che sta crescendo sempre di più e che per esempio mi ha dato modo di aggiungere tutti i sensori dell’antifurto Ring che, altrimenti, non sarebbero stati disponibili.
Insomma il punto è questo: quando funziona, funziona davvero bene..finché non si becca un dispositivo non ufficialmente compatibile. Ed essere compatibile con tutti, ma proprio tutti, i dispositivi smart sul mercato è una cosa ai limiti dell’impossibile.
Prezzo di vendita e considerazioni
Homey Pro costa 399,00 euro sia sul sito ufficiale del brand che su Amazon, a questa cifra dovrete aggiungere altri 29 euro qualora vogliate utilizzare l’adattatore Ethernet, e altri 69 euro qualora vogliate acquistare un bridge. E si tratta di una cifra che inizia a diventare importante, che rende (come se ce ne fosse già bisogno) Homey Pro un dispositivo non adatto a tutti. Io lo adoro, ma perché in casa ho 139 dispositivi smart e, anzi, per le mie esigenze mi sta anche un po’ stretto.
Se in casa invece si hanno pochi dispositivi smart, tipo un climatizzatore, delle luci e qualche presa, acquistare Homey Pro potrebbe essere una scelta sbagliata, considerando il prezzo. A meno che non si abbia in programma di ampliare il proprio “parco di dispositivi smart” e si voglia puntare tutto sulle automazioni.
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