ASML si schiera, e la Cina rischia di rimanere senza microchip

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Aggiornamento 30/08: i Paesi Bassi tornano sulla questione ASML e Cina annunciando ulteriori restrizioni, trovate i dettagli a fine articolo.

Dopo la decisione del Giappone, anche il governo dei Paesi Bassi ha annunciato che imporrà restrizioni sulle esportazioni di tecnologia per l’industria dei microchip verso la Cina. Una mossa critica, quella della nazione europea, che si unisce così alle forti pressioni esercitate dagli USA verso oriente, con tutte le limitazioni in ambito tecnologico a cui abbiamo assistito da qualche anno a questa parte. L’obiettivo è impedire l’avanzamento cinese nelle cosiddette tecnologie a doppio uso, cioè quelle che possono essere utilizzate sia a livello civile che militare; i semiconduttori non trovano posto solo in smartphone, tablet e PC ma anche in armi, strumenti di difesa e veicoli di ogni tipo, militare e aerospaziale.

Giappone e Paesi Bassi si uniscono agli USA e bloccano l’invio di tecnologie sensibili alla Cina

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Ancor più che del Giappone, l’Olanda è la nazione leader nell’industria dei semiconduttori, e senza di essa non sarebbe possibile l’evoluzione che compagnie come TSMC, Intel e Samsung hanno raggiunto. Mi riferisco in particolar modo ad ASML, compagnia salita alle cronache da quando la crisi pandemica prima e la guerra tecnologica fra USA e Cina dopo hanno puntato i riflettori sul mondo dei semiconduttori. Se foste curiosi, ho dedicato un approfondimento alla storia di ASML.

Mentre il Giappone è specializzato nella fornitura di materie prime e macchinari, l’Olanda ha nella sua ASML uno snodo cruciale nella realizzazione dei chip più avanzati al mondo, grazie ai suoi macchinari EUV da centinaia di milioni di dollari con cui stampare chip sotto i 10 nm. Ed è proprio questo il limite della Cina, che pur essendo la fabbrica tech mondiale non ha sviluppato un’industria dei chip all’altezza di Taiwan, Sud Corea e USA; l’esempio più lampante è quello di Huawei, che da quando è stata bannata e può più commerciare con TSMC non ha ancora trovato un’alternativa cinese.

Lo ha dichiarato il ministro olandese del commercio estero Liesje Schreinemacher: le restrizioni partiranno prima dell’estate 2023, e da quel momento in poi il mercato cinese dei chip potrebbe ritrovarsi in seria difficoltà. Oltre a quelli EUV, la Cina non avrà più accesso ai macchinari DUV fabbricati da ASML, necessari per stampare chip meno avanzati ma molto più diffusi come quelli compresi fra 250 e 100 nm. Non mancano dubbi, fra cui come ASML compenserà le perdite previste pari a 8 miliardi di euro derivanti dai sistemi DUV finora venduti alla Cina. Ma fra ASML e la Cina si erano già create fratture in questi ultimi anni, fra accuse di furto e spionaggio e minacce geopolitiche, e sembrava solo questione di tempo prima che i Paesi Bassi abbracciassero la Chip 4 Alliance stabilita fra USA, Taiwan, Sud Corea e Giappone.

Ancora restrizioni | Aggiornamento 30/08

Si riaccenda la diatriba attorno ai legami con la Cina, con il governo olandese guidato dal primo ministro Dick Schoof che starebbe valutando di non rinnovare le licenze ASML per la Cina. Qualora accadesse, verrebbe interrotto il supporto da parte della compagnia olandese per riparazione e manutenzione dei suoi macchinari DUV presenti nella nazione asiatica, col rischio concreto che nel giro di un solo anno possano diventare inutilizzabili visto il costante supporto richiesto tramite l’intervento in loco degli ingegneri ASML.

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