ASML, nuove accuse di furto tecnologico verso la Cina e Huawei

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Crediti: Bloomberg

Un ex dipendente ASML è stato accusato di averle rubato segreti commerciali e averli passati a Huawei, azienda per cui avrebbe successivamente lavorato. La notizia arrivò da parte della stessa ASML, che nel suo rapporto annuale di qualche mese fa citò un'”appropriazione indebita non autorizzata di dati relativi alla tecnologia proprietaria”. Inizialmente le accuse erano rivolte in maniera generica verso la Cina, ma adesso le fonti attorno alla vicenda puntano il dito contro il più grande produttore di smartphone nella storia della nazione.

Le accuse di furto di tecnologia ai danni di ASML sono dirette contro la Cina e Huawei

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Sulla vicenda si è espresso anche il CEO di ASML, Peter Weennink, ha parlato dell’incidente come di “il pezzo di un puzzle per il quale non si ha la scatola”. Il furto di dati sarebbe avvenuto tramite un database software in cui ASML archivia le informazioni tecniche dei suoi macchinari, anche se non è stato ovviamente specificato l’entità dei dati sottratti.

Al momento, non è chiaro se questa persona lavori ancora per Huawei o se l’abbia fatto solo per un breve lasso di tempo; Inoltre, questa persona avrebbe legami con un’azienda finanziata dallo stato cinese e per cui effettuerebbe questi furti. Negli ultimi anni, lo scontro tecnologico fra Stati Uniti e Cina ha coinvolto in prima linea anche le aziende di nazioni vicine al fronte occidentale, fra cui proprio ASML. Dopo il ban statunitense che dal 2019 impedisce a chipmaker come SMIC di acquistare i suoi macchinari EUV, in questi mesi il blocco si è espanso anche a quelli DUV.

Come raccontato nell’articolo sulla storia di ASML, l’azienda europea ha il monopolio sui macchinari per la produzione dei semiconduttori più avanzati da cui dipendono chipmaker come Apple, AMD, NVIDIA, Qualcomm, MediaTek, TSMC, Samsung e Intel. Nel mentre, gli Stati Uniti stanno preparando nuove restrizioni contro la Cina che colpiscano la creazione di tecnologie cinesi che possano potenzialmente arricchire il suo arsenale militare. Da quando Huawei è tornata a prodursi in casa i microchip, in primis il Kirin 9000S di Mate 60, si sono risollevate polemiche sul suo operato, con gli Stati Uniti che l’accusano di star bypassando il suo ban.

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