Aggiornamento 23/07: l’Unione Europea ha notifica a Meta anche la violazione del Consumer Protection Cooperation Network, indicando anche la data entro la quale bisognerà effettuare i cambiamenti prima di ricevere la multa. Trovate tutte le informazioni all’interno dell’articolo.
In queste ore sembra proprio che l’Unione Europea abbia individuato le prime compagnie di multare a causa delle violazioni o il mancato adeguamento al Digital Markets Act, la nuova legge anti-trust che mira a migliorare la competitività nel settore tecnologico. Meta, la compagnia guidata da Mark Zuckerberg, quindi potrebbe essere tra le prima ad incorrere in una multa, anche se al momento non se ne conosce l’entità.
Meta nei guai come Apple: potrebbero esserci state violazioni al DMA
L’agenzia di stampa Reuters nelle ultime ore ha confermato le indiscrezioni che vorrebbero una prima multa da parte dell’Unione Europea per Apple, con una seconda in arrivo anche per Meta, la compagni di Mark Zuckerberg che raggruppo Facebook, Instagram e WhatsApp. L’azienda, infatti, avrebbe violato il DMA con l’abbonamento a Facebook ed Instagram utile ad eliminare la pubblicità.
Al momento non si conosce ancora l’entità della multa, che potrebbe comunque arrivare fino al 10% del fatturato annuo mondiale di Meta. Per conoscere le cifre bisognerà attendere l’ufficialità delle multe, che potrebbe già arrivare nel corso delle prossime settimane, se non giorni.
Aggiornamento 01/07: Meta ha violato il DMA, adesso è ufficiale
L’Unione Europea ha annunciato di aver portato a termine l’indagine preliminare su Meta, determinando in via preliminare che gli abbonamenti di Facebook e Instagram che permettono di rimuovere la pubblicità scavalcando quindi il consenso all’utilizzo dei dati per la profilazione, violano il Digital Markets Act.
“Ai sensi dell’articolo 5(2) del DMA, i gatekeeper devono chiedere il consenso degli utenti per combinare i loro dati personali tra i servizi di piattaforma core designati e altri servizi e, se un utente rifiuta tale consenso, dovrebbe avere accesso a un’alternativa meno personalizzata ma equivalente. I gatekeeper non possono subordinare l’uso del servizio o di determinate funzionalità al consenso degli utenti” recita l’articolo che avrebbe violato Meta con la pratica degli abbonamenti.
L’indagine vera e propria si concluderà il prossimo anno, con Meta che potrebbe rischiare una multa del 10% del fatturato globale.
Aggiornamento 02/07: Meta risponde all’UE e si difende
Meta, l’azienda proprietari di Facebook, Instagram e WhatsApp, sembra essere stata colta di sorpresa dall’indagine dell’Unione Europea ed un portavoce ha affermato che la compagnia è sicura di aver rispettato tutte le normative vigenti.
“L’abbonamento senza pubblicità segue le direttive della corte suprema in Europa e rispetta il DMA“, ha affermato il portavoce di Meta. “Non vediamo l’ora di proseguire il dialogo costruttivo con la Commissione europea per concludere questa indagine“.
Per il team di Mark Zuckerberg, quindi, si prevede quella che potrebbe essere una lunga battaglia legale nei tribunali europei.
Aggiornamento 23/07: gli abbonamenti violano anche il CPC
L’Unione Europea ha notificato a Meta un’infrazione del Consumer Protection Cooperation Network (CPC), causato dagli abbonamenti che rimuovono la pubblicità sia su Instagram che su Facebook. Oltre a violare il DMA, quindi, questi abbonamenti sono anche “fuorvianti” e “confondo gli utenti” e per questo motivo Meta potrebbe rischiare una multa molto salata.
L’UE ha concesso a Meta fino al 1 settembre 2024 per effettuare i cambiamenti necessari a regolarizzare la propria posizione, prima che venga effettivamente commissionata la multa. Potrebbe quindi essere arrivata la fine degli abbonamenti per Instagram e Facebook, almeno nei paesi della comunità europea.
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