Ogni anno rispuntano le indiscrezioni attorno al SoC proprietario di Xiaomi, azienda cinese che si starebbe apprestando a riaccendere il progetto avviato anni fa ma senza riscuotere grandi fortune. Il primo SoC Xiaomi si rivelò un flop tale da costringerla a ridimensionare pesantemente la sua divisione semiconduttori; da allora, si è limitata solamente alla realizzazione di microchip dedicati a ruoli minori, che sia gestire la fotocamera, la batteria o la ricarica.
Nuove voci di corridoio sul System-on-a-Chip proprietario di Xiaomi: cosa sappiamo finora
Realizzare il System-on-a-Chip da soli è un’impresa ardua, tutt’altro che facile da raggiungere: ce l’hanno fatta soltanto Samsung, che ha il vantaggio di avere gli impianti con cui fabbricarli, Apple, che ha alle spalle una lunga storia fatta di successi e introiti utili a raggiungerlo, e Huawei, che però si è scontrata col ban USA. OPPO c’ha provato senza riuscirci e si vocifera che vivo voglia fare altrettanto, e come anticipato il tentativo di Xiaomi è andato a vuoto.
OPPO si è arresa, vivo sta prendendo tempo mentre Xiaomi si vocifera che ci stia per provare nuovamente, con una partnership con ARM che andrebbe proprio in questa direzione. Un’indiscrezione più fondata del solito, visto che ne ha parlato persino il CEO di MediaTek, per un progetto che adesso prende il nome di Project Ring. Per riferimento, le sue prestazioni sarebbero paragonabili a quelle di un SoC high-end Qualcomm di scorsa generazione, venendo definito come un potenziale rivale di Snapdragon 8 Gen 2.
Così come Huawei, il SoC proprietario non sarebbe all’altezza delle soluzioni più avanzate sul mercato, dato che parliamo di uno Snapdragon che muoveva i top di gamma di quasi due generazioni fa. Ma a differenza di Huawei, Xiaomi non è costretta a rinunciare ai SoC Qualcomm e MediaTek non essendo bannata dagli USA, perciò ci aspettiamo che sarebbe utilizzato in maniera limitata, come avvenne con il Surge S1 su Xiaomi Mi 5C e non sul flagship principale Mi 5.
Questo Project Ring dovrebbe concretizzarsi nel corso del 2024 ma potrebbe rimanere una novità sì importante ma relegata solo alla Cina, dove i brand locali sono soliti commercializzare quei prodotti troppo costosi e/o che apportano cambiamenti più o meno radicali per gli standard globali.
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