Il capo di Zeku svela come sarebbe stato il primo SoC OPPO

oppo soc

La chiusura di Zeku ha colto di sorpresa tutti gli addetti ai lavori che stavano assistendo alla nascita del primo SoC targato OPPO. Da tempo, la compagnia cinese stava lavorando a quello che sarebbe stato il suo primo microchip completo, dopo aver dimostrato una certa abilità in progetti minori. Mi riferisco a MariSilicon X e MariSilicon Y, gli unici due chip proprietari che OPPO abbia mai commercializzato, nel primo caso un AI ISP per la fotocamera e nel secondo per il mondo delle cuffie TWS. Questa volta, invece, l’azienda stava preparando un vero e proprio System-on-a-Chip che avrebbe sostituito le tipiche soluzioni Qualcomm o MediaTek, per di più puntando alla fascia premium.

OPPO e MediaTek stavano collaborando a un vero e proprio SoC high-end

A tornare sulla vicenda è stato in primis Mishaal Rahman, noto insider del mondo Android, che su Twitter ha condiviso la sua esperienza dopo aver visto più da vicino a cosa stavano lavorano OPPO e Zeku. Secondo le informazioni da lui raccolte, il progetto riguardava un microchip totalmente proprietario seppur in collaborazione con MediaTek, che si sarebbe occupata di fornire loro le componenti relative alla connettività (modem e quant’altro). Si vocifera che quello di OPPO sarebbe stato un SoC per la fascia alta e che sarebbe quindi stato impiegato su futuri top di gamma.

Ad aggiungere ulteriori dettagli ci ha pensato lo stesso Nhon Quach, ex chief architect di Zeku, che sul suo profilo Linkedin ha espresso la sua opinione sulla vicenda. OPPO aveva dato a Zeku un mandato di 7 anni per costruire un chipset high-end per i suoi flagship, e in 2 anni e mezzo venne creato con successo il cosiddetto SoC Gen1, il primo prototipo realizzato sul nodo N4P a 4 nm di TSMC, un risultato definito “straordinario sotto ogni punto di vista“. Nel giro di qualche mese venne realizzato il successivo SoC Gen2, quello che era destinato alla commercializzazione nel Q1 2024 basandosi sul processo N3P a 3 nm di TSMC. Sarebbe stato un traguardo considerevole, visto che sarebbe stato lanciato in concomitanza con lo Snapdragon 8 Gen 3 che però si fermerebbe ai 4 nm. Non soltanto, perché il SoC OPPO avrebbe avuto le ultime CPU ARM Cortex e GPU Mali, ampie memorie cache L1, L2 ed L3, memorie RAM a bassa latenza e varie tecnologie proprietarie probabilmente in accoppiata ai vari chip MariSilicon.

Tornando alle affermazioni di Mishaal Rahman, ha espresso il suo stupore nel testimoniare come a inizio maggio i dipendenti Zeku avessero inviato a Google la richiesta per aggiungere il supporto ad Android 14 per il SoC in lavorazione, salvo poi chiudere tutto pochi giorni dopo. Il perché sia stata presa questa decisione è presto detto: la crisi economica sta duramente colpendo il mercato tecnologico, e prodursi i chip in casa è altamente costoso e rischioso, come riscontrato da Xiaomi. E realizzare un’alternativa allo Snapdragon 8 Gen 2 o al Dimensity 9200 di turno significa dover spendere molti milioni in un chip che, al contrario di quelli Qualcomm e MediaTek, non sarebbe venduto ad altri brand e quindi rischierebbe di trovare posto in un numero insufficiente di modelli venduti; non a caso, molti dei top di gamma cinesi rimangono un’esclusiva cinese, e il perché ve l’ho spiegato in questo video-editoriale. Nonostante ciò, la “cugina” vivo starebbe cercando di realizzare il suo primo SoC, ma non mi meraviglierebbe che il tutto si tramutasse in un nulla di fatto.

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