Addio Xiaomi Surge: abbandonati i SoC proprietari

xiaomi surge

A parte Huawei, nessun altro produttore cinese ha esplorato l’idea di prodursi i chipset in casa. O meglio, Xiaomi ci ha provato, ma con risultati non propriamente entusiasmanti. Era il 2017 quando venne lanciato lo Xiaomi Mi 5C basato su Surge S1, un modello che è stato presto dimenticato, non soltanto in occidente. Evidentemente c’era ancora del lavoro da fare in quanto ad ottimizzazione energetica, per quanto come primo tentativo fosse più che passabile. Successivamente si è poi parlato in più occasioni di un possibile Surge S2, ma tutti i rumors si infrangono contro le voci di corridoio odierne.

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I SoC Surge non si faranno più, Xiaomi si concentrerà su altro

Secondo un insider dell’industria, Xiaomi avrebbe smesso di portare avanti i lavori per lo sviluppo di altri chipset proprietari. Al contrario, il team di ingegneri avrebbe spostato la propria attenzione su altri reparti tecnici. In particolar modo sullo sviluppo di chip RF, Bluetooth a basso consumo e altre componenti elettroniche del genere. Elementi altrettanto utili, se non indispensabili, all’interno di smartphone e non, ma sicuramente meno dispendiosi da sviluppare e produrre.

Anche perché la volontà di Xiaomi sarebbe quella di trovare un bilanciamento quanto più ottimale fra l’essere competitivi ed avere un certo profitto finanziario. E produrre un SoC tutto da soli significa effettuare investimenti, di soldi e di tempo, a lungo termine. Non vuol dire, però, che l’azienda non voglia investire, anzi: soltanto qualche giorno fa abbiamo scoperto gli investimenti effettuati su aziende di terze parti, quali Hypower Microelectronics e Senscoom.

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