Gli ultimi risvolti nello scontro tecnologico fra USA e Cina vedono il governo americano voler tagliare fuori dalla filiera globale la fabbrica SMIC più avanzata, quella da cui uscirebbero i Kirin 9000S della serie Huawei Mate 60. Sin da quando sono stati presentati al pubblico, gli ultimi top di gamma Huawei hanno destato i sospetti dell’amministrazione statunitense, arrivando a paventare l’ipotesi di nuove sanzioni ai danni delle compagnie cinesi.
Lo scontro fra USA, Huawei e SMIC si intensifica, a rischio i SoC Kirin?
Fra le ultime decisioni in ambito tech, l’amministrazione Trump decise di inserire SMIC nella famigerata Entity List, dentro cui sono presenti quelle società che non possono liberamente commerciare con tutte quelle aziende, americane e non, che vendono tecnologie di derivazione statunitense; la stessa sorte che toccò a Huawei, motivo per cui i suoi dispositivi non possono più montare SoC prodotti da TSMC e software completo Android da parte di Google.
Dopo qualche anno di empasse e necessità di affidarsi ai SoC Qualcomm e MediaTek, Huawei è riuscita a compensare l’impossibilità di lavorare con l’occidente affidandosi agli impianti della cinese SMIC. Nonostante siano più arretrati di TSMC o Samsung, dagli impianti del chipmaker cinese uscirebbero gli ultimi SoC Kirin, e se uso il condizionale è perché né Huawei né SMIC l’hanno mai confermato ufficialmente.
Il risultato sono System-ono-a-Chip come Kirin 9000S per Huawei Mate 60 e Mate X5, così come Kirin 9000SL e Kirin 8000 per la serie Nova 12, indietro rispetto ai migliori SoC Apple, Samsung, Qualcomm o MediaTek ma comunque un deciso passo in avanti verso l’indipendenza nei semiconduttori. Una mossa che non ha tardato ad attirare a sé le accuse del governo USA, che denuncia anomalie in alcune fabbriche asiatiche.
Gli ultimi risvolti di fine 2023, riportati da fonti anonime di Reuters, vedono il Dipartimento del Commercio statunitense aver contattato dozzine di fornitori americani per chiedere loro di interrompere i rapporti con il chipmaker cinese e la sua fabbrica SMIC South, per un giro d’affari da milioni di dollari che interessa sia materiali che componenti per la produzione di semiconduttori. La notizia è stata confermata da uno dei fornitori, Entegris, che secondo Reuters avrebbe sospeso le spedizioni a seguito della richiesta del governo USA.
Il portavoce dell’ambasciata cinese dichiara quanto segue: “Si tratta di un vero e proprio bullismo economico e inevitabilmente si ritorcerà contro. Esortiamo gli Stati Uniti a smettere di esagerare con il concetto di sicurezza nazionale e di abusare del potere statale per reprimere le aziende cinesi“. E mentre si discute dei dubbi attorno ai suddetti SoC cinesi realizzati a 7 nm, Huawei e SMIC sarebbero pronte al passaggio ai 5 nm.
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