iPhone 15 Pro Max: niente record Antutu, ma Apple ha vinto nel gaming

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Assieme alla variante Pro, iPhone 15 Pro Max è il primo smartphone in assoluto ad avere un System-on-a-Chip a 3 nm: ciò nonostante, il punteggio ottenuto nel benchmark Antutu ci racconta un’altra storia. Una storia fatta di potenza sintetica, dove sono invece i top di gamma Android come OnePlus Ace 2 Pro, iQOO 11S e Red Magic 8S Pro+ a detenere il podio della classifica Antutu. Ma per l’ennesima volta, l’operato di Cupertino ci insegna che la potenza è nulla senza controllo, specialmente quando si parla di prestazioni lato gaming.

iPhone 15 Pro Max non è lo smartphone più potente su Antutu, ma è come lo fosse per gli sviluppatori videoludici

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Sia che si parli di CPU che di GPU e memorie, uno smartphone come OnePlus Ace 2 Pro riesce a fare meglio nei benchmark Antutu rispetto ad iPhone 15 Pro Max. Rispetto all’A16 Bionic che c’è dentro iPhone 15, 15 Plus così come 14 Pro e 14 Pro Max, che su Antutu arriva a circa 1.470.000 punti, A17 Pro segna un miglioramento del +12%. Ma a che pro avere la dotazione hardware migliore che si possa volere se non la si può fruttare come si potrebbe?

Apple lo ha capito, e per il lancio dei nuovi iPhone 15 Pro e Pro Max ha ben pensato di siglare un’importante collaborazione con case videoludiche quali Capcom, Ubisoft e Kojima Productions. Il risultato è che sui nuovi melafonini sarà possibile giocare nativamente a Resident Evil Village, Resident Evil 4 Remake, Assassin’s Creed Mirage e Death Stranding in versione Director’s Cut.

Parliamo di titoli AAA che fino a prima dell’evento Apple erano concepibili solamente su console e PC e che adesso fanno il loro debutto su smartphone, segnando un importante passo in avanti per il gaming mobile. Di base, quello che ha fatto Apple sarebbe tecnicamente stato possibile anche su Android con i SoC Qualcomm e MediaTek. Il perché ciò non sia avvenuto è presto detto: le case videoludiche decidono di fare porting dei loro titoli solo su iPhone perché allearsi con Apple è economicamente conveniente, sia perché l’App Store genera più ricavi del Play Store, sia perché i melafonini continuano a salire nelle vendite.

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