Pebble sta creando il suo primo smartphone, e sarà l’Android che tanti vorrebbero

pebble smartphone

Ogni volta che viene annunciato un nuovo smartphone, c’è qualcuno che lamenta il fatto che i telefoni odierni abbiano dimensioni poco tascabili, e non hanno torto. 10 anni fa, il top di gamma Android di riferimento (Samsung Galaxy S4) aveva uno schermo da 5″ e misurava 136.6 x 69.8 x 7.9 mm, mentre la controparte Apple (iPhone 5s) faceva ancora meglio con il suo 4″ in 123.8 x 58.6 x 7.6 mm; oggi, Samsung Galaxy S23 Ultra misura 6,8″, iPhone 14 Pro Max tocca i 6,7″ e si vocifera che le prossime generazioni sfioreranno i 7″. E se si escludono rarissime eccezioni, compagnie come Xiaomi hanno spiegato perché abbiano abbandonato la categoria degli smartphone compatti. Ma è di tutt’altra idea l’ideatore del marchio Pebble, che ha reso pubblica la sua volontà di andare in quella direzione e realizzare un telefono più ergonomico.

Il creatore di Pebble vuole tornare sul mercato e vuole farlo con uno smartphone super compatto

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Render ufficiali di come potrebbe apparire lo smartphone Pebble

Recentemente, Eric Migicovsky (Pebble) è tornato a far parlare di sé con il bizzarro Beepberry, ma nei primi mesi del 2023 era già tornato sulla scena con SmallAndroidPhone. L’obiettivo del suo progetto è molto semplice: avere sul mercato uno smartphone dalle dimensioni contenute, in un settore dove raramente si scende sotto i 6,5″/6,7″, che stia bene in tasca, sia leggero e facile da usare con una mano senza il rischio di farlo cadere. L’idea è quella di realizzare un telefono sotto i 6″ ma che allo stesso tempo abbia ottime fotocamere e Android stock, praticamente un Google Pixel ma più piccolo, in una fascia di prezzo attorno agli 850$. Nella testa di Eric dovrebbe avere un design industrial in stile iPhone 13 Mini, con cornici simmetriche attorno a un OLED da 5,4″ Full HD (anche a 60 Hz), modem 5G ed NFC, 8 GB di RAM e 128/256 GB di memoria, selfie camera punch-hole, due fotocamere posteriori con sensore principale da 50 MP e ultra-grandangolare, una batteria che dia almeno 4 ore di schermo attivo e bootloader sbloccabile per aprire le porte al modding; volendo sognare, si parla anche di scocca robusta e certificata IP68, sensore ID laterale, Alert Slider, eSIM e ricarica wireless.

Vista l’ambiziosità del progetto, la prima opzione di SmallAndroidPhone è quella di sollevare un tan tan mediatico tale da fare pressioni sui produttori e convincerne almeno uno, aggiungendo però che “se nessuno ne farà uno, immagino che sarò costretto a farlo da solo“, probabilmente lanciando una campagna di crowdfunding. Al progetto stanno lavorando ex Pebble come Ben Bryan e Chris Hendel e l’ex GoPro Alex De Stasio, i quali hanno maturato contatti con l’industria telefonica che li aiuterebbe a costruire hardware e software per raggiungere questo traguardo; come casa di produzione OEM candidata viene menzionata “uno tra i maggiori produttori di telefoni al mondo“, senza però specificare di chi si tratti. Ma non sarà un percorso semplice, specialmente per la fornitura del display, visto che molti non producono più pannelli sotto i 6” e chi li fa ancora li fa in stile iPhone, senza punch-hole bensì col famigerato notch, caratteristica che non è vista di buon occhio dal progetto. Ma progettare uno schermo da 0 sarebbe qualcosa di molto complesso, sia in termini di tempistiche che di costi.

Con nome in codice “Marvin”, lo smartphone è in fase di progettazione e ci sono in esame lo Snapdragon 8+ Gen 1 e “un chip Qualcomm di fascia media ancora da rilasciare“, mentre lato software l’intenzione è quella di dare agli utenti almeno 2 anni di aggiornamenti. Attualmente la petizione SmallAndroidPhone ha raccolto oltre 41.000 firme, e se foste interessati potete firmarlo anche voi. Le previsioni del team parlano di almeno 50.000 potenziali acquirenti, ma “se raddoppiassero, ciò ridurrebbe probabilmente il costo per tutti“. Tuttavia, specialmente nel difficile mercato odierno in crisi economica, si tratta di un azzardo che, in vesti differenti, ha portato al fallimento compagnie come Nextbit, Essential e RED.

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