Nel corso dei decenni, il nostro modo di interagire con il web è profondamente cambiato: un tempo, per navigare era necessario conoscere il link URL del sito che si voleva visitare, e acquistare prodotti in rete era ancora qualcosa di lontano. Poi arrivarono realtà come Google e Amazon, che cambiarono radicalmente l’interazione internettiana sdoganando all’umanità il concetto di motore di ricerca e e-commerce. Da allora, chiunque cerchi qualcosa si rifà ai risultati di Google Search e chiunque voglia fare shopping online consulta il catalogo di Amazon. Secondo Bill Gates, però, queste dinamiche sono destinate nuovamente a cambiare, e il motivo si chiama intelligenza artificiale.
Bill Gates torna a parlare dell’impatto che l’intelligenza artificiale avrà sul nostro quotidiano
In occasione di un evento Goldman Sachs ed SV Angel, Bill Gates si è pronunciato sull’impatto che il concetto d’intelligenza artificiale sta avendo sul mondo digitale, e le sue affermazioni sono state nette: “non andrai mai più su un sito di ricerca, non andrai mai più su un sito di produttività, non andrai mai su Amazon di nuovo“. Tutto si giocherà su chi per primo riuscirà a creare un assistente personale IA in grado di soddisfare tutte le richieste degli utenti, facendo quello che hanno fatto in passato Google e Amazon, ovvero ponendosi da intermediario fra l’utente e l’obiettivo finale, che sia un’informazione da cercare o un prodotto da acquistare. Non a caso, la sua Microsoft ha pesantemente investito nella collaborazione con OpenAI, inglobando le sue tecnologie IA e inserendole all’interno dei vari Bing, Edge, Office, col risultato che adesso il suo motore di ricerca è passato dall’anonimato a essere uno dei più utilizzati.
Ma secondo Bill Gates i giochi sono ancora aperti, e c’è il 50% di probabilità che questa innovazione arrivi o da una startup o una colosso tech: “Sarei deluso se Microsoft non fosse intervenuta, ma sono impressionato da un paio di startup, inclusa Inflection.AI“. Inutile dire che anche Google si sta muovendo per recuperare il gap che si è venuto a creare fra il suo ecosistema e quello di Microsoft, che per primo ha aperto al pubblico le sue innovazioni basate su intelligenza artificiale. Al Google I/O 2023 abbiamo già avuto un assaggio di come cambierà il suo motore di ricerca, un business che ogni anno gli porta qualcosa come 250 miliardi e su cui è quindi molto attenta a come muoversi. C’è infatti chi lamenta che Google si stia muovendo più lentamente dei suoi competitor pur avendo dimostrato di avere tecnologie all’altezza delle rivali: basti vedere i miliardi bruciati per colpa di Bard, che oltre a preoccupare gli stessi dipendenti non è ancora stato rilasciato in Europa (e c’è un motivo).
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