Seagate: multa salata per aver violato il ban di Huawei

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Sono passati quasi due anni da quando Huawei e Seagate vennero accusate di aver violato il ban americano, aggirando i vincoli imposti dalle autorità americane. Da quando la compagnia cinese è stata inserita nella famigerata Entity List, non può più liberamente commerciare con le compagnie che vendono prodotti che contengono tecnologie di derivazione americana. E adesso, a distanza di diverso tempo, arriva la stangata ai danni del celebre produttore di hard disk, costretto a pagare una multa piuttosto salata.

Huawei e Seagate: la violazione del ban americano è stata ufficialmente condannata

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Dopo aver preso parte al contenzioso legale, Seagate ha accettato il pagamento di 300 milioni di dollari per aver violato le leggi statunitensi sul controllo delle esportazioni, spedendo 7,4 milioni di dischi rigidi per un valore di oltre 1,1 miliardi a Huawei e diventando il suo unico fornitore dopo che gli altri due principali fornitori (Western Digital e Toshiba) avevano smesso di vendere all’azienda cinese.

La posizione di Seagate era che le sue unità di fabbricazione estera non fossero soggette alle normative statunitensi sul controllo delle esportazioni, ma il governo USA ha stabilito che ha interpretato erroneamente la norma, non possedendo le licenze necessarie per vendere a Huawei. Oltre alla multa, ha acconsentito a controlli sul suo programma di conformità si vedrà negati i suoi privilegi di esportazione per cinque anni.

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