Negli scorsi giorni, il team di ingegneri di Xiaomi ha annunciato quello che potrebbe essere un cambiamento notevole nell’industria degli smartphone: le batterie a stato solido. Questa tecnologia è stata ideata per sopperire al classico problema di tutti i dispositivi elettronici del mondo, ovvero migliorarne l’autonomia. Ogni volta che si parla di smartphone (ma non solo), c’è chi lamenta il fatto che, mentre abbiamo ricariche sempre più rapide ed evolute, le batterie sono ancora ferme agli ioni di litio, con tutti i vantaggi e svantaggi che ne conseguono. La verità è che nel dietro le quinte molte aziende hanno già sviluppato tecnologie alternative, che aspettano solo di essere finalizzate per poi eventualmente poter debuttare.
La rivoluzione degli smartphone Xiaomi potrebbe chiamarsi batteria a stato solido
La batteria a stato solido presentata da Xiaomi cerca di risolvere il problema della longevità, aumentando la densità energetica a 1.000 Wh/l, oltre il doppio allo standard di 450 Wh/l che troviamo su molte auto elettriche. Ai materiali in silicone/ossigeno attualmente utilizzati Xiaomi ha sostituito il litio metallico, definito il Santo Graal delle batterie avendo capacità triplicate nell’immagazzinare energia. Una batteria del genere può anche resistere a temperature estreme, con una velocità di scarica il 20% più lenta rispetto alle batterie Li-Ion quando ci si trova a -20° C; ciò è possibile grazie a una composizione chimica dove l’elettrolita (il ponte fra anodo e catodo) è solido anziché liquido ed è meno soggetto all’aumento di viscosità che provocherebbe anomalie nel trasporto degli ioni di litio.
La dimostrazione è avvenuta (almeno a parole) su un prototipo di Xiaomi 13, la cui batteria è così passata da 4.500 mAh a una capienza maggiorata di 6.000 mAh nello stesso ingombro. Un aumento cospicuo del 33% e per di più aumentando la sicurezza: secondo Xiaomi, la struttura a stato solido è più sicura di quelle al litio, dotando l’elettrolita di materiale ceramico ed eliminando del tutto la possibilità di cortocircuiti e forature che potrebbero provocare incendi o esplosioni (come nel caso di Samsung Galaxy Note 7).
Aspettiamo a gioire, però: come confermato dalla stessa compagnia, Xiaomi non è in grado di produrre in massa le batterie a stato solido e bisognerà attendere anni prima di vederle debuttare sugli scaffali. Nel frattempo, competitor come Honor hanno già dimostrato di avere un asso nella manica che si chiama batteria silicon-carbon.
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