Sono 16 anni che Samsung è leader delle vendite nelle smart TV, grazie a una filiera produttiva che l’ha portata in cima alle classifiche mondiali. Un dato che abbiamo visto confermato nel corso del 2021, quando la compagnia sud-coreana ha venduto qualcosa come 42 milioni di televisioni. Un risultato che le ha permesso di raggiungere il 29,5% dei guadagni mondiali, superando la diretta rivale LG con le sue 27 milioni e una quota del 18,5%. Possiamo dire, quindi, che nelle mani della Sud Corea passa praticamente la metà del mercato televisivo globale, ma la verità è che molto di questo merito è da attribuire anche alla Cina.
Le smart TV Samsung continuano a essere leader, ma i legami con la Cina sono forti
Nonostante il 2022 si stia rivelando un anno piuttosto negativo per tutti i produttori tecnologici, Samsung compresa, l’azienda punta in alto. Per il 2023, infatti, Samsung prevede di spedire oltre 40 milioni di smart TV in tutto il mondo, andando contro i venti contrari dell’economia. In questa strategia di consolidamento della sua posizione di leadership, però, non bisogna sottovalutare l’importanza della partner/rivale Cina. Di questi milioni previsti, circa 39 milioni saranno smart TV basate su tecnologia LCD; allo stesso tempo, qualche mese fa Samsung ha annunciato di aver interrotto la produzione di pannelli LCD. Il motivo? La competizione è troppo aggressiva, specialmente da parte della Cina che negli anni ha coltivato diverse aziende che hanno ricavato un grosso successo in materia di cristalli liquidi.
Per esempio BOE, che nel 2019 ha superato Samsung ed LG diventando il più grande produttore di schermi per TV al mondo. Di conseguenza, per assemblare le sue TV Samsung deve rivolgersi a produttori di terze parti, come le cinesi CSOT, HKC e BOE, ma anche la taiwanese AU ed LG Display. Vista anche la rivalità in ambito smartphone con BOE, Samsung si rifornirà in primis da CSOT (China Star Optoelectronics Technology), che ricordiamo essere una sussidiaria di un altro grosso produttore di schermi cinese, ovvero TCL. Non soltanto Samsung possiede azioni in borsa di CSOT, ma gli ha anche venduto il suo impianto produttivo situato a Suzhou.
Viene da sé, quindi, che gli schermi della quasi totalità delle smart TV che Samsung venderà da qui ai prossimi anni saranno di provenienza cinese. Discorso differente è invece quello relativo alla tecnologia OLED, soprattutto quella Quantum Dot, che nel 2023 troverà posto su circa 1,5 milioni di smart TV che Samsung prevede di spedire in tutto il mondo. Al contrario dei pannelli LCD, sempre più economici e meno profittevoli, la volontà di Samsung di limitarsi alla produzione OLED va incontro alla necessità di alzare i guadagni. Lo stesso possiamo dire per le smart TV 8K, anche se in questo caso la società sta rischiando di essere bannata.
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