Quanto dipendiamo dalla produzione di smartphone in Cina?

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Molto spesso parliamo della dipendenza dalla Cina per la produzione e la fabbricazione di smartphone, ma quanto siamo effettivamente dipendenti? Sull’argomento ho fatto un video-editoriale che invito a recuperare, in quanto lì spiego perché i marchi più venduti sul mercato sono praticamente tutti cinesi. Sin dal suo ingresso nel mercato globale della tecnologia, la Cina si è imposta come nucleo essenziale per l’intera filiera dell’elettronica. E grazie ai dati pubblicati degli analisti, adesso possiamo avere una panoramica più precisa che ci spiega quanto della produzione mondiale di smartphone dipenda dalla Cina.

Cala la dipendenza dalle fabbriche della Cina, ma la nazione rimane leader nella produzione

È Counterpoint Research a dircelo, con un grafico che mette a confronto le tre nazioni da cui esce la quasi totalità degli smartphone fabbricati in tutto il mondo nel 2021. Ovviamente è sempre la Cina a comandare la classifica, perché il 67% degli smartphone viene prodotto proprio nella nazione guidata da Xi Jinping; un numero che è comunque in costante calo da anni, da quando nel 2019 la percentuale è scesa sotto il 70%. Una fetta comunque importante, che sottolinea come Apple e i vari OEM cinesi (Xiaomi, OPPO, vivo, ecc.) dipendano ancora dalla Cina per la realizzazione dei propri dispositivi. Confrontando 2020 e 2021, il netto calo del -82% da parte di Huawei è stato compensato dagli altri produttori, in particolare da OPPO con un +49% e in seconda battuta Xiaomi (+35%), Apple (+16%) e vivo (+15%).

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Al contrario di Huawei, tutte le altre aziende stanno cercando di diversificare la produzione, cercando alternative valide alla Cina. Per esempio l’India, che in 5 anni è passata dal 9% al 16% della produzione mondiale, diventando a tutti gli effetti la seconda in classifica. Un aumento dovuto principalmente ad Apple, Xiaomi e OPPO, tre delle principali aziende che stanno considerando l’India sempre più un’alternativa per la propria filiera. Tuttavia, questo +5% è destinato all’India stessa, che da anni sta spingendo i marchi che vendono nel suo mercato a produrre in loco, sottolineando la volontà dell’India di diventare una vera e propria rivale per la Cina; volontà che sta provocando non pochi problemi alle aziende, che però vedono nell’India un mercato molto prolifico.

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Se la Cina cala e l’India cresce, il Vietnam rimane pressoché stabile sui propri numeri, ottenendo un 10% della quota globale. Dopo l’India, il Vietnam è il paese dove i produttori stanno investendo per diversificare la produzione; tuttavia, mentre Samsung sta facendo realizzare più smartphone nella nazione (così come in Turchia e Indonesia), allo stesso tempo la dipartita di LG ha controbilanciato in negativo. Bisognerà vedere cosa faranno altri brand come Apple, che dopo aver spostato parte della produzione di iPad potrebbe considerare il Vietnam anche per la fabbricazione degli iPhone.

Fra i paesi non elencati, l’Indonesia potrebbe essere fra quelli in crescita nei prossimi anni; essendo la nazione dove vengono prodotti gli smartphone per il Sud-Est Asiatico, la quota potrebbe aumentare in base all’andamento delle vendite di smartphone in questa regione.

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