Perché l’India è un problema per i produttori di smartphone

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Da tempo, l’India si sta rivelando una spina nel fianco per i produttori di smartphone proveniente dai paesi esteri, Cina in primis. Lo abbiamo visto con le numerose indagini ai danni di brand quali Xiaomi, Huawei, OPPO e vivo, che negli anni hanno subito persino casi di vandalismo ai propri danni. L’India ha anche provveduto a vietare centinaia di app, bloccare il 5G di Huawei e ZTE e rallentare l’approvazione degli smartphone cinesi, e si è persino parlato di un possibile ban degli smartphone low-cost dalla Cina.

L’India avanza nuovi obblighi per l’utilizzo delle sue tecnologie a bordo degli smartphone esteri

Il motivo di questo dissidio fra le parti risalgono a tensioni al confine conteso in zona Himalaya, ma non siamo qui per parlare di geopolitica. Quello di ci interessa discutere è la volontà dell’India di rendersi meno dipendente dalla Cina quando si parla di mercato tecnologico, anche quando si parla di crisi dei chip e di aiutare Apple nella sua produzione. Per farlo, il governo indiano starebbe anche richiedendo ai produttori di smartphone che operano sul suo mercato di adeguarsi all’adozione di tecnologie nazionali.

Cos’è il sistema NavIC

Mi riferisco al NavIC, acronimo che indica il sistema indiano di navigazione satellitare: così come altre nazioni, anche l’India ha una sua flotta di satelliti che forniscono copertura sul suo territorio. Il primo lancio è avvenuto nel 2013 e l’inaugurazione ufficiale è del 2018, per un costo totale di circa 281 milioni di dollari e comprende al momento 7 satelliti in orbita. Per avere un metro di paragone, ecco come attualmente si compongono gli altri sistemi di navigazione nel mondo:

  • Cina – BeiDou, 35 satelliti
  • USA – GPS, 31 satelliti
  • Russia – GLONASS, 24 satelliti
  • Europa – Galileo, 23 satelliti
  • Giappone – QNSS, 5 satelliti
vivo oppo india
Atti vandalici in India contro i brand esteri di tecnologia

Quello che l’India richiede ai produttori esteri di è di integrare la connettività NavIC sugli smartphone in commercio in India. A partire da gennaio 2023, i nuovi telefoni lanciati sul mercato indiano sarebbero obbligati a integrare l’opzione NavIC. Una richiesta che preoccupa aziende come Apple, Samsung, Xiaomi, OPPO, Realme e vivo, che si sarebbero ribellate alla decisione in quanto comporterebbe un innalzamento dei costi per i nuovi chip e componenti necessari. Senza contare il dover effettuare altri test e autorizzazioni, il ché potrebbe portare all’interruzione e/o al rinvio dei lanci già pianificati per i mesi futuri. Come afferma Binu George, dirigente indiano di Samsung, “ciò richiede modifiche alla progettazione hardware e investimenti aggiuntivi per supportare dispositivi specifici per l’India; inoltre, le aziende si sono già preparate per il lancio dei modelli nel 2024“.

Continua così la spinta all’autosufficienza tecnologia da parte dell’India e del primo ministro Narendra Modi, volendo ridurre la dipendenza dai sistemi di navigazione satellitare degli altri paesi. Secondo l’India, il sistema NavIC garantisce una navigazione più accurata per la nazione e andrebbe a beneficio dell’economia interna. L’agenzia spaziale indiana ISRO fa presente che sistemi come GPS e GLONASS sono gestiti dalle agenzie di difesa americano e russo e che la loro copertura potrebbe essere interrotta per motivi politici. E Dei circa 300 modelli di telefoni in vendita in India, soltanto due dozzine supportano il NavIC, afferma sempre l’ISRO.

Nel frattempo, Qualcomm ha confermato di star lavorando con l’ISRO per integrare il NavIC sui suoi SoC, e lo stesso sta facendo MediaTek: il chipmaker taiwanese ha confermato che tutti i suoi SoC 5G lo supporteranno, a fronte di un costo maggiorato. Nel mentre, i produttori di smartphone starebbero spingendo affinché l’India renda operativo il sistema NavIC sulla frequenza satellitare L1 e non soltanto su quella L5, facilitandone l’integrazione sui chipset già esistenti. La risposta dell’India non è mancata, specificando che affinché ciò accada ci vorranno altri lanci di satelliti, previsti non prima di 2024 e 2025.

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