Il mondo delle fotocamere per smartphone è guidato da due nomi: Sony e Samsung. Stando ai dati del 2021, di tutti i sensori fotografici presenti sugli smartphone in tutto il mondo Sony e Samsung possiedono oltre il 70% del mercato; e anche se Sony ne ha la maggioranza (45%), molto spesso è Samsung a far parlare di sé grazie a soluzioni tecnologiche molto avveniristiche. Se Xiaomi Mi Note 10 fu il primo al mondo ad avere una fotocamera da 108 MP fu grazie al Samsung ISOCELL Bright HMX; e lo stesso diremo a breve per il Moto Edge 30 Ultra, che per la prima volta nella storia si spingerà a 200 MP con l’ISOCELL HP1.
Nel futuro di Samsung c’è un incredibile sensore da 450 MP: Xiaomi, OPPO e vivo stanno a guardare
Nella costante ricerca dell’evoluzione fotografica, Samsung ha recentemente depositato un brevetto per il termine Hexa²pixel. Un termine che a molti non dirà molto, ma che in ambito fotografico può darci un’indicazione su cosa aspettarci nel prossimo futuro. Quando si aumenta la quantità di pixel in un sensore, per esempio, a 48, 50 e 108 MP, è necessario affidarsi alla tecnologia del Pixel Binning per ottenere risultati all’altezza. Questo perché, per ovvi limiti dimensionali, i sensori fotografici per smartphone devono riuscire a trovare spazio in scocche dove di spazio ce n’è poco.
Prendendo come paragone la mia Sony A6600, monta un sensore da 24,2 MP con dimensioni di 23,5 x 15,6 mm. Adesso pensate a Xiaomi 12S Ultra, il cui sensore Sony IMX989 è da 50 MP ma misura soltanto 13,2 x 8,8 mm (a tal proposito, leggetevi questo articolo in cui spiego la bugia dei sensori da 1″). Com’è possibile che un sensore grosso praticamente la metà abbia il doppio dei pixel al suo interno? Se Sony e Samsung ci riescono è perché realizzano sensori dai pixel molto piccoli: se quelli della Sony A6600 misurano 3,89 µm, quelli di Xiaomi 12S Ultra soltanto 1,6 µm. Per non parlare del succitato Samsung HP1 da 200 MP, che scende addirittura a 0,56 µm, i pixel più piccoli mai visti su smartphone.
Normalmente, pixel così piccoli comporterebbero scarsa qualità, essendo la parte fotosensibile del sensore ergo quella che cattura la luce. Ma è qua che entra in gioco la tecnica del Pixel Binning, tanto cara a Samsung: anziché scattare a 108 MP e far lavorare i pixel singolarmente, la foto viene realizzata a 12 MP facendo lavorare gruppi di pixel come fossero un pixel solo. Per esempio, Samsung Galaxy S22 Ultra ha un sensore da 108 MP con pixel da 0,8 µm ma con la modalità Nonapixel 9-to-1, cioè un Pixel Binning 3×3, scatta a 12 MP con pixel da 2,4 µm. Sulla base di questa tecnica, è stato calcolato che il termine Hexa²pixel potrebbe stare a indicare un gargantuesco sensore da 450 MP, dove “Hexa²” significa “6²” e quindi un Pixel Binning 36-to-1 con pixel 6×6.
E se credete che una fotocamera da 450 MP sembri follia su uno smartphone, forse non sapete che Samsung ha confermato di star lavorando al primo sensore da 600 MP. Nel frattempo, aziende come Xiaomi, OPPO, vivo e Motorola osservano attentamente: nonostante li produca Samsung, tendenzialmente la compagnia sudcoreana lascia che siano le partner cinesi a farsi carico di introdurle e testarle sul mercato.
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