Se da un lato il ban USA ha provocato il crollo di Huawei, dall’altro ha dato ancora più spazio alle sue rivali, Xiaomi in primis. Da quando il colosso cinese non può più essere competitivo nel mercato degli smartphone, le sue quote di mercato sono state rapidamente accaparrate dalle altre aziende. E se si guarda all’Europa, è palese che l’azienda di Lei Jun sia una di quelle che maggiormente ha approfittato di questo improvviso vuoto nell’offerta. Più in generale, se le analisi di settore evidenziano un aumento delle vendite di telefoni nel nostro continente, lo si deve principalmente ai brand cinesi.
La classifica dei principali produttori di smartphone per vendite parla chiaro: delle prime sei posizioni, quattro sono Xiaomi, OPPO, realme e vivo. Non solo sono rappresentano la maggioranza, ma sono anche le realtà che più stanno crescendo, con boost rispettivi del +50%, +94%, +162% e +207%. Certo, sono numeri “falsati”, nel senso che sono così importanti perché parliamo di brand che negli anni passati erano assenti o quasi sugli scaffali. Ma sono comunque simbolici di come la Cina si stia accaparrando un mercato importante come quello europeo.
Il 2021 è stato un anno di alti e bassi per Xiaomi in Europa
Se si guarda al panorama mondiale, Xiaomi è senza ombra di dubbio l’azienda che con i margini di crescita più impressionanti. È stata una delle uniche a non calare in un anno difficile come il 2020 e ha registrato anche la crescita più grande nel 2021. Una crescita a cui hanno contribuito soprattutto zone come India, Cina, Sud-est Asiatico ed Europa. Nonostante ciò, il 2021 non si è concluso affatto nel migliore dei modi per la divisione europea di Xiaomi.
Grazie ai dati di Counterpoint Research, possiamo capire meglio quale sia stato l’andamento del mercato degli smartphone in Europa nel 2021. I primi mesi dell’anno sono stato particolarmente positivi, complice soprattutto il calo che ha colpito Samsung dopo il primo trimestre. Xiaomi è persino arrivata a essere la prima azienda in Europa per un breve periodo a giugno, capitalizzando sulla crisi della catena di approvvigionamento che ha afflitto Samsung. Un risultato reso possibile soprattutto grazie ai risultati raggiunti in nazioni come Italia, Spagna e Russia.
Tuttavia, la stessa crisi è poi sopraggiunta anche per Xiaomi, che da fine estate in poi ha registrato una decisa decrescita. Il calo l’ha portata numeri persino inferiori rispetto a quelli di inizio 2021, un trend negativo che è proseguito per tutta la seconda metà dell’annata. Oltre alla succitata crisi, il calo di Xiaomi è anche da attribuire al ritorno di Samsung, forte dei suoi pieghevoli ma anche e soprattutto del successo commerciale della serie Samsung Galaxy A. Nel corso del 2021 abbiamo assistito al lancio di modelli come A02s, A12, A31, A32, A42, A51, A52, A52s, A71 e A72. Una scelta piuttosto variegata per la fascia media, nel mentre Xiaomi si trovava costretta a rimpiazzare 11 Lite con 11 Lite NE per la mancanza di chip.
Ma anche al netto di questo calo, Xiaomi ha comunque concluso il 2021 con il più alto numero di vendite di smartphone nella sua storia. Pertanto siamo curiosi di capire cosa accadrà nel 2022: riuscirà Xiaomi a risalire verso la vetta?
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