Il throttling della CPU non è di certo una pratica poco comune: a luglio abbiamo avuto il caso di OnePlus, con delle limitazioni dedicate all’ultimo top 9 Pro e la promessa di un aggiornamento per permettere agli utenti di scegliere se e come “limitare” il proprio dispositivo. Per quanto sia facile lasciarsi andare a teorie legate all’obsolescenza programmata, spesso la verità è ben più amara e meno “cinematografica” (anche se non sono mancati casi in mala fede, sia chiaro): ormai si continua a puntare su chipset sempre più potenti, una caratteristica che ingolosisce gli utenti e rende uno smartphone più appetibile rispetto al predecessore o ai rivali. Tuttavia questa potenza è spesso superflua per un utilizzo quotidiano e senza delle ottimizzazioni possono verificarsi sprechi delle prestazioni, ovviamente con un impatto su autonomia e temperatura.
Alla luce di ciò è alquanto probabile che lo stesso sia avvenuto anche per Xiaomi 11T Pro: il flagship sarebbe stato castrato in alcune circostanze, con un prestazioni limitate per evitare sprechi. In base ai test effettuati è emerso che con alcune applicazioni (particolarmente pesanti) il dispositivo rallenta le sue prestazioni in modo da impedire surriscaldamenti.
Tuttavia è anche da comprendere il punto di vista dei media e degli esperti: questo comportamento è fuorviante per i benchmark dedicati alla GPU, in quanto restituiscono risultati falsati e differenti rispetto alla “realtà”. Come nel caso di OnePlus, anche per Xiaomi sarebbe bene che la compagnia offrisse gli utenti la possibilità di scegliere autonomamente tra ottimizzazione o massime performance. Voi cosa ne pensate? Comunque restiamo in attesa di ulteriori dettagli e magari della risposta di Xiaomi.
⭐️ Scopri le
migliori offerte online grazie al nostro canale Telegram esclusivo.