Avere una “mamma” come Huawei ha giovato non poco alla crescita di Honor, sia in termini economici che di infrastrutture di produzione. Prima del ban americano, il colosso cinese era indipendente nel potersi realizzare una parte della componentistica, in particolare i chipset. Anziché doversi affidare a Qualcomm e MediaTek, Huawei si produce(va) da sola i tanto apprezzati Kirin. Ovviamente questo know-how era ereditato dal sub-brand Honor, potendo così avere in catalogo smartphone di alto profilo. Ma adesso che le aziende non sono più collegate, Honor si trova tagliata fuori dalla filiera produttiva di Huawei, per quanto risulta ormai claudicante.
Il primo passo per il nuovo corso da parte di Honor si sostanzia nell’aver trovare nuovi fornitori per i chipset. Non potendo più utilizzare i Kirin di HiSilicon, gli smartphone Honor saranno guidati da SoC MediaTek ma anche e soprattutto Qualcomm. Lo dimostra la nuova famiglia Honor 50, con i primi smartphone al mondo ad essere dotati di Snapdragon 778G. E con l’evento di ieri sono arrivate anche nuove informazioni in merito alla nuova gestione della produzione.
BYD Electronics è il nome dietro alla realizzazione della serie Honor 50
Anziché dalla filiera di Huawei, la serie Honor 50 è stata fabbricata in collaborazione con BYD Electronic. Quest’ultima ha pubblicato un documento in cui riporta per filo e per segno com’è avvenuta la fabbricazione di Honor 50. Oltre alla sua realizzazione, BYD si è occupata anche di tutti quei processi di assemblaggio di telefoni e circuiti, test vari ed impacchettamento. In realtà, non è la prima volta che BYD lavora con Honor per la realizzazione dei suoi prodotti. È già accaduto anni fa, come nel caso di Honor 7, 8 e 9, V30 e V40 e X10, ma non solo. BYD è stata incaricata anche della fabbricazione della serie Xiaomi Mi 11, per non parlare della realizzazione della prima auto con HarmonyOS in partnership con Huawei. Sì, perché c’è anche BYD Auto, una delle varie branche di BYD Company e fra le principali case automobilistiche della Cina.
Per quanto sia un brand conosciuto, Honor non è dotata di impianti produttivi che realizzino fisicamente questi smartphone, ma è fisiologico. Praticamente tutti i produttori di telefoni (chi più, chi meno) usufruiscono dei servizi di ODM, acronimo che sta per Original Design Manufacturer. Ma che cos’è un ODM? Volendo riassumere in breve, immaginate un ODM come un’azienda che realizza una serie di design di smartphone a cui i produttori attingono per i propri cataloghi. Questo vale soprattutto per gli smartphone di fascia medio/bassa, sui quali non si punta granché in termini di design: se vi siete mai chiesti come mai i prodotti più economici spesso si assomigliano, questa è una delle ragioni.
Sappiamo già che anche Honor usufruirà di servizi ODM di questo tipo, per quanto non provenga da queste fonti il design di Honor 50. È palese che il top di gamma di nuova generazione si “ispirerà” a Huawei P50 ed è normale, essendo stato concepito almeno un anno fa, quando ancora le aziende erano interconnesse.
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