Il debutto del chiacchierato HongMeng OS potrebbe avvenire con il lancio di Huawei Mate 30. Proporre un sistema operativo proprietario, sempre basato su Android, potrebbe rivelarsi il metodo migliore per bypassare il ban di Google. Un ban che purtroppo sta colpendo duramente l’andamento dell’azienda, ritrovatasi sotto ai riflettori dopo la ormai risaputa decisione del governo USA. L’opinione pubblica si è prontamente schierata, fra un meme e l’altro, appoggiando Huawei, ma ciò potrebbe non bastare a risollevarne le sorti.
Huawei smentisce il calo di produzione da parte di Foxconn
Secondo voci di corridoio, Huawei Technologies starebbe attentamente osservando la situazione per capire come muoversi. La società starebbe ricalibrando i propri obiettivi, soprattutto ciò che concerne la conquista del primo posto nel mercato dei produttori di smartphone. Le affermazioni di Richard Yu nei confronti di Samsung (alle quali non è mancata risposta) non sarebbero più così valide, insomma.
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Lo stesso Zhao Ming, presidente di Honor, si è così espresso in merito: “Vista la situazione, è troppo presto per sapere se saremo in grado di raggiungere tale obiettivo“. La situazione si farebbe ancora più spinosa perché, secondo voci di corridoio, Foxconn avrebbe fermato diverse linee produttive per gli smartphone Huawei. Questo perché la stessa compagnia avrebbe ridotto gli ordini, secondo una fonte interna vicina alla faccenda ma che è voluta rimanere privata.
Non si tratta di una situazione del tutto anomala: da sempre i produttori hanno una certa flessibilità in merito, potendo aumentare e diminuire gli ordini in base al proprio andamento. Tuttavia, non sarebbe dato sapere se questo taglio di Huawei sia temporaneo o meno. Ma non è tardata ad arrivare la smentita da parte di Huawei con tanto di comunicato ufficiale: “Huawei rifiuta queste affermazioni. I livelli della nostra produzione globale sono normali, con nessuna correzione evidente in entrambe le direzioni”.
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