L’affaire Huawei sta continuando a svilupparsi, per quanto la vicenda sia ancora in stallo. C’è una proroga in atto fino al 19 agosto, ma al contempo diverse aziende hanno deciso di tagliare i ponti, almeno per il momento. La più rumorosa è stata senz’altro Google, la cui notizia ha scatenato il panico fra gli utenti, adesso dubbiosi sul destino del proprio dispositivo Huawei. Vista la situazione delicata, il fondatore e presidente Ren Zhengfei ha deciso di rilasciare una rara intervista in televisione ai microfoni di Bloomberg.
Il presidente di Huawei ha rilasciato un’intervista a Bloomberg
L’intervistatore è partito parlando dei rapporti commerciali fra USA e Cina, ancora più complicati adesso che il governo Trump ha compiuto questo passo. Soprattutto per quanto riguarda la fornitura di chipset, anche se Ren ha sottolineato come metà dei chip utilizzati siano prodotti in proprio. Anche se finora gli USA non ne hanno mai acquistati da Huawei, l’azienda potrebbe decidere di non volerli mai vendere alla controparte americana.
Ma per quanto tempo Huawei può resistere ad un blocco del genere, non potendo commercializzare con aziende come Google, Qualcomm e via dicendo? La situazione non è così tragica: il blocco c’è, ovviamente, ma Huawei è tranquillamente in grado di continuare per la sua strada. “Gli USA non sono la polizia internazionale“, ha affermato Ren. “Le aziende dovrebbero poter commerciare con noi, basandosi sui propri interessi.”
A questo punto Ren Zhengfei ha fatto un’analogia fra Huawei ed un aeroplano. Alla domanda “Qual è il piano di scorta che Huawei adopererà?” ha risposto che “I pezzi per gli elementi essenziali ci sono tutti. Possiamo avere le scorte per il motore e i serbatoi, ma potremmo dover aggiustare le ali. Ne riparleremo fra 3/4 anni, se Huawei sarà riuscita a farcela“. Per quanto riguarda il gap di 2 anni guadagnato nei confronti di rivali come Nokia ed Ericsson, probabilmente si accorcerà, “non potendo più volare rapidi come le altre aziende“.
Ma la parte forse più interessante dell’intervista riguarda Apple, rivale che primeggia in cima alla classifica dello share di mercato globale lato smartphone. Ma al contempo Huawei è una delle pochissime aziende ad essere cresciuta nel 2018/2019, al contrario della compagnia di Cupertino. E adesso Apple è nel mirino di Huawei, dato che nel giro di qualche anno potremmo assistere ad uno storico sorpasso.
Ma cosa succederebbe se la Cina ricambiasse il torto e bannasse Apple? Secondo Ren ciò non succederà, ma in caso contrario non mancherebbero le proteste da parte di Huawei. “Se non ci fosse Apple, non ci sarebbe la telefonia come la conosciamo oggi. Apple è il mio insegnante: in quanto studente, non gli farei mai una cosa del genere“. Parole di circostanza? Può darsi, ma in un clima così teso non è così scontato non veder ricambiato il veleno.
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