Nelle ultime ore ne abbiamo lette di cotte e di crude per quanto riguarda la delicatissima situazione di Huawei, alle prese con il ban degli USA (il quale potrebbe avere conseguenze molto più profonde di quanto preventivato). Nonostante la notizia sia arrivata quasi come un fulmine a ciel sereno, sembra proprio che il colosso tecnologico cinese sia già pronto a rispondere in grande stile. E precisamente con HongMeng OS, il sistema operativo proprietario per contrastare la decisione di Google di tagliare fuori i modelli del brand.
Aggiornamento 28/05: nuovi brevetti depositato il 24 maggio da Huawei, questa volta presso l’europeo EUIPO. Nei documenti in questione sono riportate le seguenti denominazioni: HUAWEI ARK OS, HUAWEI ARK, ARK e ARK OS. Di conseguenza, quello che in Cina potrebbe essere lanciato come HongMeng OS qui in occidente potrebbe chiamarsi Ark OS.
Aggiornamento 24/05: Huawei ha depositato presso il CTMO (China TradeMark Office) un brevetto che indica come nome proprio Hongmeng. Seppur non siano indicati molti dettagli, ciò conformerebbe questa indiscrezione.
Huawei HongMeng OS, questo il nome del sistema operativo prorietario
Stando a quanto dichiarato da Tim Watking – VP delle operazioni in Europa occidentale di Huawei – nel corso di un’intervista, l’azienda cinese avrebbe già pronto il proprio sistema operativo. Questo sarebbe già stato testato in alcune parti della Cina e dovrebbe essere rilasciato in tempi relativamente brevi. Certo, la proroga di 90 giorni si appresta ad aprire nuovi scenari da prendere in considerazione; tuttavia, nella peggiore delle ipotesi Huawei potrebbe continuare ad operare nel settore mobile con HongMeng OS.
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Quindi, non appena Google sarà definitivamente off limits si passerà al piano B. Contemporaneamente a questa notizia positiva, restano molte incognite in merito a quello che potrebbe essere l’aspetto più nebuloso riguardante il rapporto con Android. Il nuovo OS sarà in grado di supportare le app attualmente disponibili? Huawei sarà in grado di offrire un parco app da milioni di software in modo da offrire una valida alternativa?
Per quanto riguarda il Play Store, l’App Gallery potrebbe essere l’alternativa perfetta; numerosi produttori hanno pubblicato sullo store di Huawe (in modo da ingolosire gli utenti cinesi) per cui da questo punto di vista tutto dovrebbe filare liscio. Il problema principale, però, sarebbe rappresentato da quei colossi USA quali Facebook, Twitter o Pinterest, esclusi a causa del bando. Come si evolverà questa spinosa vicenda?
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