Come i più appassionati del brand asiatico ben sapranno, alcuni mesi fa abbiamo assistito all’entrata nella borsa di Hong Kong di Xiaomi, con una IPO di 6 miliardi di dollari. A distanza di un po’ di tempo, nel corso di un’intervista con i media cinesi, Lei Jun ci svela alcuni interessanti retroscena.
Lei Jun ha votato contro l’IPO di Xiaomi: meglio pensare allo sviluppo tecnologico
Il CEO e fondatore di Xiaomi avrebbe votato contro l’entrata in borsa, assieme ad altri dirigenti dell’azienda. Tra questi ci sarebbe perfino Chuan Wang, co-fondatore e vicepresidente. Ovviamente Lei Jun non ci dipinge la questione come un vero e proprio contrasto interno, quanto più che come delle divergenze in termini di pensiero. Secondo Wang, ad esempio, il valore di mercato non sarebbe davvero importante.
Per quanto riguarda il CEO della compagnia cinese sembra che il motivo sia da ricercarsi in questioni più “particolari”. Ad ottobre, Xiaomi ha superato il traguardo dei 100 milioni di smartphone venduti; un risultato importantissimo, il quale aiuta a comprendere il peso crescente che sta ottenendo l’azienda nel settore degli smartphone.
Proprio per questo motivo Lei Jun avrebbe preferito che si continuasse a pensare esclusivamente – almeno per il momento – allo sviluppo tecnologico del brand. Secondo il dirigente, uno dei problemi principali allo stato attuale è quello dell’autonomia dei device, spesso insufficiente. Le batteria è il componente che sta progredendo più lentamente rispetto al resto dell’hardware e le conseguenze della cosa sono palpabili.
Oltre a ciò, l’azienda avrebbe anche altri “pensieri” per la testa, come il lancio dei primi telefoni 5G (a marzo/aprile 2019), l’espansione verso altri mercati, l’offrire sempre prodotti di qualità (anche in termini di user experience e design). Ma soprattutto ci sarebbe un nuovo obiettivo: quello di salire sul podio dei migliori produttori al mondo (e di conseguenza sfidare Samsung, Huawei ed Apple).
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