Recensione Huawei P Smart+: ora la fascia media è davvero al completo

Stando alle parole del CEO, Huawei potrebbe diventare la prima azienda nel settore smartphone entro il 2020. Un brand che ha costruito le proprie fortune sulla fascia media e che, anche quest’anno – seppur forte di un Mate 20 Pro che rappresenta il top sul mercato – non l’ha trascurata. Così, ultimo in ordine di tempo arriva Huawei P Smart+, un ulteriore modello con il nuovo SoC Kirin 710 e con 4 fotocamere, che va a calarsi in un contesto molto affollato, anche dalla stessa azienda. L’abbiamo provato per voi, andiamo a scoprire come si è comportato nella nostra recensione.

Recensione Huawei P Smart+

Unboxing

All’interno della confezione troviamo la seguente dotazione:

  • Huawei P Smart+;
  • Auricolari con mini-jack 3.5 mm;
  • Cavo USB/Micro USB;
  • Alimentatore da parete 5V 2A;
  • Estrattore SIM;
  • Manualistica.

Design e qualità costruttiva

Come gran parte dei device del brand in questo 2018, anche Huawei P Smart+ abbraccia il trend del notch, con cornici ridotte al minimo. Esteticamente infatti, con un mix di alluminio e vetro, lo smartphone in questione non implementa alcuna novità, né per materiali né tanto meno per design, richiamando quasi in tutto e per tutto le linee già viste con Huawei P20.

La scelta, nonostante pecchi di personalità, rimane comunque azzeccata: il design allungato fa sì che il display da 6.3″ in 19.5:9 non sia mai troppo ingombrante. Il device gode quindi di un ottimo grip, aiutato dalle dimensioni (157.6 x 75.2 x 7.6 mm) che peraltro distribuiscono in maniera ideale i 169 g di peso.

recensione huawei p smart+

Mentre le proporzioni e quindi il bilanciamento tra peso e dimensioni sono decisamente accettabili, questo P Smart+ perde un po’ di appeal nei dettagli. Frontalmente troviamo un notch pronunciato – dove trovano spazio due fotocamere ed i classici sensori, oltre che il LED di notifica RGB. Anche il frame perimetrale non si distingue per estro, con il classico alluminio satinato sul quale trovano spazio:

  • microfono per la soppressione dei rumori in alto;
  • mini jack 3.5 mm, speaker mono, microfono e ingresso micro USB in basso;
  • tasto Power e bilanciere del volume a destra;
  • carrellino Dual SIM ibrido a sinistra.

Troviamo infine una back cover monocromatica anonima, se non per la dual camera verticale con flash LED in alto a sinistra (scelta ormai abusata), logo del brand e sensore biometrico posto al centro. Nonostante su P Smart+ sia implementato il Face Unlock via software, così come abbiamo avuto modo di sperimentare per altri device Huawei, il lettore d’impronte – grazie anche alla EMUI – ha una marcia in più. Oltre ad essere più veloce ed affidabile (praticamente infallibile) dello sblocco con volto, che palesa poi i soliti limiti dovuti alle condizioni di luce, il sensore ID ci viene incontro nell’utilizzo quotidiano con una serie di gestures – come abbassare il menù a tendina o scorrere la galleria – di cui dopo poco non potremo fare a meno.

Display

Un must per gli smartphone di questa generazione – anche per i medio gamma – è offrire un display che possa fare la differenza. Anche per Huawei P Smart+ (almeno in parte) è così. Il device presenta un ampio pannello da 6.3″ Full HD+ (2340 x 1080 pixel) in 19.5:9 e 409 PPI. Ci troviamo di fronte ad uno schermo che rientra perfettamente nella categoria di prezzo in cui è calato: con un ottimo touch ed una laminazione che permette di apprezzarlo anche quando inclinato.

Come quasi tutti gli IPS, ai pregi vanno ad aggiungersi i “soliti” difetti. Nel caso di P Smart+ la tendenza ai colori freddi e tonalità spente è un po’ più accentuata del solito. Tuttavia, anche in questo caso ci viene in soccorso la EMUI. Via software potremo infatti tarare la temperatura dei colori, risolvendo almeno in parte questo problema. Non è l’unica personalizzazione che la versione software di Huawei permette: avrete la possibilità di nascondere il notch ed effettuare un downscale della qualità del display da Full HD+ ad HD+ per aumentare l’autonomia. Infine, viste le dimensioni generose del display, avremo anche la possibilità di impostare la modalità ad 1 mano.

recensione huawei p smart+

Prestazioni

Huawei P Smart+ si unisce agli ultimi medio gamma del brand e, così, alla base delle prestazioni abbiamo il SoC Kirin 71012 nm, con CPU octa-core basata sull’architettura ARM con 4 Cortex-A73 2.2 GHz e 4 Cortex-A53 1.7 GHz. Ad accompagnarla troviamo poi la GPU Mali-G51 MP4 ad 1 GHz, 4 GB di RAM LPDDR4X e 64 GB di memoria espandibile tramite microSD fino a 256 GB sacrificando una SIM.

Il device, grazie alle sue prestazioni di tutto rispetto, si fa apprezzare in ogni attività. P Smart+ si disimpegna bene nell’utilizzo quotidiano che gran parte di noi fa ogni giorno. Unico appunto in merito, risultano esserci alcuni micro lag all’interno dell’interfaccia nello scroll delle schermate, tuttavia mai nulla di compromettente.

Prestazioni accettabili anche sotto sforzo, nonostante degli impuntamenti, P Smart+ non ci precluderà l’utilizzo di nessuna app, neanche in ambito gaming con titoli più pesanti come Asphalt 9 e PUBG. In questi casi – chiaramente – troveremo dei cali di framerate ma non in maniera eccessivamente penalizzante. Cosa che ho apprezzato particolarmente: il device mantiene sempre temperature nella media, il ché permette un buon utilizzo anche per diverso tempo. Possiamo dire più in generale che Huawei P Smart+ riesce a venire incontro alle classiche esigenze e difficilmente rimarrete delusi dell’esperienza d’uso nel suo insieme.

Benchmark

Qualità fotografica

Huawei P Smart+ si presenta con un comparto fotografico – almeno sulla carta – degno di nota. Il device vanta 4 fotocamere, con dual camera posteriore da 16+2 mega-pixel con apertura focale f/2.2 ed autofocus PDAF. Il comparto frontale è da 24+2 mega-pixel con apertura f/2.0. Entrambi i sensori secondari si occupano unicamente della profondità degli scatti, per ottenere il cosiddetto bokeh.

recensione huawei p smart+

Le sensazioni restituite dal sensore posteriore non sono però delle migliori: in primis non è ottimale la gestione della messa a fuoco, così come non sono gestiti al meglio i dettagli dei soggetti, anche in profondità di campo. Tuttavia, complice anche l’utilizzo del riconoscimento AI delle scene (disattivabile, anche in post), lo smartphone restituisce comunque immagini ricche di colori e mai smorte. Anche P Smart+ mutua il solito problema riscontrato in gran parte dei medio gamma: le foto notturne. In questo fondamentale non può far molto neanche l’AI. Oltre ai problemi di messa a fuoco e mancanza di dettagli, i colori tendono più facilmente ad uniformarsi.

Resa discreta dell’HDR, anche se la presenza dell’opzione in un menù secondario farà sì che nell’utilizzo quotidiano ne facciate affidamento poche volte, così come per la modalità Notte che, in teoria, dovrebbe contribuire ad un maggior contrasto tra gli elementi fotografati ma a conti fatti risulta impraticabile sullo smartphone (probabilmente per un problema software che speriamo venga risolto). Tra le impostazioni fotografiche aggiuntive troviamo poi Slow-mo e Time Lapse, oltre che le lenti AR per la selfie camera con le 3D Qmoji.

Il punto forte di P Smart+ è però la fotocamera frontale: con il sensore principale da 24 mega-pixel f/2.0. Gli scatti sono di livello medio-alto in situazioni di luce ottimali, con un discreto contrasto e buoni dettagli. Nonostante la dual camera, con sensore dedicato alla profondità, l’effetto bokeh non risulta particolarmente preciso. Ad aiutare gli scatti troviamo l’impostazione HDR Live che, tra l’altro, fornirà un’anteprima delle modifiche. Le cose cambiano radicalmente con il calare della luce: nonostante i 24 mega-pixel e l’attenzione generale al comparto fotografico, gli scatti non sono particolarmente degni di nota.

Con P Smart+ abbiamo la possibilità di registrare video 1080p a 30fps: la qualità e stabilità dei video è leggermente inferiore rispetto alle foto, così come lo zoom.

Samples dimensioni originali (Google Drive)

Connettività e qualità audio

Così come gran parte dei device Huawei, sotto il profilo connettività, anche P Smart+ si presenta piuttosto completo. Iniziamo col dire che lo smartphone supporta il Dual SIM ibrido, con la possibilità di inserire una microSD fino a 256 GB in luogo di una SIM. Troviamo poi Wi-Fi (mono band), Bluetooth 4.2 LE, GPS/GLONASS/A-GPS/BeiDou e non mancano NFC, Radio FM e ingresso mini-jack da 3.5 mm e, purtroppo, ingresso micro USB.

Buono il reparto audio, si comporta discretamente sia in chiamata che in vivavoce, con l’altoparlante mono di sistema che non si distingue per intensità sonora, ma offre comunque un suono discretamente pulito. Buono anche l’audio in cuffia, nonostante gli auricolari in dotazione non siano qualitativamente eccezionali.

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Software

Anche su Huawei P Smart+ troviamo la EMUI 8.2 con Android 8.1 Oreo. Le sensazioni relative all’OS di Huawei sono chiare ed allontanano l’utente dall’esperienza stock di Google: il più delle volte risulta essere comunque un pregio, con qualche mancanza dal punto di vista estetico.

Tra i pregi della EMUI troviamo, a differenza di altri produttori, la possibilità di consultare le notifiche (fino a 5) nella porzione di display alla sinistra del notch. Mancanza importante – viste le dimensioni del device – è quella delle gestures full screen. La nuova modalità di controllo sarà a tutti gli effetti implementata con la EMUI 9.0 (se verrà aggiornata), tuttavia la loro assenza si fa sentire. Al suo posto troviamo le classiche soluzioni a tre tasti (personalizzabili) oppure il pulsante centrale che “simula” le gestures, ma senza troppo successo. Insomma, dovrete utilizzare la NavBar canonica ancora per un po’. Le personalizzazioni poi proseguono con la possibilità di impostare l’app drawer, al posto della visualizzazione standard.

La EMUI permette altre personalizzazioni dell’interfaccia come la possibilità di regolare la griglia delle icone (4×6, 5×5 e 5×6) a seconda delle esigenze. Oltre ai classici risparmi energetici che limitano le applicazioni in background, abbiamo la modalità “Batteria Ultra” che consente l’utilizzo al massimo di 6 app, inibendo tutte le altre. Sempre in tema di “personalizzazione” abbiamo l’app Temi che permette tantissime modifiche alle icone e non solo. Come ci siamo ritrovati più spesso a ripetere, quindi, la EMUI offre un’esperienza utente totalmente personalizzata e personalizzabile e, personalmente ho apprezzato molto le possibilità offerte da Huawei.

Autonomia

Il trend di questo 2018 ha visto smartphone con dimensioni sempre maggiori a cui – per fortuna – è corrisposto un aumento in termini di autonomia. Anche Huawei P Smart+ restituisce buoni risultati sotto quest’aspetto. Con i suoi 3340 mAh di batteria riesce – con tanto di social e notifiche push – a coprire tranquillamente un giorno e più di utilizzo.

In termini numerici, lo smartphone riuscirà a raggiungere fra le 4/5 ore di schermo acceso: non un primato, ma comunque un risultato ragguardevole viste le dimensioni del display e le prestazioni. Inoltre, via software la EMUI permette di impostare diversi livelli di risparmio energetico che andranno ad incrementare appunto la durata.

Nota negativa – come abbiamo accennato – la mancanza del nuovo standard USB Type-C. Nonostante ciò, i tempi di ricarica (con alimentatore in dotazione) sono accettabili: lo smartphone carica da 0 a 100% in poco meno di 2 ore.

Prezzo e conclusioni

Lo smartphone – tra pregi e difetti più o meno evidenti – si presenta come una buona alternativa mid-range, venendo incontro agli utenti sia con discrete prestazioni che con un design attuale. Ma è difficile parlare di best buy perché si inserisce in una fascia di prezzo estremamente satura, anche dello stesso brand come Honor View 10 lite e Huawei Mate 20 Lite, rappresentando forse una variante low cost di quest’ultimo. La vera discriminante per scegliere P Smart+ piuttosto che altri modelli sarà dunque il prezzo: qualora il prezzo di mercato dovesse scendere sotto i 250€, lo smartphone in questione potrebbe rappresentare un’ottima alternativa.

Huawei P Smart+ vs Huawei Mate 20 Lite vs Honor View 10 Lite

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Roberto Abate
Passione smodata per il mondo tech in tutte le sue sfaccettature. Laureato in scienze politiche, condivide l'amore per la tecnologia con quello per film e serie TV, giochi da tavolo ed i più svariati sport, calcio in primis.
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