Recensione Huawei P20: un deciso passo in avanti

recensione huawei p20

Oltre al più che apprezzato P20 Pro, l’azienda ha lanciato sul mercato anche Huawei P20. Questo nuovo top di gamma si differenzia in maniera piuttosto significativa dal suo predecessore, soprattutto a livello estetico. E non mancano le novità anche in ambito prestazionale e multimediale, visto il comparto hardware rinnovato ed il design full screen. Ma scopriamolo più nel dettaglio nella nostra recensione.

Recensione Huawei P20

Unboxing

All’interno della confezione troviamo la seguente dotazione:

  • Huawei P20;
  • caricatore SuperCharge da 22.5W;
  • cavo USB / USB Type-C;
  • cuffie in-ear USB Type-C;
  • cover protettiva;
  • adattatore USB Type-C / mini-jack;
  • spilletta slot SIM;
  • manualistica.

Design e materiali

In questa colorazione Black, il Huawei P20 offre un design elegante e sobrio, grazie alla nuova scocca in vetro. Continuano a piacermi le scritte sul retro, per alcuni invadenti ma che personalmente mi danno un senso di maggior carattere estetico. È uno smartphone pensato per la fotografia e la loro disposizione richiama il posizionamento orizzontale del telefono, tipico delle foto: mi piace l’idea.

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Il corpo del telefono è circondato da un frame in metallo che rende il tutto abbastanza scivoloso. Fortunatamente in confezione è prevista una cover per proteggerlo al meglio. Al contempo, rispetto ad altri dispositivi, le finiture sono leggermente meno sinuose al tatto. Da un lato ciò comporta un touch and feel meno pregiato, dall’altro un grip facilitato.

Le dimensioni sono di 149.1 x 70.8 x 7.65 mm per un peso di 165 g. Queste misure lo rendono uno smartphone compatto, se si considera la diagonale del display. E ci sono anche la modalità ad 1 mano ed il toggle nella navigation bar per tirar giù la tendina delle notifiche.

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A differenza di molte altre proposte, la gamma P20 ha dalla sua il sensore ID frontale. Questo si è rivelato rapido e preciso, soprattutto in combo con l’altrettanto sblocco facciale. Il riconoscimento tramite volto funziona bene, anche con poca luce (seppur cali l’efficacia al buio).

Inoltre, alzando lo smartphone si accende automaticamente il display, permettendoci di sbloccarlo senza toccare nulla. Assente la certificazione IP6X contro liquidi e polvere, un compromesso attuato per mantenere i costi più contenuti.

Display

A bordo del Huawei P20 troviamo un pannello da 5.8 pollici Full HD+ (2244 x 1080 pixel) con densità di 429 PPI. Ciò significa un rapporto di forma in 18.7:9. Questo per la presenza del notch, il quale prevede una porzione di pixel in più ai lati. E se non gradiste l’effetto visivo potete sempre nasconderlo tramite le impostazioni.

Parlando di interazione, ci sono i tasti a schermo e sono configurabili. Nel caso voleste, è possibile sostituirli con gestures full screen tramite sensore ID oppure tasto virtuale in stile Android P. Tuttavia, non le trovo molto pratiche, pertanto sono rimasto con i tasti software. Di default è attiva la “Risoluzione intelligente“, la quale passa in HD+ in caso sia necessario attuare un risparmio energetico. Nel caso non la si voglia, è possibile disattivarla e scegliere autonomamente.

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Tuttavia, trattandosi di un display IPS (anziché AMOLED), le porzioni di schermo nere accanto al notch saranno visibili. Al di là di questo aspetto, la qualità del display è piuttosto buona. I colori sono vividi e realistici, oltre che stabilmente fedeli anche inclinando il telefono. Ho decisamente gradito il livello di luminosità, non da record ma attorno ai 470 nits. Reattivo il sensore di regolazione automatica, che spinge fino a circa 600 nits quando si è sotto luce solare intensa.

Fra i settaggi software troviamo “Tonalità naturale“, per regolare automaticamente la temperatura del colore in base all’illuminazione dell’ambiente. Tuttavia, viene applicata una tonalità giallognola che non gradisco particolarmente. È possibile regolare la temperatura colore anche manualmente, così come scegliere fra due profili colore (“Normale” e “Intensa“). Non manca la “Protezione Occhi” per filtrare le luci blu.

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Prestazioni e software

Così come P20 Pro, Mate 10 Pro e Honor View 10, anche Huawei P20 si fregia della presenza del Kirin 970. Realizzato a 10 nm, questo chipset integra una CPU octa-core con due cluster. Quello più potente è un Cortex-A73 a 2.36 GHz, affiancato da un più parsimonioso Cortex-A53 ad 1.84 GHz. Inutile dire che le performance sono ottime ed in linea con i succitati modelli.

Questo anche per merito di un software ricco ma snello, qua basato su Android 8.1 Oreo con patch di sicurezza di marzo. Per quanto la EMUI 8.1 possa non piacere graficamente, è innegabile che rispetto già all’anno scorso siano stati fatti passi in avanti rilevanti. Il drawer è assente di base, ma nel caso può essere attivato dalle Impostazioni.

Il processore è coadiuvato da 4 GB di RAM LPDDR4X-1833 dual channel, in quantitativo sufficiente ma non esente da qualche ricaricamento. Abbiamo poi 128 GB di memoria interna UFS 2.1, molto veloce nelle operazioni ma non espandibile. La componente grafica è quindi gestita dalla GPU ARM Mali-G72 MP12 fino ad 850 MHz. Questa scheda grafica ci permette di giocare senza problemi anche ai giochi più pesanti, senza grossi surriscaldamenti dopo utilizzi prolungati.

Benchmark

Qualità foto / video

A differenza della variante Pro con tripla camera, Huawei P20 ha una dual camera, disposta in senso verticale “a semaforo”, co-ingegnerizzata con Leica e con ottiche Summilux. Il sensore principale è da 12 mega-pixel con apertura f/1.8, affiancato dal secondario da 20 mega-pixel con apertura f/1.6. Questa configurazione permette di avere uno zoom 2x e la modalità Ritratto.

Una grossa fetta del lavoro, però, è svolta lato software. Innanzitutto l’app è stata rinnovata, con le varie modalità foto/video disposte in senso orizzontale. E vista la presenza della NPU nel Kirin 970, gli scatti sono “aiutati” dall’intelligenza artificiale. Il software è in grado di riconoscere le scene ed adattarsi di conseguenza.

MODALITÀ RITRATTO

ZOOM 2X

Ciò significa che, a seconda di cosa inquadriamo, l’app potrebbe intervenire automaticamente e cambiare parametri come luminosità, contrasto e saturazione. Una funzione a volte molto utile, a volte non necessaria e per certi versi incostante. In generale la modalità Master AI tende a migliorare colori e contrasto a discapito di realismo e dettaglio.

MASTER AI

In generale, è piuttosto facile ottenere ottimi scatti già pronti per essere condivisi sui social, viste le modifiche dell’AI. Gli utenti più “puristi” potrebbero storcere il naso, visto che alcune foto mostrano un look per certi versi innaturale, ma ricordiamo che gli interventi software si possono disabilitare rapidamente. Scattando senza AI le foto godono di dettagli migliori e colori più fedeli e dall’ampio range dinamico.

SITUAZIONE DIURNA

Di notte o con luce sfavorevole la situazione peggiora, seppur non sensibilmente. Soprattutto per via dell’HDR in seconda funzione, quando ormai molti telefoni, anche mid-range, supportano l’Auto HDR.

SITUAZIONE NOTTURNA

Sempre lato software, però, la modalità Notte in alcuni casi è quasi miracolosa. Come potete vedere negli scatti seguenti, sono riuscito a migliorare ed in alcuni casi salvare lo scatto, altrimenti buio e poco utilizzabile.

MODALITÀ NOTTE

La fotocamera frontale è da 24 mega-pixel con apertura f/2.0. A dispetto di quanto si potrebbe pensare, gli scatti non sono molto dettagliati, specialmente di notte dove l’effetto “acquerello” è dietro l’angolo. È presente la modalità Ritratto ma è assente l’HDR.

I video possono essere registrati in 4K a 30 fps ma senza stabilizzazione, risultando poco utilizzabili. In Full HD a 30/60 fps, invece, la cosiddetta AIS (stabilizzazione coadiuvata dall’intelligenza artificiale) fa molto bene il suo lavoro, con clip molto stabili. I video hanno un profilo abbastanza flat, con colori presenti ma non troppo saturi. Il dettaglio non è al top del settore, soprattutto in movimento. Da segnalare, poi, la modalità a 960 fps, ancora poco utile visti i limiti tecnici. Senza tanta luce, infatti, il rumore è fin troppo presente.

Connettività e audio

Il Huawei P20 offre supporto single/dual SIM (a seconda della versione) con connettività dual standby LTE Cat.18. Anche se non è possibile avere 2 SIM attive simultaneamente, la ricezione è elevata, come da “tradizione” Huawei. Anche nei luoghi più ostici la connettività 4G persiste.

Abbiamo poi Wi-Fi ac Dual Band, così come Bluetooth 4.2 con supporto aptX HD/LDAC ed NFC. Assente Radio FM e sensore IR, mentre la presenza della porta USB Type-C 3.1 permette l’utilizzo della modalità “Proiezione Facile” con cui collegare lo smartphone ad un monitor ed utilizzarlo come fosse un PC. Presenti anche i sensori GPS/A-GPS/GLONASS/Galileo per la navigazione satellitare senza intoppi.

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A differenza di altri flagship dell’azienda, il Huawei P20 ha uno speaker singolo integrato nel frame inferiore. La riproduzione sonora ha un volume discretamente alto e qualitativamente nella media o poco più. Più che gradita la presenza del Dolby Atmos, personalizzabile e con 3 presets audio da poter scegliere.

Assente, invece, l’ingresso mini-jack da 3.5 mm. L’audio convogliato tramite USB Type-C ha una buona qualità ma un volume un po’ sotto tono, specialmente con cuffie ad alta impedenza.

Autonomia

All’interno della scocca di P20 si nasconde una batteria da 3400 mAh, un buon quantitativo in rapporto alle dimensioni. I risultati che ho ottenuto in questi giorni possono dirsi soddisfacenti, con una media di 5 ore di display attivo nel corso di una giornata intera. La ricarica con caricatore SuperCharge a 5V 4.5A permette di caricare dallo 0% al 65% in circa 30 minuti, mentre al 100% si impiegano circa 85 minuti.

Recensione Huawei P20 – Conclusioni e prezzo

Il Huawei P20 lo si può trovare attualmente con uno street price attorno ai 520 euro. A questa cifra è un prodotto piuttosto invitante, soprattutto se state cercando un top di gamma con una certa predisposizione fotografica. Facendo un discorso più ampio, invece, rispetto ad altri competitors mancano alcune caratteristiche, come ricarica wireless e certificazione IP67 (presente sul P20 Pro). Probabilmente un utente meno malizioso può sopportare queste mancanze, mentre i più esigenti potrebbero trovare nel P20 Pro una soluzione migliore a tutto tondo.


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