In questi giorni si sta creando un po’ di confusione fra utenti e addetti ai lavori in merito alla questione legata a Xiaomi, sblocco del bootloader e protezioni varie. Fra testimonianze di utenti che non riescono a sbloccare il dispositivo in tempi decenti (salvo rare eccezioni) ed altri che hanno visto il proprio dispositivo brickarsi all’improvviso, in questo articolo vi spieghiamo la situazione più nello specifico in modo da fare chiarezza.
Anti-rollback e blocco del bootloader: qual è la strategia di Xiaomi?
Da anni protagonista assoluta nel mercato cinese, Xiaomi ha saputo costruirsi una solida fanbase anche all’estero. E per certi versi è stata una situazione paradossale: un’azienda ben conosciuta ed apprezzata da community in paesi dove essa non operava ufficialmente. Questo perché molti reseller online di terze parti, asiatici e non, hanno contribuito a diffondere il brand vendendo vari dispositivi, dagli smartphone ai tablet, dai notebook agli accessori più variegati.
Ma quando si parla di software ecco che le cose si fanno un po’ complicate. Questo perché la MIUI China, ovvero la versione principale del software made in Xiaomi, è pensata per il pubblico cinese. Di conseguenza, sono presenti poche lingue e sono assenti i servizi Google, dato lo storico ban del colosso statunitense sul suolo cinese.
Per ovviare a questa mancanza, ecco che i succitati reseller hanno iniziato a vendere dispositivi cinesi internazionalizzati, ovvero sbloccando il bootloader ed installando la MIUI Global o, in alcuni casi, l’altrettanto nota Xiaomi.eu. Per quanto ciò possa essere una comodità per alcuni, per altri ciò può rappresentare una problematica.
Un utente meno esperto potrebbe comprare uno smartphone con un software non ufficiale e non avere aggiornamenti OTA, per esempio. Senza considerare, poi, il rischio legato alla sicurezza, dato che lo sblocco del bootloader può essere sfruttato per installare servizi malevoli, come adware, malware e così via.
Xiaomi e modding: la fine di un’era?
Ecco, quindi, che Xiaomi si è trovata a dover affrontare una situazione spinosa. Se l’azienda si trova nella posizione di rilievo attuale è in gran parte dovuto alla community del modding, da sempre all’opera per prolungare la longevità degli smartphone Xiaomi, oltre che migliorarne le funzionalità tramite custom ROM e quant’altro.
E se altri nomi come Huawei hanno deciso di bloccare del tutto o quasi il modding, negli scorsi mesi Xiaomi ha intrapreso una strada più soft, per esempio aumentando le tempistiche di sblocco del bootloader. Siamo passati da 3 a 15 giorni ad inizio 2018, arrivando ad addirittura 30 o 60 giorni in alcuni casi.
Oltre a ciò, Xiaomi ha iniziato a bloccare la modalità EDL (Emergency Download Mode), ovvero la modalità di avvio alternativa disponibile sui dispositivi con chipset Qualcomm, solitamente utilizzata per la procedura di unbrick. Solitamente utilizzata dai centri di assistenza per le riparazioni, alcuni utenti e reseller la utilizzavano per bypassare il bootloader ed installare direttamente altre ROM. Onde evitare ciò, Xiaomi ha impossibilitato l’avvio di una ROM Global su un dispositivo non Global, anche in modalità EDL.
Xiaomi e Anti-Rollback: di cosa si tratta?
Ed arriviamo così a parlare della protezione Anti-Rollback, di cui tanto si sta parlando in queste ore. Si tratta di un sistema similare a quello adottato da Google a partire da Android 8.0 Oreo e reso obbligatorio con il più recente Android 9 Pie. Il suo scopo è verificare se sul dispositivo viene effettuato un downgrade ad una versione precedente del software.
Nel caso ciò accada, viene impedito l’avvio del telefono, in modo da evitare che eventuali malintenzionati possano installare una versione precedente di Android per sfruttarne una falla successivamente corretta. La differenza fra questo sistema e quello di Xiaomi, però, è che la protezione di Google si disattiva quando si sblocca il bootloader. Per quanto riguarda Xiaomi, invece, nel momento in cui si installa una build con Anti-Rollback non c’è più niente da fare.
Quali sono i modelli con Anti-Rollback?
Diversi utenti, soprattutto possessori di Redmi Note 5 con MIUI 10 China 8.9.6 e Mi 8 con MIUI 10 Global Beta 8.7.5, si sono ritrovati il telefono aggiornato alla build “incriminata” senza sapere nulla. Oltre a questi, ad avere la protezione sono anche Mi Max 3, Redmi 6 Pro e Mi 6X. Nel caso in cui altri modelli dovessero aggiungersi (ed è molto probabile), li aggiungeremo a questo articolo.
Ultimo aggiornamento: 14/02/2019
Il problema di base non è tanto questa nuova strategia di sicurezza, per certi versi legittima, ma la fallacia della comunicazione da parte della società. Ecco, quindi, che alcuni possessori di questi modelli si sono ritrovati lo smartphone brickato, magari passando da una MIUI Global Beta ad una MIUI China Stable o eseguendo un downgrade fra versioni differenti. Per esempio, passare da una MIUI 8.7.6 ad una MIUI 8.7.5 significa brickare lo smartphone.
Come verificare l’indice di rollback
Questo protocollo di sicurezza si basa su un indice di rollback presente nella ROM, il quale viene comparato con l’indice presente nella ROM al momento dell’installazione.
- Se l’indice di rollback della ROM presente sullo smartphone è minore di quello della ROM che vogliamo installare, la ROM viene flashata e l’indice viene incrementato a quello della nuova ROM;
- Se l’indice fra le due ROM è uguale, la ROM viene flashata e l’indice rimane invariato;
- Se l’indice è maggiore di quello della ROM da installare, allora l’installazione della nuova ROM viene soltanto respinta nel caso in cui si stia utilizzando Mi Flash o la modalità Fastboot. Nel caso in cui si utilizzi la modalità TWRP, invece, arriva il brick, dato che la TWRP non ha un controllo dell’indice.
Se volete controllare l’indice di rollback del vostro smartphone, ecco la procedura da seguire:
- Spegnete lo smartphone e riavviatelo in modalità Fastboot;
- Inserite il comando “fastboot getvar anti“;
- Come risposta otterrete un numero, il quale indica l’indice di rollback del terminale. In alternativa, se la risposta è vuota, significa che il vostro telefono non ha ancora il sistema di Anti-Rollback.
Se volete controllare l’indice di rollback della ROM MIUI che volete installare, ecco la procedura da seguire:
- Scaricate la ROM in versione fastboot e non recovery, questi files concludono in “.tar.gz” anziché “.zip”;
- Estrate “flash-all.bat” dalla ROM utilizzando un estrattore di file zip;
- Aprite il file appena estratto con un editor di test e cercate la seguente linea: “set CURRENT_ANTI_VER=#“;
- Al posto del “#” avrete il numero dell’indice di rollback della versione MIUI che vorreste installare. Se il numero è uguale o maggiore a quello della vostra ROM attuale potrete installarla senza problemi.
Xiaomi e Anti-Rollback: cosa succede con le Custom ROM?
Fortunatamente per tutti gli amanti del modding, con le Custom ROM non si pone questo problema. La procedura di Anti-Rollback riguarda soltanto la MIUI, pertanto non incontrerete questo tipo di protezione nel caso in cui vogliate installare, per esempio, una LineageOS, una Resurrection Remix e così via.
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