Pochi giorni ci separano dall’annuncio ufficiale di OnePlus Open, il primo smartphone pieghevole della compagnia cinese. Merito della collaborazione con la casa madre OPPO, a cui va buona parte del merito per aver sviluppato l’hardware che ne ha reso possibile l’esistenza. Per esempio la cerniera a goccia che gestisce il meccanismo di piegamento, così come la resistenza della struttura, due aspetti su cui si concentra il video hands-on realizzato in partnership fra l’azienda e lo youtuber Michael “MrMobile” Fisher.
Il video hands-on di OnePlus Open si concentra su piega e resistenza del pieghevole
Dopo 1 anno e mezzo di lavoro, oltre 600 brevetti dedicati e 91 prototipi, la cerniera finale di OnePlus Open fa sì che lo schermo principale abbia una grinza ridotta nella parte centrale. E considerato che fuori dalla Cina si scontrerà quasi solamente contro i pieghevoli Samsung e Google, questo rappresenta un vanto rispetto alle grinze più pronunciate di Galaxy Z Fold 5 e Pixel Fold.
Il risultato è stato raggiunto migliorando il meccanismo di OPPO Find N2, scendendo da 100 a 69 parti in movimento, una riduzione non solo in termini di complessità ma anche di peso. Anche perché sono cambiati i materiali, adesso più leggeri: titanio per le viti, zirconio per il frame e parti della struttura realizzate in fibra di carbonio e una lega in cobalto e molibdeno.
A legare il funzionamento delle componenti c’è anche dell’olio lubrificante, il cui scopo non è soltanto quello di ridurre le frizioni ma anche di proteggere le parti dai liquidi, aiutato dai fori della cerniera che permettono all’acqua di uscire; per quanto riguarda la polvere, invece, OPPO e OnePlus hanno adottato un sistema di strisce adesivi incaricate di catturare i detriti prima che si infilino in punti critici. Come ogni smartphone di fascia alta, specialmente se pieghevole, anche OnePlus Open è stato sottoposto a una serie di test di resistenza per assicurarsi che abbia un certo grado di coriaceità prima di essere rilasciato al pubblico.
Si parte da una macchina che lo fa cadere da un’altezza di 1 metro sull’acciaio: se dopo 30 giri non ci sono difetti estetici e dopo 75 non ci sono malfunzionamenti si passa a quella successiva, dopo la caduta è da 10 centimetri su ogni lato. Completate 28.000 cadute senza malfunzionamenti è il turno di tasti e USB: 100.000 clic per i tasti del volume, 200.000 per quello d’accensione e 20.000 dentro e fuori per la porta USB. A questo punto, OnePlus Open viene messo dentro alla tasca di un jeans e una macchina simula che qualcuno ci si sieda sopra: 23 kg di pressione per 1.000 volte.
Dopo c’è il test di torsione: dopo 500 deformazioni a 2 Nm/s, se il telefono sopravvive arriva il momento di inserirlo in una sorta di lavatrice in cui viene irrorato d’acqua per 10 minuti. Non viene specificato, ma la macchina in questione riguarda la certificazione IPX2/IPX4, pertanto possiamo aspettarci una protezione del genere, ricordando che Z Fold 5 e Huawei Mate X5 sono certificati IPX8.
Tutti questi dettagli non sono relativi solamente a OnePlus Open ma anche a OPPO Find N3, due nomi per sostanzialmente lo stesso smartphone pieghevole in base all’area geografica (OnePlus in occidente, OPPO in oriente). Nomi a parte, se voleste conoscerne immagini, specifiche, prezzo e data sappiate che c’è un articolo dedicato.
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