Quando si parla di fotocamere e tecnologia, Samsung è una delle aziende in prima linea nella ricerca e sviluppo. Non a caso è la diretta rivale di Sony nell’ambito della fornitura di sensori fotografici per smartphone. È suo l’incredibile sensore da 1/1,12″ visto a bordo di Mi 11 Ultra, così come l’HMX da 108 MP visto su vari Xiaomi. Per non parlare di Samsung Galaxy S4 Zoom, uno dei primi camera phone in tutto e per tutto, o di Samsung Galaxy S9 e la sua apertura variabile. Insomma, di soluzioni all’avanguardia ne abbiamo viste svariate, ma mai come il complesso sistema brevettato dal produttore sudcoreano.
Il trittico di fotocamere Samsung è in grado di muoversi ed offrire diverse prospettive
Pubblicato presso il WIPO questo agosto, i documenti ci rivelano una tripla fotocamera movibile. Ma a quale scopo implementare un sistema in movimento, da sempre ostracizzato quando si parla di smartphone? Basti vedere la fine che hanno fatto gli slider phone o i telefoni con pop-up camera, rapidamente spariti dal mercato. L’idea di Samsung è quella di avere tre sensori collegati fra di loro: standard, grandangolare e teleobiettivo. Questi tre moduli sono piazzati su una base che, tramite un insieme di ingranaggi e motorini, permette al grandangolare di spostarsi sull’asse verticale e agli altri due in orizzontale.
La posizione “a riposo” vede i tre sensori allineati in maniera tradizionale, mentre a seconda della circostanza di scatto potrebbero muoversi in tal modo. Movimento che sarebbe azionato dall’utente tramite l’interfaccia software della fotocamera, spostando il grandangolare in basso e facendo muovere gli altri due sensori di conseguenza. Ma a che pro tutto ciò? Secondo la tecnologia brevettata da Samsung, al variare della distanza fra le tre fotocamere varia l’apertura focale. Una volta posizionate in senso triangolare, avrebbero un’apertura maggiore, potendo così far passare più luce, migliorando la qualità fotografica ed ottenere un bokeh maggiore. Ad essere variabile sarebbe anche il FoV, cioè l’ampiezza di campo che il sensore può catturare: ipotizzo, quindi, che grandangolare e teleobiettivo potrebbero “allungarsi” nella lunghezza focale, ma non è spiegato con precisione.
Un meccanismo del genere l’avevamo già visto appunto su Samsung Galaxy S9, ma in quel caso si applicava all’unico sensore presente e senza dover spostare la fotocamere. Immaginiamo che Samsung abbia brevettato un sistema del genere per far sì che una variazione del genere sia applicabile simultaneamente a tutti e tre i sensori. Tuttavia, vista l’invasività (e suppongo il costo) di un sistema di questo genere, non so se e quando lo vedremo effettivamente su uno smartphone.
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