Pavel Durov arrestato in Francia, ora in libertà condizionata: che cosa succederà a Telegram?

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Aggiornamento 29/08: il CEO di Telegram è stato rilasciato su cauzione ma non è tutto rosa e fiori. Trovate tutte le novità direttamente all’interno dell’articolo.

Sabato 24 agosto, il CEO e fondatore di Telegram Pavel Durov è stato arrestato in Francia, all’aeroporto di Le Bourget (Parigi). Si tratta di un evento particolarmente controverso dato che le accuse riguarderebbero la mancata collaborazione della storica figura con le autorità francesi, per la quale il CEO verrebbe inquadrato come complice dei molteplici reati che vedono protagonista la piattaforma. Proviamo a fare chiarezza sulla questione e andiamo a vedere quali potrebbero essere le conseguenza per Telegram.

Il fondatore di Telegram è stato arrestato in Francia: che cosa possiamo aspettarci

Che cos’è Telegram?

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Per gli utenti meno smaliziati, Telegram è una nota applicazione di messaggistica (disponibile per Android, iOS e desktop) che nel corso del tempo è stata in grado di diventare una degna rivale per WhatsApp. Quest’ultima app è rimasta per tanto tempo ancorata alle sole funzionalità per i messaggi mentre Telegram è nota per l’introduzione di tante funzioni che si sono aggiunte nel corso del tempo. Il software realizzato da Pavel Durov è partito come un’app di messaggistica ma ora è diventato tutt’altro: c’è il supporto alle chiamate e alle videochiamate (anche di gruppo), alle registrazioni vocali, ai gruppi di utenti (sempre più estesi) e tanto altro ancora (come la versione Business o anche Telegram Premium, alternativa a pagamento ma con vari vantaggi).

Telegram ha anche una particolarità: si tratta di un software che punta alla massima sicurezza, con politiche sulla privacy molto forti e sull’utilizzo di chat criptate. La politica dell’app e del fondatore ricordano quella di Apple: la stessa Cupertino ha avuto uno scontro pensante con l’FBI nel 2016 proprio a causa delle sue politiche relative alla privacy. Apple si rifiutava di collaborare con l’autorità per lo sblocco dell’iPhone del responsabile della strage di San Bernardino, a riprova dell’importanza dei temi della sicurezza e della privacy per il brand statunitense. Telegram segue una filosofia simile ma questo a portato ad un utilizzo improprio della piattaforma da parte di alcuni utenti criminali (pirateria, vendita di dati, gruppi di estrema destra o legati al terrorismo e tanto altro ancora).

Chi è Pavel Durov?

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CEO e fondatore di Telegram, Pavel Durov è una figura finita in più occasioni al centro della diatriba sulla questione della privacy: da una lato l’app presenta un livello di sicurezza estremo ma dall’altro questa caratteristica ha visto il proliferarsi di comportamenti che sfociano nell’illegalità. L’imprenditore è noto anche per essere il fondatore di VK, celebre social network russo.

Perché Pavel Durov ha la doppia cittadinanza?

Nel 2014 Pavel Durov ha lasciato la Russia a causa di uno scontro con il governo: l’imprenditore si è rifiutato di consegnare i dati personali ucraini di VK (dopo l’invasione russa della Crimea) ed ora vive a Dubai (dove ha sede Telegram). Il dirigente ha la doppia cittadinanza: quella degli Emirati Arabi (la sede della sua azienda) e quella della Francia (disposta dal Ministero degli Esteri).

L’arresto di Pavel Durov: le accuse e il possibile futuro di Telegram

Come anticipato anche in apertura (e come riportato dalla testate TF1Info), Pavel Durov è stato arrestato sabato 24 agosto intorno alle ore 20:00 presso l’aeroporto di Le Bourget a Parigi. L’imprenditore era in viaggio con il suo jet privato in compagnia della sua guardia del corpo e di una donna; il governo francese ritiene Durov complice dei molteplici reati che avvengono su Telegram (traffico di stupefacenti e di materiale pedopornografico, truffe e quant’altro). Il motivo è da ricercarsi nella mancanza di moderazione all’interno della piattaforma; inoltre c’è sempre stato il rifiuto sistematico di collaborare con le forse dell’ordine mentre alcuni strumenti offerti da Telegram favorirebbero i comportamenti criminali (come la presenza di criptovalute per i pagamenti non tracciati).

Il periodo di detenzione iniziale del dirigente ha una durata fino a 96 ore: si tratta di una lasso di tempo necessario per il corretto svolgimento dell’interrogatorio e le stesse autorità francesi hanno prolungato l’arresto di Pavel Durov (la mattina del 26 agosto). Al momento non ci sono dichiarazioni da parte del CEO mentre Telegram ha pubblicato un comunicato tramite X/Twitter in cui sottolinea il rispetto delle leggi dell’UE, incluso il Digital Services Act.

Per quanto riguarda il possibile futuro di Telegram al momento non è possibile fare pronostici e non ci sono certezze: la Francia potrebbe propendere per il ban all’interno del territorio (e magari altri paesi potrebbero seguire a ruota), ma per ora non ci sono dettagli ufficiali.

Durov rilasciato su cauzione | Aggiornamento 29/08

Nelle scorse ore è stato pubblicato un comunicato stampa da parte della Procura francese, in vengono svelati i nuovi sviluppi dell’arresto del CEO e fondatore di Telegram. Pavel Durov è tornato in libertà, ma sotto stretto controllo giudiziario con l’obbligo di fornire una cauzione per un importo di 5 milioni di euro. Inoltre non potrà lasciare la Francia e c’è anche l’obbligo di visitare una stazione di polizia francese due volte a settimana. In base a quanto dichiarato sarebbero sei i punti contestanti al dirigente, tutti legati “all’aver consentito attività criminali” tramite la sua applicazione. Tra questi troviamo:

  • complicità nella gestione di una piattaforma online per transazioni illegali (come parte di un gruppo organizzato);
  • rifiuto di fornire informazioni o documenti necessari per l’attuazioni delle intercettazioni consentite dalla legge;
  • complicità nei reati tramite l’accesso a Telegram per utenti che distribuiscono contenuti pornografici con minori, traffico di droga, truffatori e altre tipologie di criminali;
  • fornitura di servizi di crittografia senza dichiarazioni.

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