Si sa, quando Donald Trump si esprime su situazioni spinose è solito farlo senza mezzi termini, e non fanno differenza le recenti dichiarazioni contro Taiwan e TSMC. A pochi giorni dall’attentato subito dall’ex presidente e attuale candidato alla guida della Casa Bianca, è tornato a esporsi sul famigerato contenzioso che la alla Cina, che negli ultimi anni ha intensificato le pressioni su una possibile invasionedell’isola, e lo ha fatto con dichiarazioni che hanno subito fatto discutere.
Donald Trump contro Taiwan e TSMC, la guerra dei microchip si fonde alla geopolitica
“Si sono presi circa il 100% del nostro business dei chip“: è questa l’opinione di Donald Trump, che punta il dito verso l’operato di Taiwan, che specialmente con TSMC avrebbe tolto la leadership agli USA. Non specifica se l’abbia fatto in maniera illecita o meno, ma tanto basta per fargli aggiungere “Taiwan dovrebbe pagarci per la difesa“. I modi in cui la filiera taiwanese, TSMC in primis, è riuscita a essere al primo posto nell’industria dei semiconduttori ve l’ho già spiegato in questo video-editoriale.
“Non siamo diversi da una compagnia assicurativa. Taiwan non ci dà niente” afferma Trump, lasciando intendere che l’estrema competitività di TSMC danneggi talmente tanto i competitor statunitensi da diventare una recriminante nella geopolitica fra le tre nazioni. Da sempre, gli USA sono il maggiore fornitore d’armi di Taiwan, e anche se manca un accordo di difesa nero su bianco (come nel caso di Giappone e Sud Corea) la legge prevede che debba dare all’isola gli strumenti per difendersi da eventuali minacce.
Con Biden come presidente, in più occasioni gli USA hanno fatto venir meno la cosiddetta ambiguità strategica verso Cina e Taiwan, sostenendo la difesa di Taiwan in caso di attacco cinese. Ufficialmente, gli Stati Uniti sostengono la politica di “una sola Cina” secondo cui l’isola sarebbe della Cina, pur al contempo promuovendo l’autodifesa di Taiwan. Secondo gli addetti ai lavori, come nel caso della taiwanese Mega International Investment Service, i commenti di Trump sono “troppo bruschi” ma soprattutto “retorica politica“.
Non ha mancato di rispondere il presidente taiwanese Cho Jung-tai, che ha fatto presente come la sua nazione abbia “costantemente rafforzato il suo bilancio per la difesa e dimostrato la sua responsabilità nei confronti della comunità internazionale“, ma anche di essere “disposti ad assumerci maggiori responsabilità, ci stiamo difendendo e garantendo la nostra sicurezza“. Nel mentre, i politici statunitensi ricordano che Taiwan abbia un arretrato da quasi 19 miliardi di dollari in forniture di armi made in USA, e Taiwan lamenta ritardi nelle consegne a causa del concentramento delle forniture verso l’Ucraina.
Sull’accaduto non si è esposta TSMC, che inevitabilmente ha visto il suo titolo calare in borsa del -3% bruciando circa 23 miliardi di dollari in poche ore; fortunatamente per i suoi investitori, il boom dell’intelligenza artificiale ha permesso al suo titolo di quasi raddoppiarsi da inizio anno, con un Q2 2024 che si è chiuso con un +36% degli utili. Il calo in borsa ha interessato anche i suoi principali partner come Apple (-2%), Qualcomm e MediaTek (-6%), NVIDIA (-8%) e AMD (-15%), mentre è salita la statunitense Intel (+5%).
Le tensioni fra Taiwan e Cina non accennano a placarsi così come lo spauracchio verso TSMC, che pur ergendosi in una piccola isola al centro di pressioni geopolitiche non indifferenti continua a guidare il mondo dell’elettronica. Le aziende con cui lavora sono persino arrivate a chiedergli di spostarsi da Taiwan, viste anche le minacce di bombardamenti da parte degli USA. TSMC ha cercato di venire incontro agli Stati Uniti costruendo fabbriche avanzate sul suolo americano, ricevendo però aspre critiche dalle alte sfere.
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