Dopo oltre un decennio di smartphone HUAWEI con la sigla “P” nel nome, smartphone che hanno segnato la storia della telefonia mobile nel mondo Android, il famoso brand cinese ribattezza la serie e dà il benvenuto al nome “PURA”. Quale modo migliore di dare il benvenuto a questa nuova serie di smartphone in Italia, se non provando il top di gamma indiscusso, il Pura 70 Ultra?
Lo stiamo provando da svariati giorni in realtà, e la vera motivazione è legata al fatto che, probabilmente, questo è uno smartphone destinato ad essere divisivo sul grande pubblico. Il motivo è semplice: passano gli anni, e tutti sappiamo della posizione fortemente penalizzata di HUAWEI in Europa e non solo, e questo influenza negativamente il giudizio sui prodotti, soprattutto sui top di gamma.
Quest’anno, però, voglio analizzare lo smartphone con diverse chiavi di lettura, approcciando con più visioni questo smartphone per cercare di capire al meglio il suo reale potenziale e, ovviamente, chi dovrebbe comprarlo ad occhi chiusi (e chi invece no).
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Recensione HUAWEI Pura 70 Ultra
Design e Materiali
Il primo argomento divisivo, ma che in realtà è una costante quando si parla di gusti personali, è proprio il design del dispositivo. Il Pura 70 Ultra ha un retro in finta pelle con un motivo goffrato e una cornice metallica lucida: non vi nascondo che è parecchio vistoso, ma riesce a rimanere elegante pur senza passare inosservato. La colorazione verde che Huawei ci ha mandato in prova ha dettagli dorati su tutta la superficie, e personalmente penso che sia bellissimo. Anche i modelli marrone e nero hanno il loro perchè, ma personalmente ho apprezzato di più questa colorazione particolare. Ogni modello, poi, viene fornito con una custodia abbinata nella confezione, anch’essa rifinita in pelle vegana e con un design curato, anche lui, nei minimi dettagli.
Nel complesso, non vi nascondo, che il Pura 70 Ultra è un telefono abbastanza grande e pesante, ma è molto comodo da tenere in mano, con curve lisce su tutti i lati e la sensazione morbida del pannello posteriore effetto pelle che gli conferisce un grip pari a pochissimi altri prodotti in circolazione. È anche certificato IP68. Sempre sul retro, ciò che non passano inosservate sono le fotocamere e la loro disposizione quasi a forma triangolare, che richiama vagamente la lettera “P”, iniziale di PURA.
E’ proprio nel comparto fotografico che, come da tradizione, Huawei ha messo in campo il suo know-how realizzando un sistema retrattile: la fotocamera principale si ritrae quando non è in uso e fuoriesce meccanicamente di alcuni millimetri ogni volta che si apre l’app della fotocamera. Tale sistema ha consentito a Huawei di contenere le dimensioni del modulo fotocamera, che altrimenti, considerando il sensore, sarebbe stato ancora più grande e avrebbe occupato una porzione di spazio ancora maggiore.
Sul fronte, poi, Huawei ha utilizzato una protezione del vetro Crystal Armor Kunlun, certificata come il 300% più resistente ai graffi rispetto alla prima generazione di vetro Kunlun, che personalmente già avevo testato e collaudato con il P60 Pro dello scorso anno in una prova a lungo termine, e non si è mai graffiato in alcun modo. Anche il frontale si contraddistingue per una curvatura 2.5D su entrambi i lati, con cornici perfettamente ottimizzate e un sensore biometrico sotto il display che funziona alla perfezione, soprattutto se unito a quello facciale.
Gli elementi presenti, poi, sono ben disposti sostanzialmente su due lati: a destra c’è, infatti, il tasto power con bilanciere per la regolazione del volume, e in basso lo speaker primario, con l’ingresso USB-C e lo slot per la sola Nano-SIM. Lo speaker secondario, invece, coincide con la capsula auricolare. Sul fronte audio devo dire di essere rimasto davvero sorpreso: la qualità del suono è davvero alta, sempre ben equalizzato, ricco di bassi e soprattutto con un volume decisamente superiore alla norma.
Display
Il display del Huawei Pura 70 Ultra, invece, è uno di quei pannelli che ti tengono incollati allo schermo, in modo indiscutibile. Questa volta qui non si tratta di gusti o preferenze, ma va detto chiaramente che il pannello LTPO da 6.8″ pollici qui presente è uno tra i migliori fino ad oggi in circolazione a bordo di un top di gamma, e lo è a partire dalla luminosità massima, dichiarata fino a 2500 nits, che praticamente spacca le pietre.
Al di là di tutto, si tratta di un pannello LTPO OLED con risoluzione 2844 x 1260 pixel, frequenza di aggiornamento adattiva da 1-120 Hz, PWM dimming ad alta frequenza da 1440 Hz e frequenza di campionamento del tocco fino a 300Hz. Non credo serva aggiungere altro, perchè tecnicamente parlando siamo a livelli molto alti. Lo schermo è essenzialmente piatto, ma il vetro si curva ai bordi come anticipato, e questa probabilmente può essere l’unica cosa che potrebbe non accogliere il parere favorevole di tutti: personalmente ritengo le curvature ben bilanciate e non troppo pronunciate, perciò state tranquilli con la questione dei tocchi involontari, perchè qui sono assenti.
Hardware e prestazioni
Altro fronte piuttosto divisivo sul nuovo HUAWEI Pura 70 Ultra è senza dubbio l’hardware di cui lo smartphone è dotato, e seppur ci siano delle mancanze oggettive, come il 5G assente per via dei Ban imposti a HUAWEI, ci sono ben altri aspetti decisamente incoraggianti. Se è vero che non tutti i mali vengono per nuocere, la cosa certa è che il colosso cinese dopo aver avuto tutte le limitazioni che conosciamo, si è impegnata nella produzione dei chipset direttamente in casa, cosa che già in passato avveniva seppur in minima parte.
Naturalmente il Pura 70 Ultra monta a bordo il nuovo Kirin 9010, CPU a 7nm prodotta da SMIC in Cina che di fatto permette a HUAWEI di avere un chipset comunque prestante, pur dovendo rinunciare alla potenza di uno Snapdragon 8 Gen 3, ad esempio. La GPU a supporto è una HiSilicon Maleoon 910 MP4, mentre lo storage interno previsto è da 512GB che accompagnano i 16GB di memoria RAM LPDDR5X.
I benchmark che ho effettuato, di fatto, mostrano che il Huawei Pura 70 Ultra è effettivamente indietro rispetto alla concorrenza, e se proprio dovessimo giudicare lo smartphone dai numeri, di certo non lo definiremmo un top di gamma del 2024. Ad ogni modo, personalmente, non ho mai giudicato troppo gli smartphone dai numeri e mi sono basato sempre sull’esperienza d’uso, ancor di più nella fascia alta di mercato, dove i numeri sono sì sempre molto alti, ma contano relativamente. Questo per dirvi che nell’uso quotidiano è difficile notare questa differenza tra il Pura 70 Ultra o, ad esempio, un Galaxy S24 Ultra o ancora un HONOR Magic 6 Pro. Il motivo sta tutto quanto nell’ottimizzazione del software di Huawei, che è davvero studiato a puntino.
In termini di gestione delle temperature ho notato dei valori più alti del solito soltanto nelle sedute di benchmark più intenso, Gfx Benchmark tra tutte, ma onestamente anche nelle sessioni di stress test ho appurato che mai la CPU taglia la potenza a causa delle temperature, motivo per cui nei test di stabilità ottiene un punteggio molto più alto dei competitor con una percentuale del 97.5%.
Per quanto riguarda il gaming, le prestazioni avrebbero potuto essere migliori, ma conto di vedere dei miglioramenti soprattutto con l’aggiornamento dei titoli in questione come Call of Duty ad esempio, visto che molto spesso alcuni titoli non sono perfettamente ottimizzati su tutti gli hardware su cui poi devono girare, soprattutto se poco diffusi come questo Kirin 9010.
A livello di connettività, invece, come vi anticipato è purtroppo assente la compatibilità con le reti 5G che, considerando la fascia di prezzo, potrebbe far storcere il naso a più di qualcuno. Personalmente, abitando in un piccolo paese del sud Italia, pur avendo la dicitura 5G, navigo sempre a velocità mai superiori ai 100/150 MB/s, perciò non ho mai sentito la necessità di avere il 5G che, tutto sommato, è innegabile sia una grossa mancanza.
Software
Anche a livello software, tecnicamente parlando, si potrebbe essere divisivi: il motivo primario è legato alla consolidata assenza dei servizi Google di base, ma quest’anno (in realtà anche l’anno scorso l’ho fatto sul P60 Pro, senza difficoltà) grazie ad Aurora Store e MicroG tutti i servizi Google ritornano funzionanti alla grande, seppur con qualche piccolo stratagemma. In ogni caso, qui su GizChina abbiamo pubblicato la guida completa sia testuale che video, dove trovate tutti i passaggi per poter installare i servizi Google sia sui nuovi Huawei che sui modelli precedenti, purchè dotati di EMUI 14.
Tralasciando questo dettaglio, la questione software migliora ulteriormente: se già l’anno scorso ero stato soddisfatto dalle prestazioni offerte dal P60 Pro che, di fatto, è stato il mio smartphone secondario dalla sua uscita fino ad ora dove credo che verrà sostituito da questo Pura 70 Ultra, quest’anno la musica migliore. L’ottimizzazione software, come anticipato, è migliorata e l’intero ecosistema è ancora più stabile e affidabile; tutte le app di Huawei presenti al primo avvio vi consentono, qualora non voleste smanettare, di utilizzare lo smartphone anche senza servizi Google, dal momento che c’è uno store, l’App Gallery, piuttosto fornito grazie anche ai marketplace esterni, ma anche tante app extra come Copilot di Microsoft, la suite da ufficio sempre di Microsoft e moltissime altre che completano l’ecosistema.
Con i servizi Google installati, invece, l’esperienza si completa al 100%; funzionano tutte le app di Google, ad eccezione di Wallet che al momento non è supportato, così come funziona anche Android Auto, la trasmissione tramite Chromecast di YouTube, la sincronizzazione della rubrica di Google e tantissimo altro. Tra i punti a suo sfavore inserirei principalmente il fatto che la EMUI 14.2 installata qui a bordo, si basa sul Core di Android 12 di base, ma in effetti all’atto pratico per l’utente comune questo non comporta privazioni o limitazione durante l’utilizzo.
Fotocamera
Se c’è una cosa di cui puntualmente ogni anno mi innamoro negli smartphone di HUAWEI, quella è senza dubbio la sua fotocamera. È innegabile, ragazzi, che nonostante tutto Huawei rimanga il leader indiscusso sul fronte fotografico, motivo per cui il suo predecessore è rimasto in tasca per tutto questo tempo fino ad oggi.
Comunque, tralasciando un po’ il mio fanboysmo, che non mi sforzerò di nascondere in questo contesto, posso dirvi che, per ovvi motivi, la fotocamera principale è la più entusiasmante, come al solito. Questa dispone di un sensore da 1 pollice con 50MP a disposizione, oltre che un’apertura meccanica che può variare da f/1.6 a f/4.0 con ovviamente un meccanismo retrattile (Ultra Lightning Popup, il nome scelto da Huawei) che ha consentito all’azienda di contenere le dimensioni del camera bump che, pur essendo imponente, non ha nulla a che vedere con quello di uno Xiaomi 14 Ultra, ad esempio.
Questa fotocamera è accompagnata da un teleobiettivo 3.5x da 50MP f/2.1 e una lente ultragrandangolare da 40MP f/2.2. Ogni fotocamera cattura molti dettagli, e i colori sono coerenti tra loro, sempre naturali e realistici. La gamma dinamica è tra le migliori del settore, e l’effetto bokeh della modalità ritratto, seppur ottenuto in modo artificiale, è indiscutibilmente il migliore mai visto a bordo di uno smartphone. Ho scattato svariate fotografie in questi giorni, incluso nella modalità ritratto, e le fotografie che ho ottenuto, anche con Zoom a 3x, sono entusiasmanti sia per definizione che per qualità dello scontrono. E’ impossibile restare impassibili di fronte alla qualità di questi scatti che personalmente mi hanno lasciato a bocca aperta.
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Foto ritoccata con Lightroom
Per questa recensione ho voluto fare un’eccezione, un test che non faccio mai. Ho selezionato un po’ di fotografie che tecnicamente mi piacevano più di altre, e mi sono divertito a modificarle su Lightroom con alcuni preset da me confezionati negli anni. Li trovate nella galleria qui in alto: la calibrazione dei colori può piacervi oppure no, in fin dei conti il fotoritocco è soggettivo, ed incontra i gusti di ognuno di noi, mentre è oggettiva la qualità degli scatti che molte volte mi hanno fatto dimenticare di avere solamente uno smartphone tra le mani (e non una mirrorless).
La fotocamera ultragrandangolare non riesce a catturare lo stesso livello di dettaglio e, se si zoomma e si esaminano le immagini, si notano delle piccole imperfezioni, ma anche su questo fronte al momento non c’è sul mercato uno smartphone che riesca a fare di meglio. Anzi, vi sfido a trovarlo. Il teleobiettivo tende a produrre immagini con una leggera foschia, ma questo si nota con scatti realizzati con zoom digitale fino a 100x; tendezialmente fino a 3.5x la qualità rimane pressochè invariata, fino a 10x la qualità è molto buona, da 10x a salire fino a 100x la qualità scende in modo proporzionale al fattore di ingrandimento (ovviamente, aggiungerei).
La fotocamera selfie è solo da 13MP, ma offre immagini eccellenti. Ha un campo visivo eccezionalmente ampio, ma anche quest’anno c’è la possibilità di scegliere la lunghezza focale, ciò significa che è perfetta per selfie di gruppo ma anche per foto in primo piano da soli, e l’autofocus qui presente ci semplifica di gran lunga tutta la fase di scatto.
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La cosa più interessante di questo sistema di fotocamere è il modo in cui riesce a catturare soggetti in rapido movimento, almeno con le fotocamere principale e teleobiettivo. Utilizzando la modalità snapshot, il telefono cattura simultaneamente un’esposizione lunga e una breve, combinandole poi tramite l’AI. Il risultato finale che viene fuori è uno scatto cristallino con movimento praticamente assente e un’esposizione perfetta. Scattando le foto a soggetti in movimento ad esempio in bici, o ad un tram sulle rotaie, ha sempre restituito soggetti perfettamente a fuoco e apparentemente immobili.
Per quanto riguarda i video, lui può registrare fino a 4K 60fps con ogni fotocamera, e fino a 1080p 960fps per lo slow motion con la fotocamera principale. La stabilizzazione è ottima in tutte le condizioni di illuminazione e la transizione tra le fotocamere durante la registrazione è fluida. Molto bene anche i microfoni in situazione di stress, come il concerto a cui ho assistito, e ad essere onesti ho notato un grande miglioramento rispetto la generazione precedente. Purtroppo il comparto video non è all’altezza del comparto fotografico anche quest’anno, perciò se l’ho amato al 101% negli scatti fotografici, nei video continuo a preferire Samsung o Apple.
Autonomia
La batteria ha una capacità di 5200mAh e mi ha sempre facilmente accompagnato per tutta la giornata, anche con cambi di celle molto frequenti, e utilizzo intenso della fotocamera. Mi è capitato di testarlo in giornate molto intense e particolari dove ho viaggiato e mi sono spostato molto, e lui ha retto perfettamente il colpo. In più è possibile ricaricare a 100W con l’adattatore da muro incluso, abbastanza per passare da zero al 100% realisticamente in meno di un’ora.
Naturalmente supporta anche la ricarica wireless fino a 80W con caricatori compatibili, oltre che la ricarica inversa come il modello precedente.
Prezzo e considerazioni
Il tasto dolente di questo prodotto è racchiuso senz’altro nel suo prezzo di vendita: € 1499 di listino sono la cifra necessaria per portarselo a casa, e tanto per restare in tema con tutta la recensione, utilizzo ancora una volta il termine divisivo. Divisivo perchè per alcuni sarà inaccettabile spendere questa cifra per uno smartphone senza 5G, senza servizi Google (di base, seppur installabili manualmente) e con un sistema operativo basato su Android 12 (seppur ininfluente); per altre tipologie di utenti, nelle quali mi inserirei personalmente, tutte le specifiche sopra menzionate sono ininfluenti.
Sarò diretto con voi: il 5G, per quanto mi riguarda, è ininfluente e considerato il mio utilizzo dello smartphone, non avere il 5G mi fa solo risparmiare batteria (ma sono d’accordo che non sia così per tutti!), i servizi Google li ho installati con una procedura di 15 minuti e funzionano alla grande, ed Android in versione 12 di base non me n’ero neanche accorto visto e considerato che questo non comporta nessuna mancanza pratica durante l’utilizzo.
Certo, i 1499 euro necessari per portaselo a casa non sono pochi, su questo posso darvi ragione: grazie al codice sconto che trovate qui in basso il prezzo però scende già di 150 euro, 1349 euro per portarselo a casa. Che ne dite, fa più gola?
I link di acquisto presenti in questo articolo generano una piccola commissione per GizChina.it. Scopri tutti i dettagli qui.
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