Apple A18 Pro sarà più grande, sale l’hype per l’AI di iPhone 16 Pro

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Miniaturizzare un microchip è importante non tanto per renderlo più piccolo quanto per avere più spazio a disposizione per i transistor, come pare sarà il caso di Apple A18 Pro. Nella conta dei transistor, il SoC che alimenterà i futuri iPhone 16 Pro e Pro Max sarà probabilmente uno se non il migliore come da tradizione per Apple; e si sa, più transistor più potenza, specialmente adesso che l’intelligenza artificiale ne richiede non poca.

iPhone 16 Pro e Pro Max avranno un Apple A18 Pro più potente per alimentarne l’AI

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Crediti: WCCFtech

In rete è infatti spuntata una nota del centro di analisi Haitong International Tech Research, in cui si parla delle modifiche Apple avrebbe attuato per la progettazione dell’A18 Pro. Ecco quanto recita: “secondo i nostri controlli sulla catena di fornitura, […] notiamo che l’A18 Pro di Apple, la versione a 6 GPU, presenterà un’area del die più ampia (rispetto all’A17 Pro), che potrebbe rappresentare una tendenza per l’edge AI computing“.

Per chi non lo sapesse, il termine “die” si riferisce alla porzione di silicio su cui è inciso il circuito integrato. Quando un microchip viene fabbricato, vengono stampati più circuiti su un’unica lastra di silicio detta wafer, che viene poi suddiviso in singoli chip, ognuno dei quali contiene un circuito completo. Ogni singolo chip, prima di essere finalizzato e reso funzionante, rappresenta il “die” del dispositivo in cui viene infine inserito, in questo caso l’A18 Pro.

La sua dimensione può variare a seconda del design del microchip, e più grande più può ospitare transistor, appunto, a beneficio delle prestazioni. In questo caso specifico, gli analisti indicano che la mossa da parte di Apple sarebbe proprio pensata per aumentare la potenza AI, probabilmente dando più spazio fisico del chip a una più potente NPU.

Con “edge AI computing”, gli analisti indicano l’AI gestita in locale, che si differenzia da quella vista generalmente via cloud come nel caso di Microsoft Copilot, ChatGPT, Midjourney, Photoshop AI e così via. Per un’azienda che dà così tanta importanza a privacy e sicurezza, sarà necessario garantire che i servizi AI gestiscano i dati degli utenti in locale anziché inviarli ai server, e questo significa che lo smartphone dovrà essere capace di gestire da solo le feature AI, avide di risorse hardware.

Allo stesso tempo, aumentare le dimensioni dell’A18 Pro rappresenta una sfida per Apple, perché un SoC grande significa anche un SoC che può scaldare e consumare di più, pertanto va trovato un equilibrio fra performance e consumi. Proprio per questo, Apple potrebbe anche affidarsi ad aziende terze per offrire ai suoi clienti funzionalità d’intelligenza artificiale, come nel caso di OpenAI e Google Gemini.

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