Qualcomm parla della rinascita di Huawei: sarà un danno economico?

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Crediti: Bloomberg

Non è il periodo più positivo per Qualcomm, che soltanto nelle scorse settimane ha dato via a ingenti tagli al personale lasciando a casa più di mille dipendenti. Nel post-lockdown, il mercato degli smartphone ha faticato a riprendersi e soltanto negli ultimi mesi si sta iniziando a vedere quella che sembra la luce in fondo al tunnel. I dati di vendita evidenziano un risollevamento dei numeri di vendita, sia su scala globale che in Cina, e il chipmaker statunitense si è recentemente esposta in tal senso, cogliendo la palla al balzo per rispondere anche ai dubbi su Huawei.

Qualcomm pubblica le proprie previsioni per i prossimi mesi e parla del ritorno di Huawei

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Crediti: Huawei

Come forse saprete, infatti, il ban USA che nel 2019 colpì Huawei colpì anche la sua divisione semiconduttori HiSilicon, che nel giro di pochi mesi passò da essere uno dei chipmaker più grandi e importanti al mondo a doversi pesantemente ridimensionare. Essendo un chipmaker fabless anziché fab, deve ricorrere a chi ha gli impianti di fabbricazione, ma né TSMC né Samsung possono farlo causa ban.

Ne conseguì che da quel momento in poi l’azienda cinese fu costretta a ricorrere a un piano “d’emergenza”, cioè affidarsi ai System-on-a-Chip prodotti da Qualcomm anziché a quelli proprietari; il risultato furono modelli come la serie Mate 50 e P60, mossi dallo Snapdragon 8+ Gen 1 ma limitati al 4G, in quanto gli USA permisero sì a Qualcomm di fornirle microchip ma privi di modem 5G. Inoltre, per quanto molto performanti, gli Snapdragon non potevano garantire lo stesso grado d’efficienza di una soluzione cucita su misura.

Nonostante i pesanti vincoli del ban, il lancio della serie Huawei Mate 60 ha segnato il ritorno di HiSilicon, che assieme a SMIC ha creato un Kirin 9000S 5G che ha destato scalpore nel settore, anche se i dubbi sono molti. Probabilmente lo ha destato anche in Qualcomm: secondo gli analisti, perdere un grosso cliente come Huawei significherà una perdita miliardaria, una mossa che potrebbe avere ripercussioni anche su aziende come Xiaomi e anche sui numeri di produzione del chipmaker californiano.

Non è ovviamente dello stesso avviso il CEO Cristiano Amon, che in virtù del rientro del calo delle vendite si è esposto in tal senso, affermando che non si aspetta che la ripresa di Huawei influisca sui suoi rapporti con le aziende cinesi, arrivando persino a stimare un aumento del +35% di trimestre in trimestre nelle forniture verso la Cina. Sarà tutto da scoprire, anche in prospettiva del vociferato ritorno di Huawei sul mercato Global, che non è ancora avvenuto ma che potrebbe colpire ulteriormente Qualcomm.

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