Aggiornamento 26/01: novità sulla volontà di OpenAI di prodursi i microchip da sola, le trovate nell’articolo.
Secondo Intel, oggi come non mai i microchip sono “più importanti del petrolio“, e a quanto pare anche OpenAI sarebbe dello stesso avviso. La compagnia divenuta celebre grazie a ChatGPT ha rapidamente scalato la classifica dell’industria tecnologica, ma lo ha fatto giocoforza alleandosi a NVIDIA. Se il chipmaker statunitense ha raggiunto una valutazione monstre da 1 triliardo di dollari è proprio grazie al suo strapotere in ambito GPU, tale da sollevare le preoccupazioni dell’Antitrust europeo.
OpenAI sta pensando a realizzare da sola i microchip necessari per i suoi sistemi AI
Secondo gli addetti ai lavori, far funzionare un servizio così complesso come ChatGPT costa quasi 700.000$ al giorno, il ché è un problema per OpenAI. Affinché il suo chatbot possa diventare un vero competitor di Google, l’azienda di Sam Altman dovrebbe potenziare il suo sistema con oltre oltre 4 milioni di GPU e oltre 500.000 server, e ciò significherebbe spendere qualcosa come 100 miliardi di dollari. Nella stessa posizione è l’azienda partner Microsoft, che fornisce a OpenAI la piattaforma cloud Azure anch’essa alimentata da GPU NVIDIA.
E dopo che Microsoft sta iniziando a crearsi microchip per sostituire NVIDIA, anche OpenAI vorrebbe fare lo stesso. Non sarà un compito per niente facile, quello di avere una divisione semiconduttori, al punto che l’azienda starebbe anche valutando di acquisire un chipmaker (per non ora non ci sono nomi) e con esso il suo know-how, come fece nel 2015 Amazon con l’acquisizione di Annapurna Labs.
In questi giorni, il CEO Sam Altman ha incontrato in Medio Oriente importanti investitori come lo sceicco di Abu Dhabi Tahnoun bin Zayed Al Nahyan, fratello del presidente degli Emirati Arabi Uniti nonché presidente di G42, società AI che lavora proprio con OpenAI. Discussioni che ci sono state anche con chipmaker come la leader TSMC: il colosso taiwanese produce i semiconduttori che NVIDIA vende poi a OpenAI, quindi gli investitori potrebbero aiutare quest’ultima ad avere i fondi necessari per fondare una divisione fabless che si sostituisca a NVIDIA. Lo sceicco è a capo di gruppi di investimento statale come l’Abu Dhabi Investment Authority dal valore di 800 miliardi di dollari.
Anche se il piano andasse in porto, ci vorrebbero comunque anni prima di vedere OpenAI attivamente in azione nel mercato dei microchip, oltre che centinaia di milioni da investire ogni anno; la stessa Meta, molto attiva nel campo AI, sta faticando a creare microchip che la rendano più indipendente da NVIDIA e AMD. Nel frattempo, OpenAI e un celebre ex Apple stanno anche esplorando la possibilità creare il suo “iPhone dell’intelligenza artificiale“.
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