In questi giorni, Xiaomi ha ottenuto la tanto attesa approvazione dell’ente cinese National Development and Reform Commission per la produzione della sua auto elettrica. Questa approvazione non è facile da ottenere: basti pensare che da fine 2017 a oggi Xiaomi è la quarta azienda ad averla ricevuta.
Il governo della Cina approva il piano di Xiaomi per la produzione della sua auto elettrica
L’ente NDRC si occupa non solo di autorizzare le aziende ma anche di fornire gli investimenti statali per la produzione, e c’è un buon motivo per cui il governo cinese vuole evitare l’inflazionamento dell’industria automobilistica. Adesso manca l’autorizzazione della più alta carica del settore, cioè il Ministero dell’Industria e dell’Informazione (MIIT), le cui valutazioni vertono su sicurezza e requisiti tecnici.
Il piano ufficiale prevede che Xiaomi inizi a produrre le sue prime auto elettriche nella prima metà del 2024 a fronte di 10 miliardi di investimenti, anche se il rallentamento nel ricevere le autorizzazioni potrebbe far slittare i piani iniziali. BYD, SAIC, FAW, Dongfeng, BAIC, GAC, Chang’an, Chery, Fujian, JAC, Jiangling, BAW, Li Auto, Geely, NIO, Xpeng, GWM, Seres: questi sono soltanto alcuni dei marchi cinesi di auto elettriche. Tutte aziende che stanno affrontando un eccesso di offerta e una domanda in calo, dando via a una guerra dei prezzi che colpiscono i fornitori che si vedono ridotti i margini ai minimi termini.
Negli scorsi mesi, l’espansione dello stabilimento Tesla di Shanghai non ha ricevuto le autorizzazioni dalla Cina e alla casa automobilistica americana Lucid non è stato permesso di produrre in Cina. Nel mentre, gli impianti costruiti da Xiaomi a Pechino le daranno modo di costruire fino a 200.000 veicoli l’anno, anche se nel 2024 si fermerebbe a 100.000 unità. Di auto Xiaomi ce ne sarebbero due modelli, m la strategia commerciale di Xiaomi non prevede di guadagnare dall’hardware.
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