Su un intero wafer di silicio prodotto da Samsung sul nodo a 4 nm, soltanto il 35% dei microchip era utilizzabile, e sappiamo bene com’è andata a finire. Dopo anni di collaborazione, Qualcomm si spostò dalle fabbriche sud coreane a quelle taiwanesi di TSMC per affidarle la produzione dei SoC; la stessa Samsung, dopo anni di dualismo Snapdragon/Exynos decise di affidare la serie S23 unicamente a Qualcomm. Il sodalizio andò così bene che si credeva che sarebbe proseguito con la serie S24, ma è sempre più quotata l’ipotesi che l’Exynos 2400 sarà il chipset dei futuri top di gamma di Samsung. Questo grazie al miglioramento dei 4 nm di Samsung, al punto tale che non soltanto Google ma anche AMD avrebbe scelto di preferirla a TSMC.
Non solo Google: anche AMD preferirà i 4 nm di Samsung anziché di TSMC
Anche se il prossimo traguardo è quello dei 3 nm, Samsung ha sensibilmente migliorato il rendimento delle sue linee produttive a 4 nm, portandola quasi al pari di quella più matura a 5 nm e secondo insider al pari dell’equivalente di TSMC, e questo significa più chip utilizzabili e competitivi. Ad annunciare questo miglioramento della resa è stata la stessa Samsung, un tipo di annuncio che secondo gli addetti ai lavori è solitamente raro; solitamente i chipmaker non sono troppo aperti nel rivelare pubblicamente la resa delle proprie fabbriche, e quando accade significa che sono sicuri di ciò che stanno affermando. Samsung non è nuova ad aprirsi in questo modo, come quando incappò nei suddetti problemi di produzione.
Oltre alla divisione smartphone di Samsung, anche Google avrebbe confermato la partnership per il Tensor G3 che muoverà la serie Pixel 8. Ma la vera novità sarebbe AMD, che fino a qualche mese fa sembrava certo che avrebbe continuato a far produrre i suoi microchip a TSMC; il chipmaker taiwanese avrebbe riscontrato ritardi nella produzione al punto da far posticipare i chip Phoenix di AMD, spingendola quindi verso le fabbriche Samsung anche in virtù del migliorato processo a 4 nm.