In Google c’è grande fermento: Bard non riesce ancora a competere con ChatGPT e l’azienda statunitense sta perdendo punti (seppur pochi) nei confronti di Bing. Per correre ai ripari Google starebbe chiedendo ai team di sviluppo degli altri prodotti di aiutare nell’addestramento di Bard, con conseguente messa a rischio degli altri servizi, tra cui anche Assistant.
Aggiornamento 01/04: In una nuova intervista, il CEO di Google ha parzialmente confermato le indiscrezioni con delle dichiarazioni che suggeriscono la fusione tra Assistant e Bard. Trovate tutti i dettagli all’interno dell’articolo.
Assistant potrebbe essere il prossimo prodotto a finire nel cimitero di Google
L’amato “Hey Google“, quindi, potrebbe finire nello speciale cimitero dei servizi dismessi da Big G: l’assistente vocale infatti non genererebbe profitto e sarebbe il principale indiziato per una eventuale riorganizzazione del team di sviluppo. A riportare la notizia è Jennifer Elias della CNBC, che conferma che la squadra dietro l’iconico comando vocale potrebbe essere riassegnata a Bard.
La notizia di una maggior attenzione verso l’intelligenza artificiale era arrivata anche nei giorni scorsi, con il rumor che vedeva Google intenzionata a chiedere assistenza al team di DeepMind, uno dei team di sviluppo controllato da Alphabet.
Per Assistant, tuttavia, non sarebbe una vera e propria morte, ma più una trasformazione: la fusione con Google Bard porterebbe probabilmente grandi benefici ad un assistente vocale a cui molto spesso viene preferito il rivale Alexa di Amazon. Sarà quindi interessante capire se Google annuncerà questi fatidici cambiamenti in occasione del Google I/O di maggio.
Aggiornamento 01/04 – Il CEO di Google conferma la possibile fusione tra Assistant e Bard
In una nuova intervista con il New York Times, il CEO di Google Sundar Pichai ha confermato parzialmente le indiscrezioni riportate in precedeza, affermando che adesso la compagnia possiede la tecnologia per realizzare la visione originale con cui era stato sviluppato Google Assistant. Grazie a Bard, quindi, sarà possibile creare un assistente personale davvero intelligente che possa comprendere esigenze ed aiutare nella realizzazione di progetti.
“Dare a tutti il proprio modello personalizzato è qualcosa che mi eccita“, ha dichiarato Sundar Pichai, “Questa era la visione che avevamo quando abbiamo progettato Google Assistant, ma adesso abbiamo effettivamente la tecnologia per fare quelle cose“. La sensazione, quindi, è quella che Assistant possa “morire” (difficilmente Google assocerà la nuova tecnologia ad nome vecchio e screditato) per far spazio ad una fusione del servizio con Bard, che possa poi ugualmente arrivare sui dispositivi come smartphone, Home e Nest.
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