L’hit della settimana si chiama “Heart on My Sleeve“: la canzone cantata dal duo Drake e The Weeknd è stata ascoltata oltre 10 milioni di volte fra TikTok, Spotify, YouTube ed Apple Music. Ma la verità è che la canzone non è veramente cantata dai due celebri musicisti, bensì è stata interamente generata tramite intelligenza artificiale. Dietro la geniale manovra di marketing c’è un account, @ghostwriter977, che è sbucato fuori dal nulla cavalcando il trend delle AI cover che sta sempre più spopolando sui social. E quello che per il momento sembra essere un problema per le case discografiche potrebbe ben presto diventare un gallina dalle uova d’oro.
Per la prima volta nella storia, è andata virale una canzone generata tramite intelligenza artificiale
Poche ore dopo che la canzone “cantata” da Drake e The Weeknd è andata virale, Universal Music Group (titolare dei diritti dei due cantanti) si è mossa e ha disposto la cancellazione della traccia dalle piattaforme social; ovviamente internet è come l’idra, tagli una testa e ne spuntano altre due, perciò è ancora possibile trovarla seppur non più in veste ufficiale. Nel frattempo, si sta dibattendo sulla vera natura dell’account @ghostwriter977, che finora è rimasto nell’anonimato mostrandosi camuffato da lenzuoli o sciarpe in volto; egli afferma di essere stato per anni un ghostwriter (coloro che compongono per altri) sottopagato e sfruttato, e di aver colto la palla al balzo per “capovolgere l’industria“. E al di là di chi si nasconda veramente sotto al lenzuolo, effettivamente l’industria sta reagendo in maniera piuttosto animata, come dimostrano le azioni di UMG.
Il fenomeno delle AI Cover non è nuovissimo: sono settimane che basta farsi un giro su TikTok e YouTube per imbattersi in migliaia di AI Cover create con la voce del musicista famoso di turno: rapper come Kanye West, Travis Scott, XXXTentaction e Juice WRLD vanno per la maggiore, ma se ne possono trovare anche con Michael Jackson, Freddie Mercury, Beatles e molti altri ancora. E anche se non è la prima canzone generata tramite intelligenza artificiale, quella del misterioso ghostwriter è quella più credibile: sia perchè calza a pennello l’interpretazione di due artisti come Drake e The Weeknd, sia perché è una canzone inedita anziché una cover.
Ed è qui che nasce la questione sugli effetti dell’intelligenza artificiale sul mondo musicale: quanto è etico/legale che modelli IA possano simulare la voce di musicisti che non hanno mai dato l’approvazione affinché ciò accadesse? È evidente che ci troviamo ancora in una zona grigia in cui manca una legislazione aggiornata, ma sembra solo questione di tempo prima che le case discografiche provino a tutelare i propri artisti. Uso il verbo “provare” perché, per quanto la Universal di turno richieda la rimozione di una traccia IA, per la natura stessa di internet questa continuerà a circolare, e anzi, la sua irreperibilità non potrà che renderla ancora più oggetto del desiderio degli ascoltatori più accaniti.
A questo punto, la situazione potrebbe invertirsi, e l’industria musicale potrebbe capire che l’intelligenza artificiale è l’alleato migliore che gli poteva capitare. Per esempio, immagino etichette che creano modelli IA dei propri artisti per trarne profitto. Ghostwriter che compongono una canzone e la testano sui vari modelli vocali per capire quale sarebbe l’artista migliore a cui proporla. Cantanti deceduti che continuano a cantare perché nel loro testamento c’è la concessione di creare musica con la sua voce e far guadagnare la sua prole potenzialmente per sempre. E questi sono soltanto alcuni esempi, ma sono sicuro che ci troviamo dinnanzi alla pietra angolare della musica del futuro, un cambiamento paragonabile all’avvento della musica digitale, all’autotune o a Napster. Per non parlare di piattaforme come Google MusicLM, con cui creare tracce musicali partendo da semplici comandi testuali.
Vi lascio con il tweet della canzone incriminata, anche se non vi assicuro che rimarrà online ancora per molto:
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