Il 2021 è stanno l’anno in cui la crisi dei chip ha colpito più duramente il mercato tecnologico. Tra le crisi di cui abbiamo parlato negli scorsi mesi, quella dei semiconduttori è probabilmente quella che ha fatto discutere di più. Fra videogiocatori che non riescono ad acquistare le console next-gen e problemi al mercato automobilistico, si è aperto il vaso di Pandora sull’importanza critica di silicio e affini. Al punto tale che l’impellenza con cui la Cina vorrebbe indietro Taiwan, nazione leader nella produzione di semiconduttori, non sembra soltanto una scelta politica. In tutto ciò, c’è chi vede in questa penuria di componenti il bicchiere mezzo piano, dimostrando come la crisi stia ridimensionando trend non propriamente positivi.
Aggiornamento 28/09: come confermano i più recenti dati di analisi, la crisi dei chip ha effettivamente messo un freno al trend delle fotocamere multiple su smartphone. Trovate tutti i dettagli a fine articolo.
Ecco come la crisi dei chip sta andando a vantaggio degli smartphone
C’erano una volta gli smartphone con una sola fotocamera: che si trattasse di top di gamma o di entry-level, fino a qualche anno fa era la normalità che sul retro ci fosse un solo sensore. Se si escludono i dimenticabili esperimenti con le foto 3D di LG Optimus 3D, probabilmente è Huawei P9 che ha introdotto il concetto di dual camera “vera” nel panorama mainstream. Da allora, abbiamo assistito a una corsa ai sensori, arrivando ai giorni nostri con moltissimi smartphone che montano minimo tre o quattro fotocamere.
Ma quante di questi sensori sono effettivamente utili? Quanti di questi sensori sono lì solamente per questione di marketing, per non far sfigurare il proprio telefono nelle vetrine e farlo sembrare simile ai modelli più pregiati? Perché sì, ci sono configurazioni a multipla fotocamera decisamente utili, ma sono un’eccellenza che rappresenta una piccola parte del mercato.
In quest’ottica, l’ultimo report del centro di ricerca Omdia sottolinea come la crisi dei chip stia lenendo questo trend delle multi-fotocamere. Vuoi per la minore disponibilità di componenti, vuoi per il loro conseguente aumento di prezzo, vari produttori stanno ripiegando su configurazioni con meno sensori di prima. Al contrario, si sta preferendo spendere per l’utilizzo di sensori con una risoluzione più elevata. Questa scelta ha due facce della medaglia: una è avere meno sensori ma più di qualità, l’altra è la possibilità che la corsa ai sensori sia sostituita dalla corsa ai megapixel. E sappiamo bene quanto una fotocamera con tanti megapixel non implichi necessariamente una qualità più alta. Per dire, un camera phone come iPhone 13 Pro non ha molto da invidiare alla concorrenza e usa 3 sensori da “soli” 12 MP.
È anche vero che la creazione di sensori molto avanzati, come quello nuovo di Samsung da 200 MP, apre le porte a nuovi scenari su smartphone. La fotografia computazionale di cui tanto beneficiano gli smartphone odierni si fonda anche sul concetto di fotocamere ad alta risoluzione, potendo usare i pixel in più per tecniche come modalità Notturna e Pixel Binning. Ovviamente i tempi in cui gli smartphone avevano una sola fotocamera sono finiti, ma sperare che il loro utilizzo sia più significativo non costa nulla.
Gli effetti della crisi | Aggiornamento 28/09
Ai rapporti precedenti se ne aggiunge uno nuovo di Counterpoint Research, che mette nero su bianco gli effetti della crisi dei chip sull’utilizzo di fotocamere su smartphone. Nella prima metà del 2022, le spedizioni di sensori CMOS per smartphone sono calate del -14% su scala annuale, per un totale di 2,4 miliardi di sensori inviati in tutto il mondo. Vuoi anche per la crisi degli smartphone, tutti i produttori stanno vendendo meno del previsto e stanno quindi correndo ai ripari. Non soltanto riciclando chipset sui modelli “nuovi”, ma anche dando un taglio all’utilizzo di sensori fotografici superflui.
Come si può evincere dal grafico stilato da Counterpoint, dopo il picco fra 2020 e 2021, gli smartphone con quad camera sono sempre meno. Questo in favore perlopiù di configurazioni dotate di tre sensori, priva di quel sensore di profondità spesso criticato per fare più numero che altro. Si prevede che il trend continuerà nel 2023, in particolare con la prossima generazione mid-range della serie Galaxy A di Samsung, appoggiandosi al software per la realizzazione di foto bokeh.
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