Così come tante compagnie tecnologiche, anche Apple si affida giocoforza alla Cina per la produzione di molti dei prodotti che compongono il suo ecosistema. Molti dei suoi prodotti escono dalle fabbriche di Foxconn, una delle realtà che ci spiega perché gli smartphone vengono tutti dalla Cina; non solo Apple, Xiaomi, Nokia, Motorola e Huawei, ma anche Sony, Microsoft e Nintendo, così come HP, Dell, Acer, Amazon, Lenovo, Toshiba e molti altri. Per decenni, tantissime compagnie occidentali hanno affidato alla Cina la propria produzione, ma i numerosi lockdown che continuano ad affliggerla stanno portando aziende come Apple a rivedere i propri piani. Senza contare il conflitto con Taiwan, le cui conseguenze ricadranno proprio sulla futura serie iPhone 14.
Problemi di produzione per Apple: colpa della crisi energetica in Cina
Mettendo da parte la faccenda Taiwan e i prossimi melafonini, dalle fabbriche di Foxconn escono anche gli iPad. Ed è notizia di queste ore che la produzione dei tablet Apple sia stata interrotta nelle fabbriche di Chengdu. Tuttavia, il motivo non è di stampo sanitario ma forse persino peggiore, in quanto si ricollega alla crisi energetica di cui vi abbiamo parlato tempo addietro e che non ha mancato di farsi sentire in questa estate torrida.
A causa delle non poche difficoltà sul piano energetico che sta affrontando la regione del Sichuan, di cui Chengdu è la città capitale, il governo regionale ha deciso di sospendere le operazioni di Foxconn. Dal 15 al 20 agosto tutto il campus Foxconn di Chengdu non sarà normalmente operativo, e solo il 20% dell’elettricità verrà utilizzata per mantenere attivi gli impianti di sicurezza. La strategia attuata dalle autorità è quella di fermare l’elettricità negli impianti industriali per far sì che le utenze residenziali non subiscano interruzioni impreviste.
Per il momento, i rappresentanti di Foxconn hanno specificato che si tratta di un limitazione momentanea e che non riguarda gli altri impianti presenti in Cina. Come fa notare l’analista Ming-Chi Kuo, sarà interessante continuare a monitorare la situazione, nella speranza che queste limitazioni di fornitura energetica non impattino sulla produzione globale.
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