Xiaomi, tensioni in India per presunte violazioni: nuove indagini in corso

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Stando a quanto dichiarato da Reuters, l’ex CEO di Xiaomi India ed attualmente Global VP, Manu Kumar Jain, è stato indagato per una probabile violazione del Foreign Exchange Management Act (FEMA). All’interessato sarebbe stato chiesto di fornire una serie di documenti finanziari legati all’azienda, mentre l’indagato non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione in merito.

Xiaomi nuovamente attaccata in India, indagini per violazione della legge

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L’interrogatorio si sarebbe svolto lo scorso mercoledì, quando la direzione dell’Enforcement ha convocato l’ex amministratore delegato di Xiaomi India per una presunta violazione del Foreign Exchange Management Act.

Stando a quanto riportato da Reuters – citando fonti che avrebbero conoscenza diretta del caso – questo è correlato ad alcune rimesse estere effettuate da Xiaomi in Cina attraverso un paese terzo violando delle linee guida della RBI. “Circa tre anni fa, la società ha effettuato rimesse per oltre 3.000 crore di Rs (oltre 36.000 € al cambio attuale) in violazione del Foreign Exchange Management Act. Di conseguenza, è stato registrato un caso e Xiaomi è oggetto di indagine“, ha affermato un funzionario della direzione.

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Manu Kumar Jain non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione in merito, ma a rassicurare i fan del colosso cinese ci ha pensato un portavoce di Xiaomi, che ha a tal proposito dichiarato: “Xiaomi è un’azienda che rispetta la legge e responsabile. Diamo un’importanza fondamentale alle leggi. Siamo pienamente conformi a tutte le normative e ne siamo fiduciosi. Stiamo collaborando con le autorità nelle loro indagini in corso per garantire che dispongano di tutte le informazioni necessarie”.

Questa non è la prima volta che l’operato di Xiaomi in India viene attaccato e messo in discussione. Già a dicembre dello scorso anno, infatti, il dipartimento delle imposte sul reddito ha effettuato perquisizioni negli stabilimenti di Xiaomi e di altre aziende produttrici di smartphone cinesi per presunta evasione fiscale. Ovviamente, come al solito in questi casi, restiamo in attesa di saperne di più.

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