Non solo Europa: gli smartphone cinesi stanno spopolando sempre più in Russia, grazie a prezzi più competitivi rispetti ai tipici marchi “occidentali”. Tuttavia, il conflitto in Ucraina sta avendo forti ripercussioni sull’economia orientale: lo dimostra la lista di aziende che hanno prontamente abbandonato la nazione e il boom delle VPN per aggirare i blocchi governativi. Nel mentre, le ripercussioni iniziano a farsi sentire anche per brand come Xiaomi, OPPO e Huawei, aziende che non possono più operare come accadeva prima del 24 febbraio.
Crollano le spedizioni di smartphone dei brand cinesi verso la Russia
Come riportano fonti vicine al settore, le spedizioni di smartphone da parte di Xiaomi, OPPO e Huawei starebbero registrando un importante calo del -60%. La motivazione sarebbe da ritrovare nel crollo del rublo: a causa delle pesanti sanzioni del fronte NATO contro la Russia, la valuta nazionale avrebbe rapidamente perso molto del suo valore. Nell’arco di poche settimane, il cambio rublo/dollaro è passato da circa 0,014 a un picco minimo di 0,0072, dinamica che troviamo rispecchiata anche paragonandolo con lo yuan (la moneta cinese). Nel mentre, Transsion Holdings (l’azienda che controlla Infinix e Tecno) ha annunciato che inizierà a operare le transazioni in yuan per evitare ulteriori tracolli.
Il rischio per le aziende estere, brand di smartphone cinesi compresi, è di andare in perdita a causa del cambio estremamente svantaggioso. Per questo, il trittico composto da Xiaomi, OPPO e Huawei avrebbe deciso di tagliare in maniera così massiccia la spedizione di prodotti verso la Russia. Mentre Apple, Samsung e Nokia hanno pubblicamente annunciato di aver interrotto le vendite in Russia, le aziende cinesi continuano a non esporsi. Ma è indubbio che le ripercussioni le stiano colpendo, anche perché parliamo di aziende molto in voga in Ucraina e che a causa del conflitto si trovano private di un paese strategico per l’Est Europa.
Come dichiarato da un ex dirigente Xiaomi, sarebbe “politicamente sensibile annunciare apertamente una sospensione delle vendite nel mercato russo“. Nello scenario che vede contrapposte Russia e Ucraina, la Cina non prende una direzione netta in nessuna delle due direzioni. Nel frattempo, Andrew Cahn e Ken Olisa, direttori di Huawei Europa, hanno dato le dimissioni in protesta alle mancate dichiarazioni pro-Ucraina da parte di Huawei.
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