Quando si parla di smartphone Xiaomi, ma anche Redmi e POCO, un argomento delicato e molto a cuore della community è quello degli aggiornamenti. Che si parli di update della versione della MIUI o di quella di Android, sono sempre moltissimi gli utenti che vogliono avere l’ultima disponibile. Ogni volta che pubblico un articolo in cui parlo di un nuovo update Xiaomi, quasi sempre c’è qualcuno che lamenta il fatto che a lui non gli sia ancora arrivato. Anche perché sappiamo bene che il team MIUI tende a “preferire” il mercato cinese per ovvie ragioni, dando precedenza alle ROM cinesi e solo dopo a quelle occidentali. Ma un’altra differenza che tende a rallentare ulteriormente le tempistiche è quella storica fra Qualcomm e MediaTek.
Sin da quando esiste, Xiaomi è solita affidarsi a entrambi i chipmaker per la propria produzione. Il primo storico Xiaomi Mi 1 si basava sullo Snapdragon S3, mentre il primo HongMi (la denominazione che poi divenne Redmi) sull’MT6589T. Ma sin dai primi anni, la community più smanettona ha sempre preferito le soluzioni Qualcomm, anche e soprattutto per la maggiore apertura al modding. Ma se si esclude la nicchia del mondo del modding, i modelli con SoC Qualcomm sono preferiti anche per una questione di tempistica degli aggiornamenti.
Ecco perché gli aggiornamenti Xiaomi sui modelli MediaTek sono più lenti di quelli Qualcomm
Non scopriamo certo oggi che gli smartphone su base Qualcomm tendono ad aggiornarsi più rapidamente. Per esempio, se si guarda quali sono i primi smartphone Xiaomi ad aver ricevuto Android 12 Beta, hanno tutti chip Snapdragon. In questo caso, il motivo è presto detto: i top di gamma Xiaomi, ma di praticamente tutti i produttori, sono basati su soluzioni Snapdragon 8xx. Ergo, dato che i top di gamma hanno sempre la priorità, sono i primi ad aggiornarsi. Major update a parte, è comunque vero che all’interno del catalogo Xiaomi sono quasi sempre gli smartphone con SoC Qualcomm ad aggiornarsi per primi.
Visto che le lamentele continuano ad arrivare sui social asiatici, il dirigente Li Ming ha deciso di esprimersi in merito, chiarendo il perché ciò avvenga. Prima di tutto, Google è solita inviare in anticipo il codice sorgente delle nuove versioni software sia a Qualcomm che a MediaTek. In questo modo, entrambi i chipmaker possono avere il giusto tempo per prepararsi e fornire ai produttori come Xiaomi, OPPO, vivo e compagnia varia i relativi pacchetti software. Senza di questi, i produttori non possono lavorare sulle proprie interfacce software e adeguarle alla nuova versione di Android.
Ed è qua che succede l’intoppo. Avendo un team più grande, Qualcomm è in grado di portare avanti il proprio lavoro più celermente e fornire prima il proprio software ai propri partner, Xiaomi compresa. Dall’altro lato, MediaTek ha un team più piccolo e non è quindi in grado di avere la stessa rapidità, quindi gli smartphone con chip MediaTek tendono a essere aggiornati settimane se non mesi dopo quelli con Snapdragon.
D’altro canto, Li Ming sottolinea come aggiornare a scaglioni (anziché in una botta unica) gli smartphone sia anche un vantaggio. In questo modo, se Xiaomi rileva un problema nell’aggiornamento, può limitarlo a quel determinato batch di smartphone anziché dover risolvere per tutti i modelli aggiornati assieme.
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