Con il passaggio di testimone dalla presidenza Trump a quella Biden, ci si è interrogati se si sarebbe creato un clima più disteso fra USA e Cina. Ed in parte così è stato, come dimostra l’annullamento del ban di TikTok e WeChat, così come il rilascio della CFO di Huawei e il suo ritorno in Cina. In realtà quella della figlia del fondatore di Huawei è una mezza vittoria, perché la CFO si è comunque dovuta dichiarare colpevole e il processo andrà avanti. La tenaglia statunitense è ben lungi dal terminare, anche con Biden alla Casa Bianca: lo dimostra il proseguire dell’opera di ostracizzazione di Huawei a ZTE dall’infrastruttura nazionale.
Huawei e ZTE prossime alla sparizione dalla rete nazionale USA
Sin da quando venne ufficializzato il ban USA, la motivazione data dal governo Trump era la minaccia alla sicurezza nazionale data dalla presenza di Huawei e ZTE nella rete di comunicazione degli USA. I due colossi asiatici sono riusciti a ritagliarsi importanti fette di mercato nel settore delle telecomunicazioni grazie alla maggiore competitività in termini economici. Rispetto alle principali rivali Nokia ed Ericsson, le compagnie cinesi offrono prezzi più convenienti e che hanno fatto gola a vari operatori statunitensi. Soprattutto in vista del passaggio dal 4G al 5G, settore in cui soprattutto Huawei si è dimostrata leader, sia in ambito di infrastrutture che di prodotti consumer. Ed è quasi paradossale che oggi, dopo il ban USA, l’azienda sia tagliata fuori dal mercato degli smartphone 5G.
Tuttavia, il ban USA è arrivato dopo che Huawei e ZTE si erano insediate nell’infrastruttura nazionale, pertanto le autorità americane stanno cercando di correre ai ripari. Lo scorso lunedì, l’ente Federal Communications Commission (FCC) ha annunciato lo stanziamento di finanziamenti governativi pari a 1,9 miliardi di dollari. L’enorme somma servirà a ricoprire le spese che gli operatori nazionali dovranno affrontare per rimpiazzare le apparecchiature cinesi con quelle di aziende ritenute affidabili.
Il ban ha principalmente colpito gli operatori rurali, quelli che operano nelle zone meno ricche e che quindi hanno approfittato della convenienza economica delle proposte cinesi. Non soltanto Huawei e ZTE, ma anche Hyter, Hikvision e Dahua, ovvero le cinque società interessate dal ban americano. Senza questi finanziamenti, il rischio è che questi operatori non siano finanziariamente in grado di porre rimedio alle richieste delle autorità. E proprio per via del ban, gli operatori americani non hanno nemmeno potuto attingere ai fondi da 8,3 miliardi che sarebbero serviti per acquisire nuove attrezzature 5G.
⭐️ Scopri le migliori offerte online grazie al nostro canale Telegram esclusivo.