Ok, non starò qui a parlare delle motivazioni per le quali Huawei abbia pensato di sviluppare un proprio sistema operativo, anche perché c’è la scuola di pensiero più diffusa secondo la quale sia colpa di Trump e del suo Ban ormai diventato storico, ma personalmente la penso un po’ diversamente. E non sarò qui a dirvi che, ormai, è molto probabile che il settore mobile di Huawei si accentrerà sempre più sul solo mercato cinese (Made in China 2025 vi dice qualcosa?). Fatto sta però, che il sistema operativo di Huawei sta iniziando a diffondersi su alcuni dispositivi, ed è forse giunto il caso di capire quali sono le differenze tra HarmonyOS e Android.
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HarmonyOS vs. Android: le differenze tra i due sistemi operativi
La realtà dei fatti, è che da un punto di vista grafico, HarmonyOS 2.0 ed Android potrebbero sembrare molto simili. Ed in effetti non è da biasimare chi, dopo aver provato il nuovo sistema operativo, pensa che si tratti solo di un aggiornamento dell’EMUI di Huawei: in realtà le cose non stanno proprio così anche se, e questo è vero, le dinamiche di utilizzo e l’interfaccia vera e propria di un dispositivo con HarmonyOS sono molto simili a quelle di Android, ma con un pizzico di iOS. Ma c’è un motivo.
La vera differenza tra HarmonyOS e Android è il kernel
Mettiamo subito in chiaro una cosa: HarmonyOS 2.0 e Android sono due sistemi operativi molto diversi. Ma molto probabilmente, la più grande differenza tra i due non sarà mai realmente “tangibile” per un utente medio, ed il motivo è semplice: Android è un OS a kernel monolitico, mentre HarmonyOS è un sistema operativo a microkernel.
Ora, senza entrare in troppi tecnicismi, ad i meno avvezzi all’argomento si potrebbe spiegare il kernel come il cuore e lo scheletro di un sistema. Tutta la gestione della memoria, del processore e di tutte le altre periferiche hardware è proprio affidata al kernel, ed è sempre il kernel che permette alle applicazioni di comunicare con l’hardware di cui ha bisogno per funzionare.
Alcune applicazioni, poi, nei sistemi a kernel monolitico hanno il “permesso” di “avvicinarsi” al kernel più di altre: immaginate il sistema operativo di un calcolatore come una torta a strati in qui, tra i più bassi c’è il kernel, e tra i più alti ci sono le app come le intendiamo tutti i giorni. Ebbene, app come le utility di sistema, alcuni antivirus e così via, hanno la possibilità di scendere di livello ed avvicinarsi di più al kernel.
Cosa che non succede nei sistemi a microkernel, nei quali le applicazioni non vengono mai a contatto con il kernel e vengono eseguite in spazi di memoria “paralleli” e separati. È come avere due tubi pieni d’acqua, completamente indipendenti che non vengono mai a contatto tra loro.
Insomma, per non dilungarmi troppo, i sistemi a microkernel non solo sono più sicuri, ma sono decisamente meno complessi: basti pensare che Huawei ha messo bene in chiaro che HarmonyOS è stato scritto utilizzando 1/1000 delle linee di codice di Android.
Ma anche se i sistemi a microkernel potrebbero sembrare una rivoluzione nel campo dell’informatica, in realtà non sono poi neppure una novità: se ne iniziò a parlare alla fine degli anni ’60 ma, in quei tempi, le memorie erano scarse, la potenza di calcolo non era ancora sufficiente e (soprattutto) programmare un software per microkernel era troppo complicato. Ma ora è tutto diverso.
HarmonyOS vs. Android: le differenze nell’interfaccia
Esteticamente, HarmonyOS è molto simile alla EMUI. Il design vero e proprio della GUI, le icone, il sistema di notifica e così via, sono praticamente identiche a quelle che troviamo nell’interfaccia grafica di un qualsiasi smartphone Android. Tuttavia però, ci sono alcune novità molto interessanti, in termini di esperienza utente.
Oltre al nuovo AppGallery, ad esempio scorrendo verso il basso del lato sinistro dello schermo, si attiverà la barra delle notifiche, mentre eseguendo la stessa gesture sul lato destro del display si attiverà un nuovo centro di controllo che è stato ridisegnato.
Nella versione per tablet poi c’è anche un nuovo dock per le app, che è stato posizionato nella parte inferiore dello schermo e nel quale si potranno inserire i collegamenti alle proprie applicazioni principali, oltre che a quelle utilizzate più di recente, e che è possibile ridimensionare tramite una barra verticale.
Tutte novità che fanno pensare ad iOS 15, vero? E le similitudini non finiscono qui, perché ci sono i nuovi widget, che è possibile posizionare in qualsiasi zona dello schermo e che è possibile anche creare velocemente scorrendo verso l’alto le icone delle applicazioni.
E stato anche migliorato il multitasking, che ora non solo permette di affiancare in split screen le applicazioni, ma permetterà di aprire due finestre affiancate della stessa applicazione: l’azienda dice che ci sono già oltre 4000 app che supportano questa funzionalità.
Quali smartphone e tablet saranno aggiornati ad HarmonyOS?
L’architettura modulare del microkernel di HarmonyOS, lo rende un sistema operativo praticamente universale. Il che vuol dire che gli sviluppatori avranno la possibilità di sviluppare un’app (ad esempio) per smartphone, e renderla compatibile con un altra tipologia di dispositivo con estrema semplicità. Ed è una cosa che semplificherà molto la a Huawei in ottica di creazione di un ecosistema di prodotti.
La realtà dei fatti è che, ad oggi, ancora non si sa quali dispositivi verranno aggiornati ad HarmonyOS. Il P40 Pro sicuramente potrebbe essere tra i “fortunati”, ma attualmente gli unici dispositivi animati dal nuovo OS sono i nuovi Huawei Watch 3, il MatePad 11 e il MatePad Pro. E udite udite, HarmonyOS potrebbe arrivare anche sull’immortale P30 Pro, oltre che su alcuni smartphone di Honor.