Fotocamere da 100 MP, display a 144 Hz, memorie da 512 GB e ricariche a 120W. Questi sono alcuni dei passi da giganti che la tecnologia ha fatto nel mondo degli smartphone. Ma se si parla di autonomia, ancora oggi gli smartphone durano 1, 2 giorni massimo, così come accadeva anni fa. Diversamente dai caricatori, sempre più potenti, le batterie dei telefoni non stanno avendo lo stesso avanzamento tecnologico. Certo, grazie agli ultimi caricatori è possibile caricarle in pochi minuti, ma non sempre si ha la possibilità di avere una presa della corrente a portata di mano. Per questo ho deciso di darvi qualche consiglio pratico per capire come ottimizzare l’autonomia del proprio telefono.
Come aumentare l’autonomia del proprio smartphone
Occhio allo schermo
Uno dei primi passi per avere più autonomia è scegliere uno smartphone AMOLED. Al contrario degli schermi LCD, che hanno un pannello retro-illuminante LED che dev’essere alimentato, quelli AMOLED hanno pixel auto-illuminanti e in grado di spegnersi autonomamente. Questo significa non soltanto una qualità visiva migliore, ma anche che con schermate nere i pixel si spengono e quindi calano i consumi. Non è un caso, infatti, che tutte le aziende stiano implementando un Tema Scuro per sfruttare questa peculiarità.
Perché sì, lo schermo è la componente più energivora in uno smartphone. E può capitare che magari, mentre lo si utilizza, ce lo si dimentichi con il display acceso. Proprio per questo, ricordatevi sempre di impostare l’auto spegnimento del display, possibilmente non oltre i 30 o i 60 secondi.
Evita il superfluo
Se volete far sì che l’autonomia del vostro smartphone aumenti, allora sappiate che dovrete sacrificare tutte quelle funzioni per nulla indispensabili. Come per esempio la vibrazione ma soprattutto la suoneria durante la digitazione della tastiera. La batteria ringrazierà… e anche le orecchie di chi vi sta accanto. Altra cosa che impatta molto sulla batteria sono gli sfondi animati, quindi cercate di evitarli.
Inoltre, se avete uno smartwatch o una smartband abbinato al telefono, allora potete valutare di evitare la modalità Vibrazione. D’altronde se già ricevete una notifica al polso, a che pro far vibrare anche il telefono? Perché anche il motorino di vibrazione ha un suo consumo della batteria.
Evita il 4G, se c’è il Wi-Fi, ma anche Google Assistant
Se si è soliti uscire di casa, magari con una certa frequenza, può capitare di lasciare il Wi-Fi attivo o, ancora peggio, disattivato. E spesso mi capita di vedere gente che, magari per distrazione, continua a navigare sotto 4G anziché Wi-Fi anche se è a casa. E oltre a consumare i GB, in 4G o in 3G si consuma più batteria che sotto Wi-Fi. Per evitarlo, lasciate attivo il Wi-Fi in modo che, quando entrate in casa, lo smartphone ci si colleghi in automatico. Certo, qualcuno potrebbe dire “Ma ogni volta che esco di casa devo poi disattivare il Wi-Fi e viceversa?”. La risposta è sì. E attenzione, perché esistono app, come IFTTT o Tasker, che permettono di disattivare in automatico il Wi-Fi quando si esce dalla zona di casa. Ecco, non utilizzatele perché altrimenti quello che risparmiate staccando il Wi-Fi lo perdete nel far tenere attivo il GPS da queste app.
Un altro consiglio che vi do è disattivare l’ascolto costante di Google Assistant. Se in qualsiasi momento è possibile richiamarlo con la voce, è perché il microfono è costantemente in ascolto, consumando batteria. Per farlo, aprite l’app Assistente, cliccate sull’icona del vostro profilo in basso e disabilitate la voce “Hey Google“. Perderete il richiamo vocale dell’assistente, ma su molti smartphone è comunque possibile richiamarlo rapidamente con gesture o tasto Power.
Le (uniche) app utili per migliorare l’autonomia
Prima di tutto, bisogna capire che la batteria è un qualcosa di organico che, come il corpo umano, si deteriora nel tempo. Specialmente se sollecitata dalla ricarica rapida, che sposta gli ioni di litio dentro alla batteria più rapidamente, producendo più calore e questo alla lunga la decompone. Utopisticamente la batteria dovrebbe stare sempre al 50%, in modo che i due poli della batteria siano bilanciati dallo stesso numero di ioni. Per questo sentirete spesso dire che non bisogna mai far arrivare la batteria allo 0% o al 100%, in modo da prevenirne l’invecchiamento.
Per questo vi consiglio l’app AccuBattery. Oltre a darvi informazioni utili sulla batteria, potete impostare che, quando il telefono è in carica, vi arrivi una notifica di scollegarlo una volta arrivato al limite che gli avete impostato, magari il 70% o l’80%. Ma se volete qualcosa di migliore c’è anche Battery Charge Limit, di cui vi ho parlato in un articolo dedicato.
Detto questo, vi consiglio di non utilizzare altre app che queste. Quasi sempre le app che promettono di migliorare la batteria non fanno altro che bloccare le app in background. Il problema è che se le app bloccate sono i social, quelle che tipicamente consumano di più, poi si rischia di non riceverne le notifiche. Inoltre, per come funziona Android, avere app attive in background serve anche a consumare meno. Altrimenti è un po’ come se al semaforo rosso, anziché lasciare la macchina accesa, la si spegnesse. Sembra di risparmiare benzina, ma poi la riaccensione dell’auto consuma di più dell’averla lasciata accesa.
Caricare il telefono di notte? Solo con Witty
Un altro vizio che molti di noi hanno è caricare lo smartphone durante la notte, ma questo significa tenerlo sotto tensione elettrica per molte ore. Su alcuni smartphone ci sono delle funzioni che salvaguardano la batterie in questa circostanza, ma in molti altri no. Quindi, le opzioni sono due: o evitate di caricarlo di notte e cercate di farlo magari a cena, oppure potete usare Witty.
È un progetto Made in Italy, costa circa 29€ ed è praticamente un salvavita per la batteria. Lo attaccate fra il caricatore e il cavo che va allo smartphone, e dentro c’è un interruttore elettromeccanico che capisce quando lo smartphone è arrivato al 100% e interrompe la carica, come se si fosse scollegato il cavo. In questo modo si evita che il telefono rimanga in carica anche al 100%, senza quindi usurare la batteria.
E questo è ottimo sotto più fronti: la batteria invecchia meno, quindi lo smartphone dura di più. Viene consumata meno energia, quindi alla fine dell’anno si risparmia qualche euro nella bolletta elettrica. E se si guarda da una prospettiva più ampia, meno batterie da smaltire significa meno inquinamento.
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