Xiaomi Mi 11 è un piccolo concentrato di tecnologia: ha un display di altissimo livello, l’ultimo Snapdragon 888, un sensore da 108 MP, speaker stereo simmetrici e ricarica wireless a 50W. Ma ci sono anche dettagli meno rilevanti ma non per questo meno interessanti. Per esempio il sensore d’impronte nel display che funge anche da sensore per misurare i battiti cardiaci. Manche la modalità Notturna per i video, concepita grazie a rudimenti di intelligenza artificiale. E se vi dicessi che l’AI può sostituire anche il sensore di prossimità?
Il sensore di prossimità di Xiaomi Mi 11 non esiste, ma funziona comunque
Spesso e volentieri Xiaomi utilizza strumenti all’avanguardia per innovare o compensare limiti tecnici che possono dipendere dalla tipologia di prodotto concepito. Pensiamo, ad esempio, al trasduttore piezoelettrico inserito nel primo Xiaomi Mi MIX per ovviare all’assenza di una vera e propria capsula auricolare. Una novità del genere la ritroviamo anche sull’ultimo Xiaomi Mi 11, all’interno del quale c’è un sensore di prossimità virtuale. È realizzato dall’azienda norvegese Elliptic Labs, leader nel settore dei sensori virtuali, ed è stato annunciato in occasione del lancio Global di Mi 11.
Il sensore di prossimità tradizionale funziona mediante la ricetrasmissione di onde magnetiche. L’onda viene emessa dal sensore e, in base all’intensità del suo riflesso, capisce se ci sia un oggetto nelle vicinanze. In caso positivo, manda un segnale allo smartphone di spegnere il display, utile quando si telefona per impedire che la guancia prema dei tasti inconsapevolmente. Il concetto rimane invariato con il sensore di Elliptic Labs, ma a svolgere questo ruolo ci pensano microfono e capsula auricolare. Il primo emette onde ad ultrasuoni, il secondo le riceve e regola di conseguenza il display di Xiaomi Mi 11.
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