Ok, iniziamo con una premessa: chi considera lo Xiaomi Mi 11 come il “top di gamma da battere nel 2021” sbaglia di grosso. E sbaglia perché, parliamoci chiaro, il Mi 11 non è un top di gamma nonostante nel corso dell’evento di presentazione l’azienda cinese si sia focalizzata esclusivamente su questa versione, tralasciando (o posticipando) il Mi 11 Lite o il Mi 11 Pro, per non parlare del Mi 11 Ultra.
Ma non fraintendetemi, stiamo parlando comunque di uno smartphone con tutte le carte in regola per essere uno dei migliori nella sua fascia di mercato, soprattutto quando il street price in Italia si assesterà intorno ai 500 euro. E la presenza di uno Snapdragon 888, fino a 12 GB di memoria RAM, un display pluripremiato anche da DisplayMate lo rendono quasi imbattibile. Il punto è che (e non riesco a capire il motivo se non una segmentazione della serie con almeno altre due varianti) ha alcuni compromessi che si fanno sentire molto, soprattutto per quanto riguarda la fotocamera.
Noi stiamo provando da qualche giorno lo Xiaomi Mi 11 nella versione 12/256 GB Lei Jun Signature Edition, un’edizione limitata che potete acquistare tramite il link in basso a 697 euro (nella versione cinese con banda 20 e firmware Xiaomi.eu), ma il nuovo smartphone dell’azienda sarà disponibile anche nelle versioni più tradizionali o con la back cover in pelle e le differenze con la Special Edition rimarranno puramente estetiche. Trovate tutti link in basso.
Indice
Recensione Xiaomi Mi 11 Lei Jun Edition
Contenuto della confezione
La confezione dello Xiaomi Mi 11 Lei Jun Signature Edition è tra le più curate in circolazione. La forma è molto più larga rispetto alla versione tradizionale, e la sottilissima scatola è protetta da una copertura in plastica rigida. Il suo interno però, è molto meno fornito rispetto alle generazioni precedenti, nella confezione sono presenti:
- Xiaomi Mi 11 Lei Jun Edition.
- Cover in TPU.
- Manuale.
E quindi no: nella confezione dello Xiaomi Mi 11 non solo non è presente il caricabatterie, ma neppure il cavo di alimentazione e di connessione al computer. Attenzione però, quella che abbiamo in prova è una versione cinese dello smartphone: non siamo certi che nello Xiaomi Mi 11 Italia non sarà incluso almeno il cavo USB.
Design e materiali
In linea di massima, la Spedial Edition dello Xiaomi Mi 11 (ossia la Lei Jun Edition) ha una back cover del tutto differente rispetto alle versioni tradizionali, realizzata in vetro e lavorata utilizzando i cristalli Scodix. Si tratta di un polimero in grado di ricreare un effetto scintillante, accentuato dalla disposizione a coste dei materiali: l’effetto finale è una rifrazione cromatica fra il celeste ed il lilla, a seconda di come la luce colpisce il retro del telefono. Ma, sia chiaro, le differenze si fermano qui.
Pesa 194 grammi e sebbene potrebbe sembrare un peso non particolarmente leggero, la sensazione che si ha quando si impugna lo smartphone è fantastica: il peso è poco rilevante, soprattutto perché le dimensioni dello smartphone sono leggermente più grandi rispetto a quelle medie della serie Mi 10, perché il camera bump è più compatto e, soprattutto, perché il lavoro di bilanciamento dei pesi fatto da Xiaomi rasenta la perfezione.
Chiaramente la grande novità sta nel camera bump posteriore, che è stato totalmente ridisegnato, e che è composto sostanzialmente da due elementi: una cornice in alluminio lucido, nella quale sono presenti anche il flash e la lente macro, ed un’altro inserto nero che contiene il sensore principale e la fotocamera ultragrandangolare. E vi dirò, l’effetto estetico mi piace molto, ma niente zoom e probabilmente in un ipotetico Xiaomi Mi 11 Pro o Xiaomi Mi 11 Ultra, l’aspetto del camera bump potrebbe cambiare leggermente per via dell’inserimento del teleobiettivo o dello zoom periscopico. Staremo a vedere.
Anteriormente troviamo c’è un display curvo solo ai due bordi laterali, che però è protetto da un vetro Gorilla Glass Victus quad edge che presenta curvature sia laterali che superiori ed inferiori: ok, non sono un fan degli schermi curvi, questo è un dato di fatto, ma la scelta di sagomare anche il bordo superiore e quello inferiore mi è piaciuta molto, perché migliora l’esperienza utente con le gesture.
Insomma, rispetto allo Xiaomi Mi 10, soprattutto il retro del Mi 11 è stato completamente rinnovato ed indifferentemente dalla versione scelta, la sensazione al tatto è migliorata tantissimo: è eccellente ed è molto comodo da impugnare. Nel complesso, sono molto soddisfatto del design e del touch-and-feel del nuovo smartphone di Xiaomi.
Display
Lo Xiaomi Mi 11 è dotato di display 2K da 6.81” in grado di gestire una frequenza di aggiornamento di 120 Hz ed una frequenza di campionamento del touch di ben 480 Hz: il doppio più veloce dei 240 Hz di campionamento che troviamo nel Mi 10 Ultra, e più del doppio rispetto ai 180 Hz dello Xiaomi Mi 10. È chiaro quindi che sarà il display il vero protagonista della nuova serie Mi 11, e se dovessi descrivere la ma esperienza negli ultimi giorni con lo schermo del Mi 11 con una sola parola, direi: eccezionale.
Non per niente stiamo parlando di un pannello AMOLED certificato A+ da DisplayMate, con una luminosità di spicco che nella teoria dovrebbe raggiugnere i 1500 nit, ma che nella pratica li supera anche, che ad oggi è imbattibile in termini di precisione e chiarezza del colore e di visibilità anche in condizioni di luce diretta.
Il bilanciamento dei colori è perfetto, sono presenti tutta una serie di funzionalità che sfruttano l’intelligenza artificiale per ottimizzare la riproduzione dei video, compresa la fluidità e la precisione dell’HDR, i neri sono profondi ed il contrasto è perfetto. Senza girarci troppo intorno: lo schermo dello Xiaomi Mi 11 sarà sicuramente uno dei migliori display AMOLED che vedremo in questo lungo 2021.
Se proprio gli vogliamo trovare un difetto, ciò che più mi infastidisce del display di questo Xiaomi Mi 11 è una leggerissima e quasi impercettibile asimmetria delle cornici superiore ed inferiore: quella in basso è di qualche millimetro più grande rispetto a quella in alto, ma è una cosa che noterebbe solo un malato come me.
Hardware e prestazioni – Xiaomi Mi 11
Invece di chiamare il nuovo processore Snapdragon 875, quest’anno Qualcomm ha deciso di cambiare rotta e di battezzare il suo top di gamma per il 2021 Snapdragon 888, un numero che in Cina ha la stessa assonanza della parola “buona fortuna”. Ma porterà fortuna allo Xiaomi Mi 11?
Per capirlo, abbiamo eseguito una serie di benchmark nel neo arrivato in casa Xiaomi, ottenendo dei risultati molto interessanti. Nel test con Geekbench ad esempio, il risultato ottenuto in Single-Core è di 1133, mentre in Multi-Core si arriva a 3689: in soldoni, le prestazioni sono risultate decisamente superiori rispetto a quelle che si ottengono con uno Snapdragon 865, ma inferiori di circa 400/500 punti rispetto a quelle dell’Apple A14 Bionic che anima i nuovi iPhone 12.
Nel test di AnTuTu lo Snap 888 dello Xiaomi Mi 11 supera di poco i 690.000 punti, mentre in 3D Mark è in grado di ottenere un punteggio di poco superiore ai 5500 punti. E sì, i più attenti di voi che hanno notato prestazioni piuttosto simili a quelli del Kirin 9000 dei Huawei Mate 40 Pro dico: avete ragione.
E queste prestazioni sono possibili anche grazie ad un particolare cambio di rotta fatto da Qualcomm con il suo Snap 888, che cambia molto rispetto al SoC di Huawei per un particolare: se ad esempio nel Kirin 9000, quelli di Huawei hanno optato per un thermal throttling più corposo (che abbassa la frequenza della CPU in caso di alte temperature), Xiaomi ha scelto una strategia più aggressiva con la quale viene mantenuta la CPU al massimo per un periodo più lungo, a scapito del surriscaldamento. E sì, dopo lunghe sessioni di gioco lo smartphone può diventare molto caldo.
Ad ogni modo, è chiaro che le prestazioni dello Snapdragon 888 che, nella versione che abbiamo in test, è affiancato da 12 GB di RAM, permettono allo Xiaomi Mi 11 di eseguire praticamente tutti i task più complessi ed i giochi 3D al massimo delle prestazioni: con Genshin Impact ad impostazioni grafiche massime, il framerate di gioco supera i 50 fps, mentre con BrightRidge (che si concentra sulle prestazioni della GPU) il Mi 11 è riuscito a raggiungere un framerate medio di 77 fps.
Ottimo anche l’audio, che è stereofonico ed utilizza due speaker prodotti in collaborazione con Harman Kardon che sono in grado di garantire una riproduzione molto più bilanciata in tutte le tonalità, rispetto a quella che abbiamo visto con il Mi 10.
Ottimi anche l’audio in capsula e la ricezione della rete cellulare, che è compatibile anche con lo standard 5G, buone le antenne per il WiFi, compatibili anche con lo standard WiFi 6.
Fotocamera
A prescindere dal nuovo camera bump, il comparto fotocamera dello Xiaomi Mi 11 è quello che probabilmente ha ottenuto il miglioramento minore rispetto al Mi 10. La fotocamera principale è ancora la solita 108 megapixel f/1.85, ed è affiancata da un ultra grandangolare da 13 megapixel f/2.4. Rispetto alla generazione precedente è stato rimosso il sensore per la profondità di campo, e la lente macro è da 5 megapixel f/2.4.
E a parte una minima differenza nell’apertura, visti sul display dello smartphone la fotocamera principale del Mi 11 cattura gli stessi buoni scatti della fotocamera presente nel Mi 10. Le differenze con la generazione precedente però si vedono quando si analizza la foto con più attenzione, magari su un computer, perché le immagini scattate con il Mi 11 hanno una risoluzione maggiore: i file salvati sono foto da 27 megapixel, nati da un pixel binning 4 in 1 partendo da una sorgente da 108 megapixel.
E facendo due conti, con un sensore CMOS di dimensioni piuttosto simili, avere un numero di pixel più elevato significa una riduzione degli stessi nello scatto. I soldoni in condizioni di buona luminosità, le foto scattate con sia con la fotocamera principale che con la fotocamera grandangolare dello Xiaomi Mi 11 sono buone, hanno un’ottima gamma dinamica ed un’eccellente gestione del rumore. Potrebbe però capitare che, nonostante l’HDR attivo, in determinate condizioni di scatto si possa dover gestire manualmente alcune zone sovraesposte, che non vengono corrette dal software o dall’intelligenza artificiale.
Dal punto di vista prettamente tecnico, le differenze tra le foto scattate con l’ultra grandangolare del Mi 11 rispetto a quelle scattate con il Mi 10 sono pochissime. Fortunatamente però, con il nuovo smartphone quelli di Xiaomi hanno risolto il problema della tinta verde troppo prevalente e del bilanciamento del bianco, che ho trovato più preciso anche di notte. È poi ora possibile scattare con la modalità notturna anche con la fotocamera ultra-grandangolare.
Per quanto riguarda la fotocamera macro, della quale io continuo a chiedermi l’utilità, nulla di nuovo: il sensore è praticamente lo stesso che abbiamo visto nel Redmi K30 ultra. La buona notizia è che permette di scattare macro ad una distanza leggermente maggiore rispetto alla concorrenza, la cattiva notizia però è che (chiaramente) non è stabilizzato, il che potrebbe rendere piuttosto complesso scattare con l’inquadratura perfetta.
Buona la stabilizzazione, che con la fotocamera principale è ottica e permette scatti stabilizzati e totalmente privi di micro-mossi anche in condizioni di scarsa luminosità.
Niente zoom ottico, e ci si dovrà accontentare di uno zoom digitale che può arrivare da 2x a 30x, dalla qualità media che di certo non fa gridare al miracolo: con un ingrandimento 2x le immagini continuano ad essere godibili, ma andando oltre la qualità dell’immagine deteriora esponenzialmente.
Buoni anche gli scatti notturni, anche se in questo caso la dimensioni dei pixel tendono ad avere qualche problemino con poca luce. In soldoni, se paragoniamo le foto notturne dello Xiaomi Mi 11 rispetto a quelle di altri smartphone, tipo quelle del Samsung Galaxy S21, noteremo un effetto “meno diurno”. E mi spiego meglio, con alcuni smartphone, quando si scatta di notte, potrebbero capitare foto che in un certo senso sembrano fatte di giorno o, quantomeno, in condizioni di luminosità sufficiente. Con il Mi 11 questo non succede e gli scatti sono leggermente sotto esposti rispetto alla concorrenza. Ma, a parer mio, non è affatto una pecca: è bello avere foto notturne che sembrano davvero scattate di notte, non credete?
Buoni i video, che possono essere registrati in 8K a 24fps, oppure in 4K a 60 FPS, oppure sfruttare una delle tantissime nuove modalità, delle quali parleremo in un approfondimento nei prossimi giorni.
Software
Al momento della recensione, lo Xiaomi Mi 11 che abbiamo in prova è animato da Android 11 personalizzato con la MIUI 12. Non mi dilungherò troppo sul software del nostro sample per il semplice motivo che si tratta della versione cinese del dispositivo: quando avremo modo di installare la ROM ufficiale italiana, pubblicheremo un approfondimento dedicato.
Batteria
Per quanto riguarda la batteria, lo Xiaomi Mi 11 integra una 4600 mAh che supporta la ricarica veloce a 55w, con un alimentatore da acquistare separatamente, e la ricarica a 50w. L’autonomia però, non è tra le migliori in circolazione: soprattutto in condizioni di forte stress, come quando ad esempio si utilizzano giochi con grafiche complesse, ho notato un battery drain decisamente marcato. Giocando a COD Mobile, ad esempio, in poco più di 40 minuti di gioco la carica della batteria è scesa di circa il 22%.
È chiaro però, che con un utilizzo nella media e magari attivando la risoluzione dinamica, si potrà arrivare a fine giornata senza troppi problemi. Non dimentichiamoci che si tratta sempre di un dispositivo con uno schermo 2K a 120 Hz.
Prezzo e considerazioni – Xiaomi Mi 11
Il prezzo ufficiale in Italia dello Xiaomi Mi 11, al momento della recensione è ancora sconosciuto. Perché l’azienda non ha ancora presentato ufficialmente il nuovo smartphone nel Bel Paese. È però già possibile acquistarlo nella versione cinese, sia con firmware Cina che con Xiaomi.eu: tramite i link che trovate in basso, potrete acquistare tramite TradingShenzen lo Xiaomi MI 11 Ley Jun Signature Edition da 12/256 GB a 697 euro, mentre la versione “tradizionale” si potrà portare a casa a 577 euro nella configurazione 8/128 GB, a 617 euro nella configurazione 8/256 GB e a 667 euro nella configurazione 12/246 GB.
E sì, continuo ad essere dell’idea che non stiamo parlando di un top di gamma per il 2021, per la mancanza della certificazione IP, per un comparto fotografico senza il teleobiettivo, e perché ormai i rumor su uno Xiaomi Mi 11 Pro sono diventati molto insistenti, ma è indubbio che lo Xiaomi Mi 11, acquistato al prezzo disponibile tramite i nostri coupon, rimane comunque un ottimo affare: a meno di 600 euro ci si potrebbe portare a casa uno smartphone animato dall’ultimo processore di Qualcomm, che vi farà brillare gli occhi per la qualità eccezionale del suo display, ma un po’ meno per quella delle foto.
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