Ufficiale: SMIC bannata dagli USA, l’ultima mossa di Trump

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Vi ricordate di SMIC, il chipmaker con base in Cina di cui si è parlato contestualmente al ban USA contro Huawei? Da quando la compagnia non può più liberamente intrattenere rapporti con TSMC, il futuro di HiSilicon è piuttosto buio. E con esso anche quello dei chip Kirin che tanto hanno caratterizzato la produzione di smartphone Huawei. Per questo è iniziata una collaborazione che ha portato alla nascita di Honor Play 4T e del suo Kirin 710A, il primo ad essere realizzato da SMIC.

Aggiornamento 04/12: adesso la scelta del governo Trump è ufficiale. Ve ne parliamo a fine articolo.

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Il ban USA potrebbe essere inflitto anche ai danni di SMIC

Si è così delineato un piano per il futuro, con la Cina che ha iniziato ad investire pesantemente sui produttori di chip interni. Basti sapere che non soltanto SMIC ha ricevuto 2,8 miliardi dalla borsa cinese (la più IPO in Cina nell’ultimo decennio), ma non pagherà tasse fino al 2030. C’è da dire che ad oggi SMIC non può competere tecnologicamente con colossi quali TSMC, ma la volontà di renderla al suo livello è palese che ci sia. Proprio per questo il governo USA si è interessato alla vicenda, vedendo nel chipmaker un tassello in favore di Huawei. Il report del Washington Post parla chiaro: l’amministrazione Trump vuole aggiungere SMIC alla Entity List.

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Il motivo è presto detto: SMIC fa affidamento ad attrezzature americane per realizzare i propri chip. Se finisse nella famigerata blacklist, vedrebbe bloccato l’accesso al commercio con gli attuali partner che permettono il suo business. E considerato che SMIC non è un’azienda enorme, si tratterebbe di un blocco difficile da superare. E di riflesso verrebbe danneggiata anche Huawei, ritrovandosi privata di uno dei pochi partner rimasti da cui ottenere i componenti per i propri smartphone.

Il governo americano sta valutando se SMIC stia effettivamente aiutando lo sviluppo tecnologico della divisione militare della Cina. L’accusa sarebbe che il chipmaker abbia lavorato con una grande azienda per la difesa della nazione e che i ricercatori universitari ricollegabili alle milizie utilizzino i loro lavori per trarne vantaggio. Inutile dire che SMIC ha negato ogni tipo di accusa, decidendo anche di ritirare la propria quotazione dalla Borsa di New York.

SMIC cerca un modo per continuare a lavorare | Aggiornamento 16/09

La dirigenza di SMIC ha confermato ai microfoni di Beijing News di essere in trattativa per ottenere le licenze USA. Da quando Huawei è stata inserita nella Entity List, è necessario avere queste licenze speciali per poter commerciarci assieme. SMIC ha tenuto a specificare che, vada come vada, non andrà contro le leggi dei vari paesi in cui opera. Pur piazzandosi fra i primi 5 chipmaker al mondo, la sua competitività è ben sotto rispetto a quelli di nomi di spessori quali TSMC. Per questo il divieto statunitense rischia di mettere in seria discussione il proseguo del suo operato, senza considerare i danni conseguenti per Huawei.

Il ban di SMIC potrebbe colpire Qualcomm | Aggiornamento 21/09

In più di un’occasione si è parlato del ban delle aziende cinesi come controproducente nei confronti della stessa filiera statunitense. Se ci fossero dubbi al riguardo, Qualcomm si sta interessando alla situazione del possibile inserimento di SMIC nella Entity List. I dirigenti si sono recati nelle fonderie cinesi per assicurarsi che l’azienda fornisca loro parte della produzione, nella speranza che il ban non entri in azione. Anche perché Qualcomm è uno dei tre principali clienti di SMIC, con il 13% dei ricavi totali derivanti dalla produzione dei wafer dove vengono installati i chipset fisici, in particolar modo i SoC realizzati con processo produttivo a 14 e 28 nm. Nel frattempo, altri chipmaker come TSMC, UMC e VIS sono stati contattati da Qualcomm per spostare la produzione nel caso in cui gli USA decidessero di finalizzare il ban.

Gli USA vicini al ban di SMIC | Aggiornamento 28/09

Adesso è ufficiale: gli USA hanno bannato SMIC. D’ora in poi le aziende statunitensi dovranno fare ricorso alle cosiddette “licenze speciali” per commerciarci. Secondo il governo americano, vendere al chipmaker cinese rappresenta un “rischio inaccettabile”, dato che i suoi prodotti rientrerebbero nei presunti legami con il settore militare della Cina. Manca ancora un comunicato ufficiale, ma secondo il report del Financial Times è soltanto questione di tempo.

Considerando che fino al 50% delle attrezzatura di cui fa utilizzo SMIC derivano dagli USA, si tratterà di un brutto colpo per l’operato della società. Inoltre, fra i clienti di SMIC ci sono colossi quali Qualcomm e Broadcom, i quali si ritroveranno tagliati fuori dal suo business. Con una valore di mercato pari a oltre 29 miliardi di dollari, è bastato un rumor per far crollare il valore azionario del 23% e questa notizia non farà che peggiorare la situazione.

Il ban è ufficiale | Aggiornamento 04/12

A mesi di distanza, adesso che l’amministrazione Trump si prepara a cedere il posto a quella Biden, SMIC entra a far parte della Entity List. Oltre al chipmaker cinese e ad altre aziende minori, anche l’azienda petrolifera CNOCC è stata colpita da un ban che non soltanto le allontana dal commercio con l’occidente ma che vieta agli investitori statunitensi di acquisire i loro  titoli. Ciò porta a 35 il numero delle aziende cinesi toccate dalla nuova legislazione avviata dalla presidenza americana.

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